Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

il Papato, a torto re,putato un ostacolo ali 'indipendenza. In Italia, invece, i vari d'Azeglio, co,rti di mente, gracidavano imprudentemente contro il 1 Papato, compromettendo la .possi,bilità della guerra 1 liberatrice. *** Chi ne vedeva esattamente le conseguenze erano i clericali puri, e, per ·ragione ,di contrasto, Mazz1n1. La Civiltà cattolica ebbe profetiche affermazioni suH'avvenire del1' Italia dei « 1 libertini monarohici » che avrebbero lasciato << quel simu·- lacro di autorità irresponsabile, onde le moderne cost1 ituzioni ,hanno saputo conf,iscare, a profitito delle fazioni, la regia autorità ». Lo di- . . . ceva con scopo ant1un1tar10, ma con esattezza che è lealtà oggi riconoscere. li celebre .articolo de1 lla Civiltà << La sconfitta e la vittoria nella terza r,iscossa d'Italia » ( 1859, serie IV, vol. Il) fa il paio con la (< Dichiarazione» del 1 ° marzo di Mazzini, ugualmente deprecante una guerra che non avrebbe ,dato l'Italia d,a lui vagheggiata. Naturalmente, mentre i gesuiti sostenevano che il popolo ,era indifferente ali' idea .dell 'indipendenQUESTIONI DEL GIORNO za, Mazzini avrebbe voluto niente altro che la guerra di popolo, anzi un'estenuante guerriglia rivoluzionaria cui 1 l 'Europa avrebbe dato giusto ricono,sci,mento per paura di un incendio generale. 1Ma quando la guerra scoppiò, Mazzini fu al suo posto perchè l'Italia ne traesse tutto il vantaggio possibile. Chi stava per sè stesso, nè guelfo nè ghibellino, era que1 llo che oggi s: direbbe un selvaggio della poilitica: Nicolò T o,mmaseo che sognava un'Italia mosaico, almanaccando sull'Italia polverizzata dei Comuni medioevali. Tommaseo chiamava immorale Cavour perohè attentava a11'autonomia delie « cellette d 'api » ita,liane; ma, viceversa, era contrario al 1potere temporale. E sia ricordato per coloro che credono di farne un araldo di politica papista ! Tra gli estremismi 1mazziniani e cattolici, tra i paradossi dei pubb1licisti e la selvaticheria di T ommaseo, ecco la guerra ed ecco l'unità cavouriana che dà il primo fierissimo colpo al Potere T empora:le. Tutto il resto non è che la conseguenza log,ica delle premesse del J 858 - 1859 e l'episodio del XX settembre (non più ohe un episodio) è la risultante dell'incertezza francese, del carpe diem italiano e del1'intransigenza pontificia. Bi lioteca Gino Bianc 61 Unica protesta, unico tentativo d,i deviazione al programma iniziato da Cavour, Mentana. Non ci sembra di aver dunque torto se abbiamo tentato d'illuminare attraverso le fasi storiche la nostra tesi : che il Fascismo avendo superato definitivamente lo pseudo machiavellismo liberale, ,è maturo per rivedere la ,legge delle Guarentigie e, comunque, per regolare su nuove basi il rapporto Chiesa-Stato. Che il Fascismo avendo ripreso l'idea mazziniana dello Stato non solo non agnostico, ma religio,so, può dimettere la veccihia mentalità dei luoghi comuni e risolvere il prob·lema in senso neoghi1be1 lliiano• col connubio dantesco dell'Aquila e della Croce. Altrimenti il Fascismo deve accettare tutto in pieno: dalla clandestina Breccia di Porta Pia alla legge sulle Guarentige contro la quale protestano• e la dignità e la storia del Papato che per riinnegare alcunohè di simile ha giocato fin dal 1859 (con preveggenza mirabile) il Regno T empo,rale ; e contro le quali uno dei nostri .maestri e precursori, Francesco Crispi, levava la condanna de'1 1 la « provvisorietà e della rivedibilità ». ARMANDO LoooLINI

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