I BOLOGNA plesso mondo di materia e di spirito che .più non ' è vivo ; ma tra essi e i miti fantasiosi o le leggende é le incert~ narrazioni fondate sulla làbile • I memoria di uomini lontani• per di più dal mondo che descrivono, non c'è da esitare per la scelta. Alle lagrime di Priamo, ai ·bollori magnilo- · ' quenti di Achille, al rotolìo dello straziato corpo di Ettore... se pure .ci commoviamo, · nessuno di noi crede sul serio ; ma alle mura e ai cocci e ai bronzi che il piccone dello Schliemann e del Doerpfeld hanno resuscitati siamo obbligati a prestar f fède. Si diceva leggenda, quasi un•allegra trovata, l'età regia di Roma primitiva ; ma il piccone dello . scavatore, trovò sotto il piano del Fòro imperiale il cippo inscritto con l'inoppugnabile parola regei. La leggenda ci diceva. che il buon re Numa Pompilio, di stirpe diversa dal suo o dai suoi predecessori, ' e sulla ,base dei fatti positivi) .le antichissime vie di trànsito e di penetrazione della nostra civiltà ; e cosa ancor più miràbile, poi, vediamo che que: . ' . ste vie furon più tarai, le stesse che i soldati di • RQma, strumenti non solo di guerra ma artefici cli·_ pace feconda, stabilirono solidamente perchè su di esse ~arciassero, oltre alle aquile guerriere, la lex romana, l'humanitas, la Civiltà... insomma ! . J · Sic Fata voluerunt, diremo; e su quelle vie, oggi, la potenza d'Italia marcerà la stessa ·armonia. ~ nuovamente con - Che io mi dilunghi a dimostrare quale posto di primaria importanza spetti all'Archeologia nei fenomeni culturali, è perfettamente inutile. Essa ha un valore sentimentale indiscutibile, poichè, come ho già <:letto, appaga il nostro senso "umano più d'ogni altra scienza. Come l'uomo maturo ama risdegnosamente rifiutò di essere bruciato dopo mor- volgersi indietro, e con profonda tenerezza, ripente .. ; la vetusta legge decemvirale ci indicava l'e-'. sando la sua infanzia e la sua prima gioventù, e • sistenza dei due riti funebri così éliversi, crema- da questo suo atto traendo gioia conforto incitazione e inumazionè, nella Roma primitiva : ebbene mento, così un popolo intero sempre ama di tortutto ciò non avrebbe avuto positivo valore se... il piccone dello scavatore, di Giacomo Soni, non avesse restituito alla luce il se olcreto primitivo sottostante al fòro repubblicano, dove ~rem~zione ' · nare al suo passato, alle sue origini, non per in- . . . . . . e 1numaz1one vigonp 1ns1eme, commiste. E, dopo Roma, nessuna cittadinanza può rivolge~si al suo remoto passato con sensi d'orgoglio come la vostra, o Bolognesi : poichè è l'Archeologia (militante direi, per intendere quella di scavo) che vi dimostra l'antico valore e la forza della Stirpe. ,, I modesti cinerari delle vostre necropoli dette « villanoviane » (Porta S. Vitale, Porta S. Isaia, predio Benacci, Arnoaldi, eccetera) dicono, se studiati e· compresi, che prima del sorgere della potenza di Roma, tra il 1000 e il 600 A v. Cristo, ia villanoviana Bologna ~on l'euganea Este signo- ' • reggiarono con i loro commerci le regioni danu- • biano-carpàtiche, dalle malchiuse porte alpestri dopo ' ·il Carso selvaggio, fin quasi alle rive del Mar Nero. E noi, archeologi, semplicemente segnando sulla carta geografica i l1:1oghidi rinvenimento degli italici prodottì espprtati, tracciamo (anzi ritracciamo, ■ t • I rl anco . . . . . . tener1rs1 con pie e inattive memorie ma per conoscere intimamente la sua virtù, e spesso per ritro- , tJar sè stesso. Nessun popolo meglio del nostro sa . ' . . . questa venta : ogni nostra « ripresa », ogni nostro rinvigorimento, ogni" nostra rinascita è fatalmente legata al passato di travagli e di glorie! Di RO- • MANIT A' si nutrì ogni 1 Eroe (sfortunato o fortunato che sia) pensoso delle sorti della Patria; e da Cola di Rienzo a Benito Mussolini r.ipensiamoli tutti... i « Santi della nostra fede » che si com- ' pendia in una unica dolcissima parola : IT ALÌA ! E come « Dio ha reso l'Italia agli Italiani », così gli Italiani riprendano, essi soli per sè, lo studio della loro ~andezza passata ; si ricordino di quei « Santi della nostra fede » ; . si ricprdino degli J' italiani iniziatori : da Poggio Braccio lini e da Ciriaco Anconitano a Bartolomeo. Borghesi, al V~- sconti, al De Rossi, al Pigorini... E non si commetta più. l'inqualificabile len~cinio di offrire in • lettura agli Italiani, dopo l'ottobre 1922, la storia della loro Stirpe... traducendo ancora le sorpassate . ' I I I • I t .. • ' • I ' I l • ,, I • 1 i
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==