• 50 volta, un modello di autabiograf;a critica perchè tutto l'interesse è vo,l-- to alla scoperta dei motivi eterni della personalità filosofica e letteraria ,senza amo1 re per le co,se di pob . e· f co momento: una auto 1ograi'a atta sotto J 'aspetto del pensiero, per-- chè da essa vediamo rampollare tutti i problemi filosofici conterr.poraneamente a queltli pratici e tra le due serie non v'è opposizione. lil, Croce « ,pratico >> anche se no,i non lo vedes,s,irnodescritto• in queste pagine, lo immag,inere.mmo tale e cioè non diverso da ,come lo pensiamo rifacendo il proce1 sso de,l suo pen-- siero. E così assistiamo ai oomerosi drammi ,(ne.I •più alto senso} del suo pensiero: al suo vario accostarsi ora ail .De Sanctis, ora al La,brio,la, ora a:l Genti11e, ora allo Hege,l, o,ra al Vico, oTa infine a questo o a quel griande, c!he ,è co,me uno scoprire sè stesso, quella « vocazione n com' egJi ,la dhiama i,n principio, che è la sua pe~sonalità concreta. Ed è un modello ancora per coloro che avviandosi agli studi v-engo,noa co... no,scere il modo onde ,il Croce seppe tenere ,il- suo spirito sempre rivo,lto a probJemi e,ssenzi.a•l 1 i e non ad occu,pazioni frammentarie e disper,si-- ve, seppe s00.prire ciò che vi era di reale ne] suo terQperamento, seppe infine util,izzare il tempo che fugge velo(:emente, per creare quel grandioso ,mov-imentodi ooltura che ha rinnovato :la vita degli studi •in Italia, e che ha tanta pa~te nella creazione del fascismo, o se si vuoile meglio, del di,ma spirituale nel quale il fasoismo è nato, che è, in ultima analisi, il fasoismo stesso. A.utdhiog-rafia quin,di ,ricca di molteplici .ins•egnam,enti. Del D'Annunzio si occu.pa F rancesoo Florra (FRANCESCOFLORA, D'Annunzio, Napoli, Ricciardi, 1926) con q1uell'acutezza e perspicui,tà che noi conosciamo sin da.Ila prima edizione del suo fortunato volume Dal Romanticismo al Futuri-- smo. Non era certo facile, con que- . sti chiari di luna, rifare tutto un esaime cr,itico sull'opera diannunzia-- na dopo le monogtlafie del Croce, del Bairgese, del Gargiulo, del Mo-- rello, del Donati, d,el Pasini e gli f.tudi particolari, ma ugualmente noib·ioteca Gino Bianco • RASSEGNE tevoli sotto diversi aspetti, del Thovez, del ·Cecclhi, del Serr.a, deJ Bruers e di ~Itri dhe son noti ai più. T uttav,ia se un critico serio come il Flora si è messo ,a studiare il D'Annm1zio è segno che sullo sorit-- tore aveva v,edute sue da mostrare e difatti anc'he a-l più sca,ltro let-- tore, questo saggio non ,può affatto apparire un rifacimento di altru1 i concetti, neanche .là dove la tesi crociana della sensualità riappare, per la stes•sa rag,ione ·per i}a quale nel suo precedente libro il Flora aveva saputo rifar suoi molti con-- eietti croci.ani, traendone uti,l,i sviluppi. Già ,si sa: un libro di cr.i-- tica è sell1Pre un momento ,della storia cr.itica su un dato autore, è, cioè, una pagiina deUa storria de,Ua 011iticae peroiò, data la chiarezza e :laculltura d,el Flora, questa recente monografia, mentre tien conto della letteratura critica ,dannunziana ailda quale necessariamente doveva ricolleg,arsi, segna davvero un progresso ri~etto alle pr•eceden-ti. L'autore non 1POteva infatti non tener conto delile altrui esperienze per ricostruire la personalità poetica del D 