• LA TRAGEDIA DELL'E-ROE 1E DELLA ·sTIRPE (" GIULIO CESARE,, DI ENRICO CORRADINI) L'eroe, non queillo del suo tempo e delle sue molte e u,mane passioni, nè quello che viene imparzialmente ritratto da.Ila storia sulla base di accurate ricerche e di · attente documentazioni~ ma quello che prende volto e figura dalla leggenda, soffre e v,ive nei secoli un dramma che è il dramma sempre rinnovato deUa sua gente e della ,sua stirpe. .L'eroe in parte seconda e in parte vivamente contrasta e avveiisa Ja sua gente ; e più contrasta e più avversa ·le maggioranze anche se nei momenti felici esse fil accendono del iSUO•11icoroo e ,per le sue gesta. Tutti i popoli ,corrono verso il proprio grande e mediocre destino sospinti dailaa passione dei politici, dei .guerrieri, dei creatori e d,egli artisti e trattenuti dall 'edoniQilo comodo e imbelle deii molti. Creare il tipo del- .19 e~~, q1:1ell<t?ra tu!ti ~egl~o rappresentati~o della gente ·e d1 tutti g,l1 15forz1, i patimenti, le glorie, la volontà ·del,la_ s~a stirp~, ,arear~ il Capo che regge e supera_ i ·secolh, ,e compito d,elJ arte. E se questo eroe del Mito •e della leggenda è vicino e aderisce ali' eroe de,lla sto- .ri_aimparziale, l'opera d'arte è p~ù compiuta perchè rag- _g1:u~gela sua perfet,ta unità nel compito educativo ,e formativo del.le generazioni dei ,più giovani. · Enrico Corradini facendo della tragedia di Giulio Cesare ,per .mol,ti anni « i,l -tema fondamentale deUa sua a~tività interio~e », ha costruito una compiuta opera d ~e, resa perfetta dal suo ,profondo intuito politico e storico e_ben degna d'esserie_ ded 1 ica.ta perchè concepita e< nella immanenza del.la st1r,pe » - al milite ignoto della nuova Italia. L'eroe così conoepito, è una re.altà anche dove la leggenda vin~e sul'la verità ,storica; è anzi, la più profon?a e ,la_,p1 1ù ver~ delile r•ea!tà •perchè è l'unica eh.e dur1 e sospinga nell alto ,camm1no e alle vette del Mito e de.Il' Arte. L8: tragedia _di ,Cesare è la tragedia di Roma, è la tragedia della stirpe, :è ~1dramma di tutte le generazioni passate e 1el!e recenti sino aiUenostre più giovani, r,inno-- ':~te n~H azione e. nel s~crifizio guerriero. Sempre l 1d~a d1 ,~orna _domina la vita e gli atti di Cesare : sempre 11 dest~no di Roma •guida e corregge gli atti di Cesar,e. Perciò questo Ces~re ,di Corradini è vivo e presente ,nella nostra fantasia -e nel nostro istinto come è vivo nella realtà storica. Esso non ha antagonismi anche :se mu?re pug~al~to: :sso è l'unica figura deJla traged,ia perche tutto e vile e informe ,materia attorno a sè e nel campo nemico. Non è un antagonista Pompeo vecchio e stanco, nè Catone Uticense ne,Ua sua negazione l'istretta e angolosa, onesta e dura, e nemmeno Bruto vite nemmeno Cassio sebben,e più acuto e quasi ateniese nello spirito e nelle parole. Tutte queste figure sono minori di fronte a ,Gesare e non hanno maggiore im~ portanza dal punto di vista ,deHa storia e delila politica, .. d,ella figura di C,icerone ch,e ha acuto il giudizio e vivissima e attualissima la sensi,bilità ma nu,llo il pensiero e ond,eggianlie la volontà in tempi cli così duro ferro. Dov,e è alilora l'antagonista ? ,È nello stesso destino ,di Roma ed è qui uno dei più intensi elementi del dramma. È nel duro e faticoso cammino di Roma; nelle -sue soste •necessarie, nei suoi smarri,menti inevitabili e nelle suè penose ma certe e ·durature vittorie. Sempr,e C,esaire fece da solo contro amici e nemici; da quando sul piccolo Rubicone si arrestarono dubbiose le sue .legion,i che avevano superato fiumi assai più grandi tonanti neUa notte, a quando entrò a Roma tra le plebi incerte e un Senato indegno. Grezza e triste materia queHa che vale a costruire il grande ,edificio dell 9 lmpero ! Avid,ità e spirito di vendetta lo circ0111danoe tentano vincere la sua clemenza dop~ :la_giornata di F arsag,lia ; un folle sog•no e volgari oup1dig1e, ar~o la mano dei sicruii mentre egli si app,esta al.I u!lt1ma guerra per la grandezza di Roma ! *** . . <;)ltre tutte queste èonsiderazioni che possono avere •r1efr1mento alla allegoria pol,itica che è nel fondo del1 'opera, ,è oppor~no dire che questo dramma è profondamente e1lass1coe umano. È classico di .un classicismo schi~tto e semplice ri1 stretto al.la nuda e sobria rapp~e~ent~ZJione dellie_ figure ,e delle passioni senza lenoc1-nio di forma e r.1cer-cadi effetti · classico e romano senz,a stJudio di gesti e senza pazi~nti adattamenti di c~rt~ne ; um!l~o per ~a umanità e per la verità delle paiss1011llclhe s1 intrecciano e dàinino vita e significato al dramma. Cesarie_ è grande e romano: ma .tutte ile persone di se_cond? ·piano so!1O~rammenti di romanità; e 19 uno e g·h al~ri _sono donun~ti dal destino di Roma, vincono e son vinti dal.la fat~!htà degli ev,enti, portano il peso di una grand,e e tragica lotta interiore. Dur~ è la_~nterna lotta di Cesare dinnan2ii al Rubicone prima d1 tr~rre ~efi,nitiva,mente il dado. Vivo è il dramma ~he trattiene 1 c~turioni e i legionari d,i fronte ~Ile leggi della Repubbl,ica : umane son le passioni 11 tormento e ile debolezze comuni. ' 8 j bI j tima ~ · ' foJ.le, torbido so~o •e del suo grande nome; • . Um?11o e ·notevole è il gioco a'lterno delle passioni 1n tu~o 11secondo atto. cc Romani, dice Cesa.re, umanità cangiante come la freccia della fortuna ! Non tendete-
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