Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

.. • I ' • - . ✓ , , , ' , ) , .. \ I 26 UNIVERSITÀ FASCISTA J ✓ , portanza straordinaria, perchè fu çoncesso, quando ·Margherita, ministro degli esteri ; in fondo, un mu; il terreno era preparato da· tutta la propaganda nicipalista piemontese, che logicamente, ·dal · suo neoguelfa; tantochè additò in, Pio IX il pontefice punto di vista, avversava una guerra nazionalé auspicato dal Gioberti. Naturalmente non tutti i- contro l'Austria. Nel suo Memorandum egli conmanifestapti nutrivano_ fiducia che il papa avrebbe fesserà che quanto avev!1.temuto s'era pur troppo · seguita la via che essi desideravano battere ; si avverato, quando Carlo Alberto aveva tr9vato approfondevano però anche costoro in entusiastiche poggio alle proprie idee nel Papa ; il solo che dimostrazioni per contribi;.ire l\l creare un ambiente l'avrebbe potuto trattènere. Appena si delinea in- _spirituale, che trascinasSe Pio IX. Se il · Mazzini fatti il primo atteggiarsi di Pio IX, il Re si sennon confidava .in Pio IX, sentiva però tutto il va- tì più sicuro, e gioì che religione e ·patria poteslore che aveva per là causa italiàna l'atteggia- sero procedere di conserva. Se nel 1846 il Papa, mento~pontificio. Su Carlo Alberto, dopo il 1821, s'era limitato al provvedimento aell'indulto, nel 1847 corazzatosi di mistica devozio"ite• nella tempesta egli addolcì le consuetudini inquisitorie sulla stampa, d'onte, che lo trav.olse, ìl contegno del papa fe~e tanto da permettere la pubblicazione di ~ornali una gra~de impressione. lo non credo affatto ch'egli ebdomadari,- e quotidiani, dei quali il primo fu « Il fosse quella sfinge . che poeti e storici si son tom- Contemporaneo » ; fatto notevolissimo, perchè ec-. piaciuti di fabbricarsi ; indubbiamente sapeva le cettuato qualche saggio napoletano del 1821 e i enormi difficoltà che lo attendevano nel pèrcorrere giornali rivolùzionari clandestini, e ,la . m~denese la via, che _l'avrebbe · portato alla guerra contro « Voce della verità », paladina dell'altare e del l'Austria. Qual meraviglia che se ne preoccupasse trono, non c'erano Stati in Itali~ altri giornali po- , egli, Sovrano q 'un povero stato di me~ di quat- - litici, che le gazz·ette ufficiali,. in cui, di regolare, tro milioni d'abitanti ; mentre lo sforzo principalis- . si davano alcune notizie estere quasi sempre arresimo contro una otenza militare di prim'ordine, trate, e quelle locali si restringevano a resoconti di cui la rivoluzione francese e Napoleone I ave- di ricevimenti ufficiali, di feste di corte et _similia. vano misurata la tenacia e la resistenza, conf~rmata Al << Contemporaneo >~ tennero dietro numerosi dalla stessa guerra mondiale ultima, sarebbe spet-~ giornali, cosicchè lo Stato pontificio ebbe oltre_ tato a lui stesso! Il fatto che Pio IX parve met- cento giornali, di cui sette -clandestini, a' giornali" ~ tersi .,a.lla ~esta del movimento •nazionale non potè si aggiunsero i circoli, di cui ce ne fu persino uno che ridestare i giovanili bollori antiaustriaci del Re; di preti. Nel 1847_ fu compiuta l'istituzione della .. sopiti, non mai da ll!i rinnegati, se nel famoso « Cons~lta di Stato », una specie di corpo con- « Ad ·maiorem Dei gloriam » si riferiva a' palpiti sultivo, ap~rto pure ai laici: il quale, su richiesta del suo cuore per l'indipendenza nazionale nel del Governo, doveva esprimere il suo parere sugli - 1\821, quand'egli aveva 22 anni, e dichiarava che affari· dell'amministrazione pubblioa: Dopo rindulanche in grige chiome non se ne vergognava; to fu questo l'~tto pontificio più festeggiato; poichè anzi gli fremevano que' sentimenti tuttavia nel sembrava Pio IX avesse così, in gran parte; atprofondo dell'animo. E la lettera di Carlo Albe.rto tuato il programma della monarchia consultiva - , del 2 settembre 1843 al ministro· della guerra ch'era insom~a il programma riformatore del « Prie suo fidatissimo, il Villamarina, riguardo all'inci- mato giobertianc : tanto più che egli vi aggiundente di Castelletto-Ticino, conferma appieno la se la conce~sione della guardia civica. Ma l'opera confessione di lùi. Allorchè Massimo D'Azeglio, di Pio IX non piaceva a Vienna ; per· ciò. il nel 1845, ragguagliò in un suo colloquio Carlo . Metternich pensò·· d'intimorirlo ; e, presa l'occa- - Albert~ dello stato d'Italia si sentì rispondere: sione dell'aggressione. d'un _ufficiale austriaco per . « ~ accia sapere a quei signori che stian9 in le vie di Fe_rrara, fece militarmente occupare la quiete e non si muovano, non essendovi per ora città intiera, quantunque, per il trattato del 1815, 1" nulla da fare ; ma _che siano certi,- che presen- l'Austria potesse presidiare soltanto la cittadella. tandosi l'occasione,· la mia vi.ta, la vita dei miei Il papa, . invece di piegare a questo evidente sofigli, le mie armi, i miei tesori, il mio esercito, pruso, protestò vivacemente ; e Carlo Alberto che, tutto sara speso per la causa italiana. » Ora l'jn-· con_la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della flusso eh~ l'atteggiamento del papa esercitò sul R~ nota diplomatica p~r· la questione, ·de' dazi sul lo comprese molto bene il conte S9lar~ !)eJI~ vino co~ l'Aus~ria (12 maggio 1846) aveva gjà~ • p '

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