a Genova, a Perugia, a Treviso, ecc.: nel secolo XV ci furono iri Italia ben oltre 80 città che ebbero stamperie, numero che non fu raggiunto da nessun' altra nazione d' Europa, neanche dalla Germania donde la stampa era provenuta. L'alto posto che occupa l' Italia per il progresso della stampa, non si limita S()lo ai luoghi nei quali si diffuse, ma alla stessa quantità e bellezza della produzione. In nessuna nazione uscirono tanti libri a stampa nel quattrocento quanto da noi, e nessuna città, in nessun tempo, ebbe tanto nome, tanta produzione e tanta bellezza di prodotti come Venezia, primato assoluto che essa mantenne per quasi tutto il cinquecento. Delle circa quarantamila edizioni quattrocentesche che ora si conoscono come uscite in tutto il mondo allora conosciuto, poco meno della metà sono state fatte in Italia, con animo italiano, con arte italiana; e fu l' Italia a portare 11·costume e il trionfo di quel carattere tondo o latino che fu chiamato e si chiama ancora " romano ". Di fronte a tale nostra assoluta preminenza fa veramente, più che dispiacere, vergogna, per chi se~te la storia e il destino della nostra stirpe, che ancora non si sia proceduto a indicare, a far conoscere, a Jar pesare questo nostro innegabile vanto. C'è di peggio: non si è ancora proceduto, corr1e dicevamo, all'elenco di tante preziose opere sì che non possiamo sapere quante ne possediamo e dove si conservano. E tutto ciò mentre quasi tutte le altre nazioni, le quali avrebbero meno interesse ad una tale opera, hanno fatto un tale lavoro. La Germania cominciò, e organicamente, fino dal primo suo fiorente risveglio nazionale, nel principio del secolo XIX, coll 'amrr, i i·abile lavoro dell' Hain; seguirono la Francia, il Belgio, l'Olanda, la Svezia, la Spagna, e proprio in questi ultimi anni, dopo la guerra, hanno proceduto al census nazionale gli Stati Uniti d'America, gli ultimi venuti nella raccolta di tali cimeli, che pure hanno sentito il bisogno di procedere alla cataloga .... zione e alla costituzione dell'elenco degli incunabuli esistenti nell'ampio territorio della Confederazione stellata. ' C'è qualcuno il quale ragiona, con vecchi e sciocchi criteri, in questa guisa: ma 110n c'è la Germania la quale ora sta redigendo, con una descrizione amplissima e dottissima, il catalogo generale di tutte le stampe uscite nel secolo XV? E allora perchè sciupar tempo e denaro quando c'è una nazione che provvede per tutte ? Lascio stare la facile e rovente risposta che potrebbe darsi a questi smidollati di sentimento nazionale e di amor. di patria, che vedono solo bello e solo utile q11ello che fanno gli stranieri o che dal1'estero proviene; e sono anche ben lungi dallo svalutare un'opera grandiosa come quella del Catalogo generale degli incunabuli tedesco, iniziatosi nel 1900 con vistosi contributi pecuniari del governo, il quale anche in questo vedeva un modo di propaganda imperialistica (e vedeva acutamente), e continuatosi poi sempre attivamente, persino durante la guerra, e con.- Biblioteca Gino Bianco .._ -- dotto a compimento proprio nell'immediato dop~ guerra con una volontà, una costanza e un sen~o _di nazionalità, che non possono n·on destare mer~~gl1a. Voo-lio dire che il grande catalogo tedesco degli incunabuli, pur recando gran1i v~ntaggi. a~li stu~i, non può sostituire in alcuna guisa l elenco c~• sopra accennavo, nè giustificarne la mancata redazione. La commissione centrale tedesca infatti dà notizia di tutte le anticl1e edizioni apparse nelle tipografie europee durante il secolo XV, ma, come del resto è logico e naturale, trattandosi di opera che si pubblica in Germania, e per la ragione stessa di fa~ilità di con~ultazione e di vicinanza, si li1nita quasi sempre a citare~ come esempìificazione e controllo, degli esemplari che si conservano nel Reich germanico o nei luoghi di nazionalità germanica; ed è una vera eccezione che si ricordi un esemplare esistente a Roma o a Firenze o a Bologna o a Parma, se 110n quando di quella edizione esistano pochissimi esemplari o uno solo, e questo si conservi in biblioteche di tali città. E poi è da osservare che il catalogo generale tedesco degli incunabuli ha una funzione del tutto diversa da quell' Indice che noi desideriamo sia fatto in Italia: quella è un'opera di consultazione universale riferita cioè per le stampe del quattrocento a tutti i luoghi e a tutto lo scibile, e sarebbe pazzesco proporre o cercare di fare ora qui quello che è stato fatto là così bene, dopo decine di anni di studi e di fatiche da uomini egregi; il catalogo o Indice che noi proponiamo per l' Italia ha un riflesso e un significato dèl tutto italiano e nazionale, e tende, oltre che a dar notizia di così cospicue cose nostre, a sapere se qui si conservano e dove si conservano i primi monumenti della stampa: ha una funzione dunque di cultura e di informazione da un lato; ma soprattutto di difesa, di conservazione e di affermazione. L' Indice, identificando in forma brevissima, coi rimandi ai più noti cataloghi• coll'abbandono di tutto il lavoro della descrizione, che riuscirebbe oltre che ingombrante e faticoso e dispendioso, inutile, deve " indicare " dove si conserva la tale opera e presso chi, e dare così il modo al Governo, per mezzo dei suoi uffici competenti, che potrebbero essere le so- · praintedenze bibliografiche e gli ispettori onorari bibliografici o quegli altri uffici meglio rispondenti che volessero eventualmente crearsi, di intervenire tempestivamente e opportunamente, e di fare ai detentori le necessarie intimazioni di legge per la conservazione e tutela, come si fa per tutti gli altri oggetti attinenti all'arte o all'archeologia, con immenso vantaggio per la proprietà e la tutela del patlimonio spirituale nostro. Col catalogo di questi cospicui testimoni dell'arte e della storia nostra verrebbe finalmente a cessare l~ scand~lo dell'e~por~azionf continua che di tali opere d arte s1 fa dall Italia ali estero senza un possibile controllo1 sen~~ ,un adegua_to riparo. Il libro si può con . oçn1 facilita por.tare 1n tasca, o nella valigia; certi d1 poter passare 1n qualunque luogo la frontiera,
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