- ' .... ✓ .,. \ \ 34 UNIVERSITÀ FASCISTA \ . ,I • ·moderata; mentre il grosso,della popolazione discordava dall'una e dall'altra, e avrebbe voluto non più impacciarsi di' . questioni troppo ardue come · quelle. riflettenti l'assetto italiano, e sopratutto aver la certezza di non si dover di nuovo battere per una causa che ben poco ~entiva. Ma la pace era l~ntana : si viveva sotto l'incubo dell'armistizio d~l Salasco. Anche qui si tentò di mantenere al governo dello Stat~ il p~rtito ·moderato : ma, travolto il· gabinetto Alfieri e quello Perone,. il 4 dicembre si costituiva il ,ministero Gioberti, battezzato democratico, sebbene il presidente no~ condividesse le idee di quella corrente, che si soleva chiamare col nome' di moda, dopo l'armistizio del Salasco. Nel resto dell'Italia settentrionale gli Austriaci avevano · ' rioccupato . la Lombardia e gran parte del ·Ve~eto, salvo Venezia ; e per di più presidiavano di nuovo i ducati di Parma e· di. Modena. Da per tutto _do- . minavano sospetti e diffidenze ; si palleggiava~o le ~ ' accuse di tradimento fra'. partiti ; si dilaniavano a yÌcenda . gli uomini che avevano avuto parte co- , spicua negli avvenimenti ; sopratutto si pigliava di " mira Carlo Alberto con le insinuazioni più strampalate ; alia faciloneria, alie illusioni, agli entusia- , smi' esagerati suçcedeva in .,troppi il pessimismo più nero, mèntre ne• democratici fiorivano ogni sorta d'illusioni sulla potenza del popolo. Questo· il bi.- . 'lancio sommario della -si~uazione politica italiana, quando si chiudeva il 1848: a proposito del quale . ·, : occorre notare che, dovunque gli Austriaci erana assenti, il Governo si vantava democratico. Questo è un piccolo episodio qualunque ; .ha un valore molto profondo, perchè significa evidentemente -il tramonto del ,,neoguelfismo. 'In verità, il neoguelfi- , smo già ,fin dallo scorcio del 1848 appariva così poco solido da riuscire . una delusione per tanti che avevano creduto che, siccome esso ·immaginava di · poter rispettare gli Stati italiani, · fosse. facilmente attuabile· l'ordinamerlto federale, senza tener ~onto 1 che, per giungere alla federazione agevolmente, ' · sarebbe bisognato ci fosse fra noi una monarchia prevalente, senza contestazione, su tutte le altre. ' ·Non conosco esempio d'una federazione monarchica, ·nella quale non ci sia uno degli Stati componenti che possièda una potenza, una forza molto superiore a quella degli altri. Se pensiamo un momento al- . -l'Europa prima dell'ultima guerra mondiale, vedia- . mo l'esattezza di quanto dicevo. C'era una grande federazione monarchica, il così detto Impero tedesco ; ma in esso il Regno di Prussia suEerava di ' o eca Gino • 1anco gran lung~ tutti . gli altri ~tati ·tedesdii ; la so!a Baviera aveva una qualche importanza. In Italia questa situazione non esisteva ; il Regno delle due Sicilie era più grande per superficie e per popolazione del Regno di Sardegna, era press'a P?CO il doppio ; lo Stato pontificio, che non era maggiore del 'Regno di Sardegna, per il fatto che il suo principe era il Papa, aveva un valore mor.ale straordinario. Ora quale di questi tre Stati avrebbe potuto effettivamente imporsi per formare la federazione italiana, dacchè soltanto la vittoria_. contro l'Austria sarebbe valsa a costituire una grande mo- .narchia nordica, ·capace di dominare tutta l'Italia ; ma proprio questa eventualità ingelosiva e dispiaceva a Ferdinando Il e anche a Pio IX ~ Evidentemente, fallita la prova milita~e del Piemonte, ' e rimaste le cose com'erano prima della guerra, · il Re di Sardegna era superiore militarmente, seh- .. bene incapace da solo di' cacciare gli Austriaci e formarsi un grande Stato nel nord~ mentre Il Re delle due Sicilie possedeva una flotta più notevole assai, e disponeva d•una popolazione doppia di quella piemontese. Era possibile che Carlo Alberto soggiacesse alla supremazia di Ferdinando 11,o viceversa ~ Per ciò dal lato pratico era quasi impossibile costitqire una federazione monarchica, quando, al~e pretese · dei più potenti Sovrani· italiani si associava il re-· gionalirmo così radicato e prevalente nella coscienza degli Italiani, almeno in quel momento storico, e ren- . deva inattuabile ancor più il sogno mazziniano del1'unità politica. Quindi, in fondo, la coscienza nostra era tuttavia impreparata per la federazione, peggio per l'unità; nè dobbiamo lasciarci ingannare dalle dimostrazioni per la federazione, dai grandiosi cortei, che si feceto da per tutto, e si battezzarono col nom,e di feste d•affratellamento. Tutto ciò non intaccava la roccia regionale ; le manifestazioni rimanevano fatti esteriori, superficiali ; quando si trattava di qualche sacrificio anche n~l-. l'equilibriQ fra _gli Stati, la concordia spariva. Infatti noi vediamo le diffi~oltà enormi, che si presentarono al sollevarsi della Lunigiana; no~vediamo anche attraverso la freddezza e la còmpassatezza dei documenti ufficiali l'appassionamento di quanti avrebbero dovuto meno ·indulgere a pretese regionali. Credo -d~aver già accennato all'importantissima carteggio fra il conte · Cesare Trabucco di Castagneto, segretario particolare di· Carlo Alberto e ·aepositario de' segreti · del Re, e il conte Gabrio Ca-. sati, podestà di Milano, poi presidente del Gov.emo I
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