r LO STATO DI PERNAMBUCO 15 INDIGENI DELLO STATO DI PERNAMBUCO precipitando attraverso due batterie di filtro a sabbie mobili, per depositarsi in grandi serbatoi capaci di cinquecento mila metri cubi. E di là l'acqua purificata si dirama in ciclopiche condutture per tutta la zona al servizio di trecentomila abitanti. Ho detto che questo impianto è quasi un monumento perchè costruito nella tagliata della collina, gira e si stende a labirinto, affiorando come le cupole e le mura di una città dissepolta, in mezzo a coltivazioni di mandioca - la pianta che dà il pane agli indigeni, - a grandi ciuffi di euforbie e amaranti arborescenti. Fra l' intrico di lunghe mani. del ficus elastica e orti di aranci, sulla strada spaccata n~lla terra sanguigna, i negri chaffeurs lanciano impunemente le automobili, portandoci in un paesaggio di cui soltanto gli ldmò di Tripoli possono dare l'aspetto, con queste capanne rare e nane sperdute tra l'immensa coltivazione della zona dolce dove simile al granturco cresce la canna da zucchero. E in mezzo a queste distese sorgono le tettoie piatte dgli zuccherifici dove i laberinti lugubri e le mostruose J macchine IL COMMERCIO DEL COCCO: Un compratore bianco e un rivenditotore negro in convulsione trasformano in oro bianco le ricchezze di~questo prodotto di cui soltanto Pernambuco vanta una ~sportazione che è il triplo del nostro consumo in Italia. Si procede tra praterie e mandrie al pascolo per un fondo di strada fangosa, dove ogni tanto affiorano i tentacoli di un binario gettato nell'oasi e poi abbandonato. La mèta è una chiesa nel villaggio di Muritaca. Un'ottusa casa di Dio, una manata di calce nel paese grigio, dove la gente negra a terra ripete in un lamento funebre. i salmi della nostra religione. Bisogna essere qua, sentirsi smarrire nella vastità di questi paesi selvaggi, per comprendere tutto l'amore che si aduna nel solo nome d'Italia gridato da questi Salesiani di Don Bosco, devoti ad una fede che li muta in eroi nel sogno cristiano della patria più grande. Quando l'Avemaria suona, e al saluto che ogni missionario isolato invia al fratello del tugurio lontano, risponde il saluto, io vedo sopra queste cime sperdute agitarsi il tricolore come una fiamma, e ardere puramente nel cielo quasi notturno dove bruciano le prime Sorelle Oceanine ... M.MISEROCCHI NEGOZIO DI BELVE MORTE E SERPENTI VIVI Bibliot a Gino Bianco •
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