, • BOLOGNA "concederlo," i governanti dell_a Francia erano contrari, era contraria l'assemblea, che la pensava come Adolfo Thiers, che rappresentava l'opinione media francese, meglio di qualunque altro. Era allora sul tappeto· diplomatico la questione della restaurazione del granduca di Toscana e di Pio IX a ~ Roma. Il Gioberti, convinto della impossibilità, in tali circostanze, di conseguire la vittoria, avrebbe I voluto incarnare nella realtà il suo concetto dell'egemonia piemontese r~met~endo sul trono Leopoldo II e Pio IX con le armi sarde, e sostituendo praticamente alla supremazia austiiaca in Italia quella . sarda; fin dov'era possibile. Se non era possibile farlo rispetto al Papa, perchè questi s'era rivolto . a tutte le Potenze cattoliche, salvo la Sardegna, e il cardinale Giacomo Antonelli, che da Gaeta in poi fu il vero Sovrano dello Stato pontificio, vi si opponeva, almeno si sarebbe restaurato a Firenze il Granduca. Ma, quando nel consiglio de' ministri si trattò della cosa, i colleghi del Giobe11irifiutarono risolutamente il loro consenso ; così ne venne la crisi del 19 febbraio 1849, risoluta dal Re con la formazione del ministero Chiodo-Rattazzi. Siccome la mediazione franco-inglese non approdava a nessuna conclusione accettabile per parte della Sardegna, Carlo Alberto, d'accordo col ministero, fece quello che militarmente, per le condizioni dello spirito pubblico e quindi della massa dell'esercito, può considerarsi un•eroica follia, ma i: oliticamente fu forse la salvezza per ,il futuro, denunziò cioè l'armistizio. La guerra durò dal 20 al. 26 marzo ..{perciò gli storici tedeschi la chiamano la campagna dei cinque giorni), e si ridusse a' .due scontri della Sforzesca e di Mortara e alla giornata riso" lutiva di Novara. Nella notte dal 22 al 23 marzo il numero dei disertori era cresciuto : molti avevano gettato le armi e in quelli eh•eral)o rimasti fermi al loro posto s•era infusa un'amarezza velenosa per l'incoscienza di quanti avevano abbandonato le armi. La battaglia fu accanita ; e vi fu un momento che, se un uomo di genio avesse diretto la battaglia, sembrava si potesse vincere. La sconfitta fu completa ; e torme numerose di soldati, che avevano disertato durante la notte o si erano sbandati durante o dopo la battaglia, inc~minciarono a percorrere le vie di Novara, a ~ntrare nelle case ~ commettendo violenze ; tant'è vero che bisognò • 1anco ricorrere alla cavalleria p~r spazzar via gli sbandati. Carlo Alberto, quasi parodiando il detto attribuito a Francesco I dopo la battaglia di Pavia del 1524, avrebbe asclamato : « Tutto è perduto, anche l' onore ! » Questa fu· la sua impressione la sera del 23 marzo 1849. Poichè il Re non potè concludere un nuovo armistizio col maresciallo Radetzki, il quale già nel suo manifesto alle truppe aveva boUato Carlo Alberto con epiteti dispregiativi chiamandolo sleale, fedifrago e appiccicandogli altri complimenti del genere, e adesso chiedeva come guarentigia Vittorio I Emanuele in ostaggio, 1isolvette, giacchè la morte l'aveva voluto risparmiare sul campo di batt~glia, d'abdicare e partì col nome di conte di Barge. Le intenzioni austriache erano tali che non presagivano nulla di buoJ?.Oper il nuovo Sovrano. Se lo schiacciamento del Piemonte mediante uno smembramento era inattuabile per l'opposizione delle grandi Potenze, si poteva ·ottenere lo scopo con un enorme contributo di guerra. Infatti il Governo aushiaco chiederà 275 milioni di li.re; cifr~, che ' ·oggi pare· minima, ma che allora per un piccolo . ' Stato, il quale ayeva dovuto sostenere tutte le spese di due campagne, sarebb~ stata rovinosa, è avrebbe impedito alla Sardegna di non risollevarsi per un cinquantennio. Il giovane Sovrano Vittorio Emanuele II s'abboccò col Radetzki il .26 marzo a Vignale ; nel quale colloquio il vecchio maresciallo, stando alla tradizione, che nessuno ha mai potuto nè- smentire, nè confermare documentariamente, avrebbe esortato il Re ad abolire lo Statuto e la bandiera tricolore facendogli balenare la speranza ,, d'ingrandimenti territoriali con l'appoggio austriaco, L'armistizio fu, in ogni modo, · concluso e non fu ~isonorevole per la Sardegna. , . . La sera stessa del 23 marzo Vittorio Em~- . nuele Il espresse al conte Ottavio Vimercati, c~e doveva poi essere il più fidato agente ·diplomatico · persona~e del Re, quello che fu il programma di . tutta la sua vita di Sovrano. « lo conserverò intatte le istituzioni, che mio padre ha dato. Terrò ~ alta e· ferma la bandiera tricolore, simbolo della x1azionalità italiana, che oggi è stata vinta, ma che trionferà un giornq. Questo trionfo sarà ormai lo scopo di tutti miei sforzi. » ..
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