Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

concorreva l'Associazione Nazionale per i Missionari, ohe diretta dal Sen. SchiappareUi, svolgeva un'assidua propaganda di italian,Ìtà, con scuole e con altre opere di as• sistenza, le quali nonostante gl•i ostacoli ad esse frapposte da altre Nazioni - riusc,ivano a far sì che quelle terre si preparassero ad entrare nella sfera della nostra influenza po.litica. Il rev. dott. G. Capra, che ha scritto a .lungo su quella regione, ci parla deile possibilità di lavoro per molti italiani, che avrebbero potuto concorrere alla redenzione morale, materiale, e sociaie di queUa terra, se la cieca politica dell'Inghilterra non avesse spinto la GJ,eoia nell'avventura anatolica, da cui tanto danno ,doveva venire non solo alla Grecia stessa ma a tutta l'influenza delle Nazioni europee nel Levante, e avesse oessato di contrastare - con ,una tenacia degna dii miglior scopo - il diritto che .oi era stato riconosciuto da temsu quei territo,ri. - L'lta 1 lia avrebbe senza dubbio trovato un modus vivendi con la Turchia, il cui nazionalis,monon sarebbe stato esasperato dal fatto che contro di esso si era ' voluto gettare l'ellenismo, ed avrebbe continuato a svolgere in Asia Minore quella missione di ci viltà, cui la chia•mava, oltre la sua necessità di espansione, anche il ricordo, di Roma, che si rivela con le superbe gradinate di anfiteatri di ,Porto Vati, Aspendo o con ciiò che rimane di •strade, di ponti, di terme e mura. Vediamo, invece, brevemente, sulla scorta di documenti ufficiali, come l'Italia venisse spogliata di quanto a lei dava diritto di ottenere e la vittoria raggiunta e le promesse avute. Il Trattato d,i Londra del 26 aprile 1915, ali' art. 9, stabi,liva che « la Francia, la Gran Bretagna e la Russia riconoscono in genere che l'Italia è interessata al -mantenimento dell'equilibrio del Mediterraneo, ed in caso di una spartizione totale della Turchia Asiatica l' Italia dovrà ricevere in parte equi valente talune provincie contigue al territorio di Adalia, dove gli Italiani hanno già dei dir,itti e ,degli • RASSEGNE interessi ». Ma quando nel 1916 l'on. Sonnino cominciò a volere con fermezza e spirito italiano che meglio si specificassero le parti di territorio spettanti ali' Italia in Asia Minore, in caso di di visione, e a formulare concrete proposte, la Russia, l 'lng•hilterra e la Francia co1 minrono a tergi versare ad accordarsi fra di loro per riitardare al massimo la consegna delle convenzioni fra di loro firmate nei riguardi dell'Asia Minore : convenzioni che, essi teme- ' ano, potevano so,llevare l'indignazione italiana. Ed infatti I" accordo segreto che essi avevano fra di loro firmato nella primavera del 19I6, determinava i principi general,i deila spartizione dell'Asia Minore, ed in tale accordi si dividevano generosamente fra di essi quei terr,itori, e ,dettavano norme per non consentire che un'altra potenza potesse acquistare larga influenza ·ne1 l1la Arabia, negando con questo ogni diritto ad es.pandersi aH'Italia. · G,li alleati, invero, anche alla fine del 1916 ci riconoscevano come pegno il Dodecaneso, la Li 1 bia ed una zona d'influenza ad Adalia: e, strano cas<?', il Dodecaneso era già in nostre mani perchè conquistato prima della guerra, la Libia pure, e la sfera d1 i influenza su A dalia, anch'essa era stata stabilita prima . della guerra : quanta generosità e quanta lealtà da parte delle tre potenze aUeate ! La Russia intanto, per la rivoluzione bolscevica, scompa11ivadall 'alleanza e tanto Francia che Inghilterra pareva do•vessero svolgere un' oipera più efficace e più serena perohè l'Italia potesse trovare in esse delle vere e 1 proprie alleate: già vi era stato - assente la Russia - I' accordo di S. Giovanni di Mor.iana dell'aprile del 19I' 7 per cui l'Italia otteneva il controllo sulla costa occidentale dell 'As,ià Minore, Smirne inclusa: e ta1 le accordo ebbe ,infatti la sua sanzione da parte della Francia ed Inghilterra con lo sbarco dei greci in Smirne, avvenuto nel maggio del 1919. Durante tutte le trattati ve, in tutti i documenti, la nostra Patria è considerata con tali. forme offens1ive e poco dignitose che anche a rilegBibliote a Gino Bi neo 39 gerle ora noi sentiamo sorgere in noi un desiderio di ribellione contro tutte le manovre ipocrite che hanno inceppato ,il cammino dell 'I tal ;a nella sua via di potenza : e per le nostre richieste in Asia Minore, quali accuse di megalomania, di intrattabi.Iità, contro di noi da coloro .che non erano mai saz,i di nuovi possedimenti, di nuove terre ! Abbiamo voluto che anche in queste nostre cronache fo&se segnato quanto hanno rivelato i documenti recenti, poichè giova ricordare : giova ricordare sopratutto ora che •la nostra Patria, sotto una guida sicura, è avvia,ta verso alti destini ; gio,va ricordare anche perchè nella revisione delle assegnazioni di terre ,coloniali che dovrà indubbiamente essere fatta, l'Italia 1 potrà far vedere al mondo intero quànto •siano stato calpesta ti i suoi diritti, e quanto sia stato irriso - da chi più ne ha tratto vantaggio - il suo sacrificio di sangue e di ricchezza. UGO BASSI POLITICA SCOLASTICA De minimis ... Premetto, a sca1 nso di equivoci per chi non mi conosce bene, che iio sono un faruto,r,e antico e sincero della ri/orma Genti le, rispetto alla scuola media. De·lla bontà di essa, ove altre ragioni assai più elevate non bastassero a convincermi, varrebbe per ime questa so1 la, che ne hanno paura un po' tutti, alunni, famiglie, ,insegnanti, tutti quelli, s'intende, che hanno qualche ,motivo di paura. E, per l'alta sti.ma, ch,e ho degli uomini egregi che reggono ora .le sorti dell'istruzione pubblica in Italia, credo, 1 ohe essi intendano davvero applicarla con persuasione sincera di questa ,sua bontà e con 1 le intenzio,ni ,mig'liori ,eh' essa dia i frutti, che l'Autore suo ne attendeva. Soltanto, de minimis ... E io sono invece convinto che, nella vita, co-

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