18 ROMOLO MURRI tutti gli impulsi· di popoli ancora riluttanti alla disciplina latina. Essa prorompe in eccessi, falsa in parte, come lamentò Nietzsche, lo spirito dell' umanismo, spezza l' unità spiritµal e del l' occidente, accentra ed esagera, da principio, i contrasti fra la natura e la grazia,· fra la storia mondana e il Regno venturo; ma è purtuttavia, nel suo insieme, un poderoso impulso alla armonia della vita, alla passion•e di ideali religiosi e civili, alla libera iniziativa creatrice nel campo di tutti gli isti- . . tut1 umani. Viene poi il terzo mom,ento, e giunge a piena maturità in un paese conservatosi faticosamente cattolico, in ,f rancia. La rivoluzione francese, nella sua più intima sostanza, non è che il tentativo, audace e sovente ingenuo, di adeguare la storia e la società umana, senza alcun rispetto per il passato e con intiera libertà di nuove creazioni, a quegli · ideli di .bontà, al la Rousseau, di giustizia, di paternità, che son come la traduzione laica del messaggio evangelico. Gli uomini sentono di dover fare la loro società e storica con spirito religioso, come espressione dei più alti valori di vita che essi intravvedono; e si accingono .a farla tale. Les Pa- ~·oles d'un croyant di La Mennais, e, ,più tardi, il misticismo democratic,o di 1Giuseppe Mazzini, per non citare che due dei •più insigni esempi, fra · innumerevoli, sono documenti di questo cristianesimo laicizzato, trasferito dall'oltre mondo alla so- . ' c1eta terrena. Ma appunto in questo ultimo periodo nuove delusioni si preparano e il contrasto fra i desiderii e la realtà; f.ra il programma e i fatti, assume le forme di una nuova tragedia. Se, prima, la radicale insufficienza dell'uomo e -della sua attività storica · terrena a soddisfare alle più intime esigenze dello spirito era una .dura legge del Fato, come nell 'antichità classica, o, come -poi con il cristianesimo, un provvido disegno di Dio che -raccoglieva nella sua Chiesa ,gli eletti e li prep·arava alla felicità .ventura, oggi l'uomo ha insi,eme l'orgoglio ed il peso e la responsa·bilità· di questo immane compito che egli si è assunto, di fare coi i suoi m-ezzi, con le sue passioni, con la sua volontà, così mobile e incerta, una storia divina. E come diversa dall'intento gli esce s·pesso l'opera ! E pro·prio nel primo rigoglio di questo misticismo febbrile di rinnovazione della società umana secondo giustizia, vien fuori e si diffonde e tripudia la mefistofelica ironìa Biblioteca Gino Bianco del marxismo, che dichiara essere gli uomini nelle loro illusioni ~manitarie giuocati dalla forza brutale degli interessi e degli strumenti tecnici del lavoro, espressa nella lotta di classe, il nuovo nome del Fato ,che governa la storia « borghese ». · Ma c'è poi anche una più sottile minaccia di quell'ottimismo. Impegnandosi intiero, con i suoi stessi beni ed ideali religiosi, nella storia terrena e nelle sue varie vicende, cercando nel tempo e nello spazio il Regno di Dio, non si sentirà l'uomoJ alla fine, sopraffatto e travolto dalla impermanenza, dal continuo fluire e trasmuta,rsi d'ogni cosa che è la storia ? Non sarà egli tratto a perdere ogni speranza di p0ter radicare la sua propria anima, oltre la labile superficie dei fenomeni, nella eternità divina, immobile? E, se egli pone a sè stesso i suoi · valori e le sue norme di vita, non avverrà - e una oramai larga e triste esperienza storica ha dimostrato come facilmente ciò avviene - che i decantati valori spirituali sieno poi abbassati al livello di tutte le cupidigie e le passioni del volgo, irrompenti nella sto•ria, e che la libertà, la quale doveva essere austera disciplina di eroici costruttori del nuovo tempio, diventi menzogna demagogica e capriccio di istinti e faziosità di interessi? Le fosche ·previsioni di un tramonto vicino della civiltà occidentale, l'amaro senso di irreducibili · ostacoli, nell 'anin1a dei popoli, al trionfo di una legge più alta che non sieno i loro interessi ed egoismi, armati di odii implacabili, sembrano chiudere oggi tragicamente l'esperienza del romantico ottimis·mo delle democrazie. Queste osservazioni e domande indicano, credo, ~n q~ali t~rmini si ponga per i contemporanei ed 1mpr1ma d1 sè tutto qu,esto momento stor_ico il problema del valore della storia. Questa deve essere, a suo modo, sede dei valori spirituàli ed eterni,' dura fatica volta ad attuarli, in tutte le costruzioni dello spirito, in armonia ·di coscienze e di vita· ma, ~•altra parte, la prova sino ad ora compiut~ l-~ad1_mostratoq.uanto sia facile che quei beni spintu~h,. port_ah nel campo degli interessi e degli egoism~, dei contrasti per la potenza e per la sopraffazione che questi provocano, perdano il loro aroma di vita e di immortalità e vaniscano ·in vane p~rvenze_e _illusi?ni di estetismo misticheggiante e d1 uman1tar1smo ingenuo. ' ROMOLOMURRI
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