Vita Nova - anno II - n. 8 - agosto 1926

18 ROMOLO MURRI tutti gli impulsi· di popoli ancora riluttanti alla disciplina latina. Essa prorompe in eccessi, falsa in parte, come lamentò Nietzsche, lo spirito dell' umanismo, spezza l' unità spiritµal e del l' occidente, accentra ed esagera, da principio, i contrasti fra la natura e la grazia,· fra la storia mondana e il Regno venturo; ma è purtuttavia, nel suo insieme, un poderoso impulso alla armonia della vita, alla passion•e di ideali religiosi e civili, alla libera iniziativa creatrice nel campo di tutti gli isti- . . tut1 umani. Viene poi il terzo mom,ento, e giunge a piena maturità in un paese conservatosi faticosamente cattolico, in ,f rancia. La rivoluzione francese, nella sua più intima sostanza, non è che il tentativo, audace e sovente ingenuo, di adeguare la storia e la società umana, senza alcun rispetto per il passato e con intiera libertà di nuove creazioni, a quegli · ideli di .bontà, al la Rousseau, di giustizia, di paternità, che son come la traduzione laica del messaggio evangelico. Gli uomini sentono di dover fare la loro società e storica con spirito religioso, come espressione dei più alti valori di vita che essi intravvedono; e si accingono .a farla tale. Les Pa- ~·oles d'un croyant di La Mennais, e, ,più tardi, il misticismo democratic,o di 1Giuseppe Mazzini, per non citare che due dei •più insigni esempi, fra · innumerevoli, sono documenti di questo cristianesimo laicizzato, trasferito dall'oltre mondo alla so- . ' c1eta terrena. Ma appunto in questo ultimo periodo nuove delusioni si preparano e il contrasto fra i desiderii e la realtà; f.ra il programma e i fatti, assume le forme di una nuova tragedia. Se, prima, la radicale insufficienza dell'uomo e -della sua attività storica · terrena a soddisfare alle più intime esigenze dello spirito era una .dura legge del Fato, come nell 'antichità classica, o, come -poi con il cristianesimo, un provvido disegno di Dio che -raccoglieva nella sua Chiesa ,gli eletti e li prep·arava alla felicità .ventura, oggi l'uomo ha insi,eme l'orgoglio ed il peso e la responsa·bilità· di questo immane compito che egli si è assunto, di fare coi i suoi m-ezzi, con le sue passioni, con la sua volontà, così mobile e incerta, una storia divina. E come diversa dall'intento gli esce s·pesso l'opera ! E pro·prio nel primo rigoglio di questo misticismo febbrile di rinnovazione della società umana secondo giustizia, vien fuori e si diffonde e tripudia la mefistofelica ironìa Biblioteca Gino Bianco del marxismo, che dichiara essere gli uomini nelle loro illusioni ~manitarie giuocati dalla forza brutale degli interessi e degli strumenti tecnici del lavoro, espressa nella lotta di classe, il nuovo nome del Fato ,che governa la storia « borghese ». · Ma c'è poi anche una più sottile minaccia di quell'ottimismo. Impegnandosi intiero, con i suoi stessi beni ed ideali religiosi, nella storia terrena e nelle sue varie vicende, cercando nel tempo e nello spazio il Regno di Dio, non si sentirà l'uomoJ alla fine, sopraffatto e travolto dalla impermanenza, dal continuo fluire e trasmuta,rsi d'ogni cosa che è la storia ? Non sarà egli tratto a perdere ogni speranza di p0ter radicare la sua propria anima, oltre la labile superficie dei fenomeni, nella eternità divina, immobile? E, se egli pone a sè stesso i suoi · valori e le sue norme di vita, non avverrà - e una oramai larga e triste esperienza storica ha dimostrato come facilmente ciò avviene - che i decantati valori spirituali sieno poi abbassati al livello di tutte le cupidigie e le passioni del volgo, irrompenti nella sto•ria, e che la libertà, la quale doveva essere austera disciplina di eroici costruttori del nuovo tempio, diventi menzogna demagogica e capriccio di istinti e faziosità di interessi? Le fosche ·previsioni di un tramonto vicino della civiltà occidentale, l'amaro senso di irreducibili · ostacoli, nell 'anin1a dei popoli, al trionfo di una legge più alta che non sieno i loro interessi ed egoismi, armati di odii implacabili, sembrano chiudere oggi tragicamente l'esperienza del romantico ottimis·mo delle democrazie. Queste osservazioni e domande indicano, credo, ~n q~ali t~rmini si ponga per i contemporanei ed 1mpr1ma d1 sè tutto qu,esto momento stor_ico il problema del valore della storia. Questa deve essere, a suo modo, sede dei valori spirituàli ed eterni,' dura fatica volta ad attuarli, in tutte le costruzioni dello spirito, in armonia ·di coscienze e di vita· ma, ~•altra parte, la prova sino ad ora compiut~ l-~ad1_mostratoq.uanto sia facile che quei beni spintu~h,. port_ah nel campo degli interessi e degli egoism~, dei contrasti per la potenza e per la sopraffazione che questi provocano, perdano il loro aroma di vita e di immortalità e vaniscano ·in vane p~rvenze_e _illusi?ni di estetismo misticheggiante e d1 uman1tar1smo ingenuo. ' ROMOLOMURRI

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