'Annunzio così come non poteva affii- ,dar,si a1 lla sua ,sensibi,I,itàdi moderno e di colti•ssimo critico. In fondo quello ohe fa il ,F 1 lora è oo' o,pe.ra corag·gio1sain questo •mome,nto di ,risveglio dannunZJianodovuto alla no-- bili,ssima pa,rtecipazione del poeta alla guerra e alla rinascita nazionale ; coraggiosa perchè ha voluto segnare i limiti ,con il più ·scrupoloso rigore, della persona,lità diel poeta, .prescindendo da tutti quegli elementi oratori e pratici che, numerosi, incorniciano .I~ opera d'arte. La stessa tesi della .lussuria sostenuta dal Flora; lussuria che caratterizza tutta ,I' o,pera dannunziana, è u,n termine che assai opportunamente si pr.esta a separare gili ellementi f,ittizi e retorici, in cu,i il poeta con compiacenza vonrebbe esprimel'lsi, dia quegli altri in cui appunto quel suo temperamento lussuriotSo è espresso compiutamente. Si presta.va qui,ndi al ·nuovo critico la ,possibilità di un i,nvestigazione sottile e minuta di tutta l'opera; e quest'inv,estigazione egli ha fatto dal Pri-- mo vere alle più recent•i ,pagine, senZJa una ,sosta e senza dimenticanze, oon vigoria di acume ~empre sorretto da un ragionamento l1mp1do e serrato 111e'l quale circola la conoscenza ipersonal e di tu_tta 1 1 'opera dannunziana. Non vogliamo ,rifare - com,e p~re •speriam<;> _di r~fare altrov•e ~ il processo or.it•icodel ~lora. Ci è :bastato accennare ali atteggiamento d~ ]~ii pe! 1?'5°iar~im-- maginare quali siano 1 r1su,ltati che egili ottiene e ,il ,progresso che la critica 1dannunZ!ianaha fatto con da sua fatica. L 'A nticroce di Giovann,i Lanza- . Ione {Salerno, J 926) è un volume di cui non vorremmo dire nè ma,le · nè bene per non ri,pete-re ile critiche che ormai tutti san fare alla conce- - ziooe moraiistica de·ll 'arte e nemmeno .le Jodi per ,la co5tanza con la quale ,i,I Lanzallone, pur dopo quelle critiche, persegue neHa sua ope- •ra. Ed .invero egil,ic1 he crede di possedere certe v.i,rtù speculative non si accorge de:11.afragilità su cui poggiano i suoi ragionamenti e del,la inanità degli sforzi da lui compiuti pe.r d,i,mostrare quel'la dre è indimostrab :1le anche in sede empirica. ,Certo non gtli faremo il torto di c,ritica,rlo as,pramente per Ja pretesa di far .tabula ra.sa dell'estetica ero- .ciana com 1 'aiuto d1el vecchio pregiudiZJio de!l1'a1rte •moiraile, appunto per non .rÌ,petere quello ohe non è.i sentiamo di dimostrare qui, che l 'arte è attività fantastica in cuji entrano tutte le a1 ltre facoltà delilo ~pirito e che il C·roce non ha mai esaltato• i1 I perverti,mento mor.ale degli scrittori ; ha dimostrato solo ohe tutte 1 le bel:le id:ee, i ,più gener~i propos1iti, quando non vivooo neU'espressio·ne artist,ica, ,rimangono al di qua deM'arte ,e sono pertanto sforzi inutili ; mentre neanohe i,I prof. Lanzalone potrà chiudere gli· oc.ohi o fare il viso dell'armi ad opell'e di stupenda bellezza sol perchè non esprimono proprio quei nobilii sentimenti che, dd resto, vorremmo tutti che fossero ,la leva del1~ azioni umane. E perciò non crediamo che ,la scuo1la letteraria che egli si prqpone di band 1 ire i.n questa mo,dema Italia, coiirotta e i,mmorale . ' r,1marràuna sterile ,esercitazione letteratia come quei versi ohe ,il Lan-
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