j BOLOGNA 35 I provvisorio di Lombardia e poi presidente del Con- poichè mise in pi~na luce essere impossibile cacciar siglio de' ministri di Carlo Alberto; ebbene, in l'Austria, senza aiuto straniero, pur ammonendoci che questo stesso epistolario galleggia e, affiora di con- occorreva associare alle armi straniere il massimo tinuo il profondo sentimento regionale lombardo, sforzo nostro, per· ridurre nei più angu~ti confini quando, per .e. sempio, il Casati medesimo insisteva l'ausilio esterno, sempre pericoloso, e per ciò da sulla necessità di trasp9rtare la capitale del nuovo doversi considerare una fatalità dolorosa, non un Stato a Milano. Questo esempio insieme con mol- mezzo di scansare sacrifici e fatiche. La lezione _tissimialtri ci palesa quanto saldo fosse il regio- del 1849, in particolar~, ebbe valore risolutivo per nalismo e quindi come arduo sarebbe stato uni- u·n altro rispetto, poichè apparve lampante verità ficare anche soltanto l'Italia nordica ; base neces- che la prova popolare, come l'intendevano i demosaria assolutamente alla federazione italiana. Certo cratici, non aveva maggiore solidità di quella prinè però che, mano mano progredirebbe quella che cipesca, senza le armi ·straniere ausiliatrici. A Roma, noi chiamiamo coscienza nazionale, sarebbe stato dopochè Pio IX· ebbe chiesto il soccorso di tutte indubbiamente meno arduo giungere all'unità poli- le Potenze cattoliche europee, salvo il Regno di tica che alla federazione, attraverso . sopratutto Sardegna, fu convocata la costituente, a cui si paall'eliminazione di due de' ,principi, che avrebbero lesarono contrari i ~oderati, come, ·per esempio, potuto aspirare all'egemonia italiana: e, sotto questo Terenzio Mamiani. Quest'assemblea, il 9 febbraio ' rispetto, il 1848 e 1849 furono una vera gara eli- 1849, dichiarata la fine del dominio temporale pon- , minatrice. In seguito a ciò, lo Stato ·italiano, che tificio, proclamò .la repubblica romana. Venezia, poteva considerarsi il futuro Stato egemonico, ap- rimasta quasi sola, fra -le terre venete, immune · 1 parve il Regno di Sardegna sempre più chiara- . dalla dominazione austriaca, dopo l'armistizio del mente : tant'è vero che il Mazzini medesimo, pur Salasco, proclamò la repubblica nominando un triumessendo àvverso alla monarchia, riconoscerà che lo virato, in cui prevalse Daniele Manin. Così· si ebsf~rzo bellico principale lo poteva fare soltanto il bero due repubbliche Venezia e Roma; l'una e Piemonte, perchè era lo stato che possedeva l'or- l'altra opposero una gloriosa resistenza alle armi · dinamento più saldo, il migliore e più forte eser- straniere, ma con l'agosto 1849 tutte e due erano cito;~una diplomazia accreditata da secoli, avendo cadute. Ecco dunque che la guerra di popolo, auesso partecipato alle grandi guerre europee del spicata dal Mazzini, non potè nemmeno ten~arsi in / 600 e del 700 e quindi essendo considerato qual- campo aperto, perchè impossibile contro eserciti cosa dalle stesse Grandi Potenze. Naturalmente egli forti ed agguerriti, e, pur essendosi ridotta a due avrebbe voluto fare a meno del Re, ma era im- assedi, gloriosissimi certo, l'uno · durato due mesi, possibile avere l'appoggio del popolo e quindi di- l'altro molto più a lungo, perchè si. trattava d'una sporre dello stato e delle baionette di quel forte · città lagunare, pure finì con la completa sconesercito, senza far capitale del Sovrano. Lo rico- · fitta, giacchè Roma il 4 luglio -vedeva entrare le ,noscerà, e si piegherà a questa necessità, per quanto truppe francesi, e Venezia il 24 agosto cedeva a malincuore, anche Mazzini. Mentre prima questa dinanzi all'aquila bicipite. Nelle reali condizioni verità si era potuta intuire e, quasi direi, intrav- d'Italia la guerra di popolo non era attuabile : il I vedere, i fatti del 1848 e 1849 la misero in chia- federalismo era tutt'altro che adatto a risolvere la ro. Questo non lo diciamo noi, che ci fondiamo questione italiana ; I~ democrazia pura era egualsullo svolgimento degli eventi, e godiamo il bene- mente fallita. Così s'assodava questo che un solo ' ficio del senno del poi, abbiamo qualche scritto ca- Stato italiano, ,cioè la Sardegna, ~vrebbe potuto . ratteristico perfino del 1846 che dimostra che qual- pigJiare l'iniziativa, nel futuro, di ritentare la guerra cuno lo vide bene fino da allora ; nomino, a cagion · contro l'Austria in condizioni pià propizie, e, con · d'onore, l'avvocato Giovanni Fabrizi, il quale sosten- l'aiuto straniero, riuscire a cacciare gli Austriaci ne il concetto che l'Italia si sarebbe costituita in dalla penisola e fondare l'unità nazionale. Ma, per una grande monarchi~, per la f o·rza stessa .delle intanto, nel 1849 la Sardegna stessa non era in cose, non appena la guerra d'indipendenza avesse grado" di guerreggiare sola contro l'Austria e vin- .designato il Sovrano : e fu profeta perfetto. Così cerla, nonostante le generose illusioni degli anni questo doloroso e glorioso periodo dell'esperimento · precendenti che l'Italia era in grado di fare da sè : neoguelfo palesò le fondamentali necessità nazionali, e si badi che non solo le anime più ardenti, ma ' • • • • 1no 1anco I • l
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