Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

' ' • . ,. , UNIVERSITÀ FASCISTA • J \ . ' ... \ vatore Fancitano, Luigi Settembri.ni, Filippo Agresti, Francesco Barilla, Niccola Nisco, Antonio Leipnecher, Vincenzo Do~o, Francesco Aulonetti, e Michele Pironti. Prima che si iniziasse il pubblico dibattimento gl'imputati, trasferiti nelle carceri giudiziarie della Vicaria, vennero trattati orrendamente ; rinchiusi in. oscure stanze, con giaèigli così vicini che ognuno doveva, per anda~e sul proprio, passare, barcollando, su· quelli altrui ; e nel bugigattolo, toccato al Poerio e al Pironti con· nove compagni, all'inferriata er~no appese quattro teste di briganti, e ad ·uno dei lati della camera un cesso mandava tanto puzzo da asfissiare. Nè questi auspici furono fallaci ; poichè ad essi corrispose la co~dotta del processo, durante il quale furono spediti due mandati d'arresto contro gli avvocati 9ifensori Giacomo T ofano, e Gennaro De Filippo, il quale riuscì a scappare ; e, dopo breve rinvio del dibattimento, fu costretto a presentarsi dinanzi al tri-. bunale · l'accusato Leipnecher, gravemente malato, fìnchè 'la dichiarazione dei medici che, se egli fosse rimasto in, udienza, avrebbe rischiato di morire, non ebbe fatto sospendere r udienza, e dato agio al poveretto di esalare l'estremo respiro pochi giorni dopo (22 giugno 1850). All'annunzio della , morte dell'infelice, da .o in pubblica udienza, Michele Pironti esclamò « della morte del Leipnecher farà giustizia lddio, vendicatore degli oppressi » ; ' e fu obbligato a tac'ere dal presjdente, il quale si limitò a dichiarare asciutto asciutto: « Il nome di Antonio Leipnecher è cancellato dal/' elenco degl' imputati. » Certo la colpabilità degl'imputati, eccettuali alcuni, fra cui il Poerio indubbiamente innocente, e il Pironti, fu provata con evidenza I sia dai testimoni, sia soprattutto dai documenti sequestrat_i, sia dalle ammissioni di qualche accusato, per ciò la condanna era attesa, nonostante le splen- . dide difese clegli avvocati, come l'insigne penalista Marini Serra·; ma la condanna del Poerio e del Piron~, e il -modo crudele con cui fµrono trattati i sentenziati a morte, sospesi nell'incertezza tre gior~i prima di conoscer~ la loro sorte, indignarono quanti ·avevano cuore è cervello sano. La sentenza d_e1giudici, resa , il 3 1 gennaio 1851, e letta il giorno dopo, stabiliva l'estremo supplizio per il F ancitano, I'Agresti, e il Settembrini, l'er- , gastolo per il Barilla e il Mazza, trent ·anni per il Nisco e il Margherita; venticinque per Francesco Catalano, Lorenzo V elucci, e Cesare Braico ; ven- . ti quattro per il Poerio, il Pironti e il Romeo ; BibliOteca Gin anco I venti per Achille V allo ; diciannove per Francesco Nardi, Francesco Cocozza, Giuseppe Caprio, Vincenzo Dono Salvatore Colombo, Gaetano Erri- ' I • chiello, ·Giovanni De Simone e Francesco Autoretti ; sei di relegazione per Antonio Miele e Raf- \.faele Crispino : concedeva la libertà provvisoria a ·molti accus~ti, fra i quali Mich~le Persino. Il Re, dieci giorni prima della sentenza, aveva con un suo rescritto stabilito che, se vi fossero state condanne a morte, se ne , eseguisse la metà ; rescritto comunicato dal procurator generale, solo -dopo la decisione, alla corte ; la quale non potendo eseguire l'ordine sovrano, perchè i sentenziati ali' estremo supplizio erano in numero dispari, ordinò che la condanna si effettuasse per il ·Fancitano esclusiva~ . mente. Ma Ferdinando II, reputando costui un mero strumento altrui, non volle che questo· solo , andasse sul patibolo e lo graziò. I ventiquattro cont ~ dannati furono distribuiti per le orrende prigioni dello Stato, chi a Nisida. chi a Santo Stefano, doye la loro condizione fu veram~nte terribile, tantochè Guglielmo Gladstone nella sua prima lettera a Lord Aberdeen (7 aprile 1851), dopo ·avere esaminato il processo contro i seguaci della così detta {< setta dell'unità italiana » e ·il loro · trattamento in carcere prima della condanna e dopo di essa, concludeva : .« E' tempo oramai che sia squarciato il velo che nasconde spettacoli più degni -. dell'inferno che della terra, ovvero che qualche notevole mitigazione venga volontariamente adottata. lo ho assunto la grave e penosa impresa con la , ~peranza di far qualche cosa per diminuire una mole di umani patimenti, la più smisurata, io credo, e, per dire il meno, la più acuta di quella che l'occhio del Cielo contempla. » Ma la speranza del Gladstone andò del tutto delusa : .chè il Governo napoletano si restrinse, dinanzi al fremito d'orrore, che scosse l'Europa, a incaricare la stampa a lui devota o prezzolata, come la Patria, i 'Debats · la Ci0iltà cattolica, di smentire le afferma.. , zioni dello statista _inglese, e d'ingiuriarlo codardamente ; .accrebbe i rigori contro i condannati ; ·e aprì o intensificò le procedure contro i liberali, I come nell'agosto di quel medesimo anno. contro I • quarantadue popolani· napoletani, accusati d'aver assalito una dimostrazione reazionaria nel settem.bre 1848; dei quali ventisette vennero condannati ( dai 25 ai 7 anni) e gli altri, quantunque assoluti, non , furono scarcerati. .. 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