I . • / ..... • Bibli \ Il ' 36 1 anche taluni uomini, avvezzi alla fredda politica e ~Ile discussioni e alle trattazioni diplomatiche, per 'esempio, Gabrio Casati stesso, ·moderatissimo se altri ci fu mai, s'ingannarono su questo punto. Carlo Alberto e con lui le alte sfere militari piemontesi, ben pr~sto, si disillusero, sebbene diffidassero, e non a torto, della Francia, dove, se ufficia,mente dalla tribuna parlamentare si proclamava d'esser pronti a fare anche la guerra per proteggere i popoli insorti contro lo straniero, queste parole, queste magnifiche profferte ·nascondevano_ un pensiero, molto ostico al Regno sardo. Si avrebbe eventualmente aiutato gl'ltaliani, ma con l'intento di fare propaganda repubblicana e creare delle repubbliche, soggette ali' egemonia francese ; se contrariament~ a ogni desiderio francese, il Regno sardo si fosse ingrandito lo stesso, s'intendeva d'appagare l'antica pretesa del.la Savoia e di Nizza, per lo meno. Si capisce· che, allorquando nel luglio ~el 1848, la guerra d'indipendenza andava male e si prevedeva la sconfitta, Carlo Alberto prima sondò le vere intenzio~i del Governo francese, poi, costretto dal- • l'inc~lzare degli avvenimenti, chiese anche ufficialmente l'intervento francese, ma le sue domande, in sostanza, furono -male accolte, quantunque con giri di frasi ambigue perchè non si potevano rinnegare le precedenti solenni manifestazioni gover- . native e della stessa assemblea legislativa, Per allora bisognò accontentarsi di riannodare trattative con rAustrra, mediante la mediazione franco-inglese, per una pace definitiva ; trattative, rimontanti al maggio del 1848_, quando la guerra n,on era decisa, anzi le truppe italiane e sopratutto lè piemontesi ottenevano la importante vittoria di Goito e la resa di ·peschiera, e Carlo Alberto era sul · - campo salutato Re d'Italia. Il Governo austriaco, spaventato dalla situazione interna degli Stati ereditari, sopratutto dall'atteggiamento ungherese, aveva •. messo innanzi çlelle proposte facendo balenare l'estensione della frontiera sarda orientale al Mincio (come avvenne nel luglio. del 1859): sebbene il Re e gli ufficiali dirigenti propendess·ero ad acco- . gliere un siffatto punto di vista, tuttavia Carlo Alberto e il ministero vi si rifiutarono per isfuggire all'inevitabile accusa d'aver tradito la Venezia e quindi la ca,usa italiana per la vecchia politica Sabauda del carciofo da mangiarsi foglia a foglia. ·-Dopo la . conclusione dell'armistizio del Salasco, quando, come ho accennato, Inghilterra e Francia · s'intromisero come mediatrici, si tornò al RUnto di I ' • I n O , partenza, e la Sardegna poteva chiedere, tutt'al più, di portare i suo confini al Mincio e d'assor- · birè- i ducati ; ma senza nessuna speranza di riu- · scire nell'intento. L'Austria cercò di protrarre le trattative più che le fosse possibile per sistemarsi \ . nell'interno : tant'è vero occorsero sei mesi per stabilire la città dove si sarebbero svolti i negoziati ; e fu scelto Bruxelles ! Quando il Gioberti salì al potere, formando quel ministero che si chiamò democratico, trovò le trattative col Governa austriaco giunte· a un punto morto, mentre la maggioranza parlamentare esigeva o che si arrivasse a un accordo accettabile o si ripigliasse la guerra, essendo l'armistizio Salasco denunciabile con un preavviso di otto giorni, sebbene potesse durare indefi~ nitamente. Come mai, si domanderà, la Camera • mostrava propensioni evidentemente favorevoli alla guerra, mentre l'enorme maggioranza del paese era contrarissima'? La' ristrettezza grandissima del suffragio elettorale spiega agevolmente quella che pare 1:1na'contraddizione ; l'esito d'un• elezione . nei collegi era deciso da qualche centinaio di voti. Cammillo Cavour, nelle el~zioni del luglio 1849, fu portat.o nei . collegi di Finalburgo e nel 1 ° di Torino, e riuscì, .in Liguria, al ballottaggio avendo com~ avversario Carlo Alberto ( 116 contro 36 al Re abadicatario) e a Torino con 203 voti contro _167, dati al' generale A. Campana, comandante in 2° la guardia nazionale della città. Certo la ripresa della guerra era osteggiata dal part~to moderato e dalla massa delle popolazioni : costoro non si facevano delle illusioni e non, avevano nessun desiderio di guer-· reggiare l'Austria no~ solo e non tanto perchè le moltitudini difficilmente si entusiasmano della necessità dei sacrifici, ma anche per le voci che si venivano abilmente e perfidamente diffondendo· fra popolazioni affezionatissime alla casa Savoia, ·che la guerra non avrebbe servito se non a rovinare la monarchia· per fare la repubblica; I. ricordi poi delle accoglienze tutt_'altro che buone delle popo- ,,,. lazioni rurali lombarde ali' esercito piemontese, sfruttati insidi9sa~ente, non potevano che corr~borare la repugnanza, largamente diffusa, a riprendere le . armi. 11 , Il Gioberti, president«;_ del consiglio, prevedevà che l'esito della denunzia dell'armistizio non sarebbe stato favorevole, senza l'aiuto straniero, e per ciò tentava d'ottenere il soccorso armato della Francia ; ma, se il Presidente della Repubblica, Luigi Napoleone ·Bonaparte;· non era alieno dal • • •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==