Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

fico, ma a patto, per ·l~appunto, di passare in pensiero filosofico. Qui, invece, sbocca facilmente i1n una teosofia, la quale si distingue da quelila fiorita ,in occidente, per la sua impronta moraleggiante. La scuola più i1 mportante pare queilla del SOLOVJOVd, el quale ,il Lo Gatto ha tradotto, ·presso il Pa1ravia, Il bene nella natura uman'Cl (1925). *** ,Molto i1nteressante è il volumetto che raccoglie una polemica tra il gesuita MAX PRIBILLAe il proifessore AUGUSTO ,MESSER, Katholiches und modemes Denken (Strecker u. S.chroder, Stuttgart). Il Messer, che è un kant,iano, aveva posto la questione : se col pensiero moderno fosse conciliabile il principio di autorità come è inteso ne!lla Chiesa Catto1ica. La r,i51postai,nclinava, evidentemente, alla negazione. La di,sputa, serena e stri·ngata, da una parte e daH 'altra, 1si aggjra quasi esclu·sivamente nel campo del problema morale. Per qua1I1toil !Messer si batta con armi foITTD.idabili prese dalla concezione kantiana della autonomia deHa rag,ione nell'atto morale, al iPribilla, tuttav,ia, non ma,nca modo, non solo di difendersi, ma anche ta:lvolta di attaccare. La stessa morale kantiana gliene offre .il destro. Id 1pro◄blema sarebbe molto più grave se 1non·ci si f elimasse, col ,Messer, al'la Jìloiso,.fia dj Kant : .se si passasse a u.na fì1 losofìa che a'bbia apertamente assorbito in sè il contenuto del'la fede reliigiosa. ., *** Passiamo in Francia. Una cu1-:iosità natura1le ·può spingere qualcuno ad acquistare uno dei Cahiers contemporains, dal ,titolo Ce que je sais de Dieu, nel quale 1piùdi venti pensatori espongono le rag1ionid,eillaloro fede retigiosa. 1 Ma sono, in generale, scritti di poco o nessun valore filo~fico, e non val la pena cli raccattare qualche ,brjciola di pensiero qua e 1 là. Invece, è stato iun vero serv,izio reso agli studi di filosofia religiosa la pu·bblicazione di un corso di leBibio ca RASSEGNE zioni tenuto dal LAGNEAU, D·e l' existence de Dieu (Allcan, )925), e raccolte di su gli appunti degli scolari del liceo Michelet nell'anno scolastico 1892-J 893. l·l Lagneau, ' . . e un pensatore ,morto quas,1ignorato. Di· lui ,preparano la pubblicaziione anche di alitri scritti inediti ; e faranno ,cosa degna: ,ch'è egli merita, per la robustezza e prdf ondi,tà delJa sua meditazione di essere 1argarnente conosoi,uto. ,Sembra che ,in Francia lo splendore della filotSofìa del Bergson abbia osaurato, il nome di ogni altro. Basta citare il caso di M. Blondel.· .E questo volumetto del Lagneau è un aneldo importante della catena preziosa, che la Francia possiede, di- filosofi spiritualisti, ~ quali non si ,sono creduti esonerati, per serbare la loro fede religiosa, di sottrarla al fuoco della speculazione moderna. 1,1 1Lagneau, - ad es. si batte con Kant con ,molto acume, e dall'assorbimento del,la stessa filoso·fia kantiana fa sorgere il motivo fondamentale della sua fede. La conchiusione ultima è queHa stessa alla quale arrivava in queUo stesso anno il ,Blondd, con la wa Azione. Non ,è senza significato -I' incontro di questi due catto,lici affacciati,si contemporaneamente a1 l mondo della filosofia modema. A. CARLINI ARTE La XV Biennale Veneziana. Si è già detto che la biennale veneziana, per quel che riguarda gli italiani, ·merita d'esser considerata con seria attenzione, e permette finalmente di ~prir l'animo alila 1 speranza in un ritorno agl,i etern.i ed immutabili ptinci1p1 de1lla miglior tradizione .. La ragione .prima d!i questo ottimismo deve esser cercata, a nostro avviso, ne1 l fallimento 1 ben certo di tutt,i i conati rivoluzionari, e, al tempo stesso, di tutte le stucchevoli operosità che hanno per guida la cc maniera » pittorica e la def 1 icienza inteUettuale. L'esibizione, passata sotto un 53 silenzio di ma1laugurio, di tutti gli 1 .< ismi » d'ultimo grido·, e l 'astensione dei ,più quotati produttori di pittura a metri quadrati, hanno permesso ,il crearsi di una atmosfera serena intorno alle opere veramente degne d'esser chiamate artistiche. Non si creda pertanto che , manchi il .peso morto di innumerevoli aborti ,pittorici ; si potrebbe dire, anzi, che il numero delle opere indegne accolte dalla g,iuria è di troppo superiore a quelJo giustifi-• cabile con i più larghi criteri d 'opportunità ; ma si deve ammettere che cento quadri• assolutamente brutti disturban meno di dieci altr,i la cui fa1 lsità si 1prestasse ali' an1biguo. Per intenderci: la presenza di uno S-cattola, magari travestito da neocla,ssico, è preferibile a quella di un• Pomi o •di un Beppe Ciardi, fortunatam•ente ritirati sul1 'A ventino. C'è Nomell,ini, si ,potrebbe dire, che vendica da solo tutti gli assenti, con 1 la sua ,inesorabile fac-' eia tosta di allegro• pasticciere ; e confonde i ,più duri avversari con la petulanza 1chiassosa di una e< maniera » che offende e disgusta : c'è lrolli, questo pernicioso barattiere deHa tavolozza, che riesce da troppo tempo a darla a bere al prossimo co,n la spavalda e 'Libertaria attività d'uo,mo che ignora o,gni freno o disciplina, oltre che sor,do compiutamente alle armonie più facili ed elementari ; ;la ,sua pittura abbondante e facilona è talvoilta messa a pari con quella autentica e magistrale di Anton,io Mancini, a cagione di un equivoco sfruttato dal napoletano oltre 1 1' onesta misura. E non manca M,ilesi, l'uomo di tutti i partiti, i,l pittore nato ,per lusingare le presunzioni ,inteldettuali del droghiere arricchito, con la sua pitturetta illustrativa e monda d' ogni peccaito• d'inventiva o di gusto : e 1 1' ineffa1bile Laurenti, battezzato e pettinato irr,imediabilmente da Soffici, ma sempre vivo e « poetico n da fare accapponar la pelle. Anche Sarrtorio, delila vecchia guardia, giuoca una brutta carta, quest'anno : viste di lontano e di primo sguardo, ile sue pitture denunciano

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