' ORAZIO SOL .... Non ho alcun motivo di avversione contro gli jntellettuali toscani, ch•e militano nelle file del Partito Fascista. Personalmente, non ne conosco ~lcuno. E riconosco volentieri che essi sono I' elemento più vivace, più simpatico della cultura ita- ,Iiana. Del •resto,. nessuno ha sognato ·di negare a Firenze il vanto di essere stata l'Atene d'Italia. Lo è, in certa misura, ancora. Soprattutto nel campo delle lettere e delle arti, la Toscana ci domina e ,meritamente. Ma in politica, no. Ciò dun1 que che io ho voluto combattere ( 1 ) ~on è i'l fantasma inafferrabile della così detta toscanità (non combatto contro i mulini a vento) :fila più modestamente al·cune sin,gole· idee, comuni fra gli intellettuali· toscani, sui •rapporti fra politica e cultura. Queste idee riba,disce ora Gerardo Casini ·nel numero 1 ° giugno di Critica Fascista. E poi che su q·uesta rivista è stato espresso .il ,proposito di proseguire la polemica, eccomi qua. 1• Prima constatazione. Gerardo Casini, il quale ·fino ad oggi ha fieramente combattu,to l'idealismo assoluto, spinto dal bisogno di giustiifìcare filosoficamente la sua tesi, aderisce in pieno alla concezione idealistica della • · storia. Parlando infatti dei valori universali da me posti al di sopra. delle vicen·de pofiliche del'la na- .zione, egli nega 'la loro obiettività, affermando viceversa il concetto di una .universalità subiettiva. « Quei ,principii - egli dice - religiosi, di trascendenza divina, morali e civili del l'unità familiare, politici de'll 'autorità. dello Stato e della subordinazione dell'individuo al lo Stato, non sono ,affatt~ universali in quanto da tutti gli uomini ac- .cettabili e accettati nel corso della .storia .... Questi •;principii sono universali in quanto Roma, il Cri- ,stianesimo, la Rivoluzione francese (?) qualunque (i) Critica Fascista, 1° maggio. ■ ■ 1no 1 neo • .movimento di uomini e di idee che li ha affermato, ha saputo imporli agli 'altri, non in quanto « a ·priori » essi esistessero veri ed incontrovertibili » . È d·unque lo spirito umano che crea la realtà. La realtà fuori dello spirito non esiste. Ogni nazion•e si crea la sua verità nazionale. « I principii sono .uni'Versali soltanto per la forza e per l 'intensi,ià con cui sono stati prima particolari » . La sostanza idealistica di queste affermazioni, sembra, a ,me profano, .indiscutibile. Il Casini deve essere stato spinto senza volerlo verso l'idealismo dalla sua am,mirazione ,per Gioberti. Non discuto di merito. Chiedo soltanto· il parere di quegli altri toscani che com,battono a spa1 da tratta le iòee d,el Gentile .in nome appunto.... della verità nazio- .nale ! Il bello si è poi che gli idealisti autentici si .guardano bene di ded!!rre dai ·loro postulati le .conseguenze, per così dire, estremiste del Casini e dei suoi amici. Questa è dunque la contraddizione fondamentale della scuola ; nega,re i postuJati dell'idealismo e nello stesso tempo svilupparli fino alle più estreme conseguenze. 2. La negazione ·della verità obiettiva conduce infatti i'l Casini a rifugiarsi nel tradizionalismo. « Te1nÌamo per fermo quindi che esiste una verità nazionale, ·particolare, vera appunto •perchè noi la crediam0 e perchè •risponde alle nostre qualità, agli orientamenti e agli i!mpulsi della razza e nasce dalla tradizione. In definitiva questo ci conduce ad as- ' · ?umere un --_,puntofisso, ,sicuro (!) e storico di par- _tenza, che è la tradizione nazionale». Qui, se non sbag.lio, anche le posizioni spirituali d,e'll' idealismo sono oltrepassate. Siamo in ,piena scepsi rensiana. Il Rensi infatti, avendo nergato l'esistenza di ogni verità, subiettiva ed obiet- .tiva, universale e particolare, non trova più altra ,base al principio di autorità che il mero fatto cioè ' . ,la tradizione. Sulla tradizione, in conformità alle idee dei so·fisti greci, è fondata la .filosofia dell 'au- . , ,,
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