Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

ri,tuali antitetiche alla sana tradizione italiana - hanno creato l'istituto rappresentativo a base popolare. Dioiamolo pure : i,l Parlamento è antifascista ! I.I fasciismo non è nè demagogia, nè formula di compromesso del residuale mondo politico scaturito dall'ideologia liberal-democratica. È 1 I 'inverso. È antiliberal,ismo e antidemocrazia. Sotto questo aspetto il suo istituto legislativo è uno, il Senato; e l 'antiparlamentarismo genericamente enunciato nel programma e nei vari atti significativi dal fascismo va 11isoduto in una formula netta ; niente ·Parlamento. La funzione rappresentativa e legislativa certamente non cesserà nello Stato fasci sta : e lo diciamo a conforto dei costituz,ionali e di quanti - crediamo assai pochi - hanno eccessiva fìd,ucia negli organi rappresentativi. Non cesserà ancorchè con Mussolini potrebbe anche aver esaurita gran parte del suo ruolo. Noi siamo d,i quelli che vediamo nella vita politica nazionale il Capo innanzi tutto. In ogni modo una Camera potrà o dovrà esserci, secondo il nuovo spir.ito, le nuove esigenze e, soprattutto, i fini, che s'è imposto i,l fascismo nelJa vita nazionale : e questa Camera non potrà essere che il nuovo Senato, il Senato ringiovanito, ringagliardito, rinfrescato con l'ammissione delle nuove fo,rze della produzione. Il Senato ha una tradizione romana gagliarda e indiscutibile ; il Senato ha ancora l'impronta della . . . . . sua or1g1ne ar1stocrat1camente rappresentativa ; il Senato ancora conserva, di fronte alla d·ecadenza del- )' Istituto pa11lamentare, un' austeni,tà di costume ed un previlegio di sobrietà, che sono titolo di orgoglio. È l'organo rappresentativo per ecce·lilenza, al quale la progettata riforma non potrà togliere la ,prerogativa politica. Il parlamentarismo vieux style in Italia è finito. Paree sepulto I Anche qui, dunque, .Io spettacolo è cambiato. Come esige la vita nuova d'Italia. RASSEGNE La quale ltal,ia rinasce, davvero, senza nessuna ripetizione declamatoria ed enfatica. Ha vent'anni - come disse a Pisa il Duce, nel suo viaggio trionfale di fin di maggio. Ha vent'anni, e cioè, si trova nel1 'ora decisiva, nella quale si forgia · il carattere, per affrontare I' avvenire. ·Lo disse anche il Duce - a Genova, a Pisa, a Prato - quali dovevano essere i capisaldi di questo carattere, che deve garantire lo sviluppo nel tempo: tenacia, volontà, disciplina, genio costruttore, audacia nell'osare, perseveranza nell ',insistere. Così è : la prima giovinezza è passata ; ed è l'epoca dell'avviamento decisivo, l'epoca dei vent'anni. Anche i popoli hanno le lo- ' . . ro ,eta: e ripetono, con un ritmo eguale, talvolta, le tappe della vita deU'uomo. Oggi siam giova111,i:e il destino 1 'abbiamo in ,pugno, giacchè i.I nostro avvenire è soprattutto un atto di volontà ferma ed eroica. Vorremo ? Oseremo ? Insisteremo ? È lecito il prognostico ? Forse ! N1eaibbiam prove spesso, . . ogn,1giorno. Ieri i:l Primo Ministro raccolse a Genova, a Pisa, a Prato, la deli-· rante promessa di quei cittadini in massa, che Gli ripeterooo il giuramento d,i fede e, soprattutto, di aziooe ; ed eran cittadini, che conservano intatta la duplice trad:izione gloriosa dei due rinascimenti, che son la 1maggiore forza nazionaJe : la conquista del mare e la conquista dello sp,irito nelle più belle manifestazioni d'arte ; oggi son le giovani reclute, che ri,petono il giuramento ; sono i v,ecchi so,ldati in congedo, che fan promessa di mantenere intatta la fiamma della passione patria .. Sono aspetti diversi, ma iii sostrato è id1 entico : l1 a volontà c'è, dappertutto, in tutti gli strati sociali, in tutte le classi, in tutti i cittadini. Volere ! La parola -è azione. Ieri iiiCapo disse: ·l'Italia è povera, non ha grano, non ha pane nelle sue terte. Occorre combatte,re la battaglia delila sp,iga. Ed ecco che il Primo Cittadino sente l'ammonimento. N,ella tenuta reale di Castel1porziano s'è coltivata la spiga in maniera prodigiosa. Il Sovrano lo fa vedere al Primo Ministro : l'accompagna I Bibliote a IO a CO 37 nella plaga ridente e florida, gli mostra il miracolo, gli offre, infine, un mazzo di fiori. Sono ore di significazione meravigliosa. Senza nessuna retorica starei p•er dire che in queU'ora di Castelporziano è r,inserrata .la duplice più grande promessa : quella che vien dallo spirito alla materia, quella che dal prodotto della terra s'innalza al prodotto della volo,ntà, quella che unisce la vittoria dell'uomo e l'unità nazionale. Nulla m'ha commosso di più di quest'atto semplice e regale insieme del Sovrano, che ha realizzato insieme e il miracolo della volontà sulla terra e, nel gesto cordiale, una unione, che supera il formalismo consuetudinario : quel,la che lega al massimo grado la Corona e, il Governo, la monarchia e il popolo, la trad,i~ione, che conserva la forza del passato e la volontà, che esprime la necessità e il destino di perpetuare la tradizione\) innalzanr dola al grado supremo. Segnamo la data, giacchè è tanto significativa : 14 giugno 1926. La storia, forse, un giorno, ,potrà trovare in questo giorno un valore, che nemmeno noi, ogg.i, aff·rettati . . . . . cron1st1, sapp1am precisare appieno. • *** P,erch.è insisto tanto su questi aspetti mora,li della nostra vita politica ? Perchè riferisco e riipeto gesti, atti, che s'ispirano a problemi di volontà ? La politica, in effetti, non è soltanto forza; o, meglio, è forza, sì, dovunque: ma con attributi diversi. E, sic-come c'è politica e poli tica, poi i,tica che gui- , da e politica intesa in senso più .Jargo, come r1ealizzazione nazionale, come espressione della vita del paese : così, io dico, ,la forza è in entr.ambe soprattuitto forza moiral•e,volontà etica, spirito attivo, · che si celebra ,ne·ll'affermarsi. E, quest 'è oggi, infatti, il carattere pr~cipuo del nostro fascismo. L'on. Turati ha tenuto a Brescia un discorso, che oserei chiamare, ancorchè si sia abusato dell 'agget- , tivo, fondamentale. Ha parlato di intransigeDZJa,d.i disciplina, di com- . piti nostri, proprio sotto questa lu-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==