Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

• , , ' PROF. ALBANO SORBELLI y .-. ... / ..... ,. \ ,I , STORIA DI BOLOGNA . BOLOGNA NEL RISORGIMENTO D'ITALIA SERA DEL 4 FEBBRAIO 1926 ._ Bologna tornava, con la conquista di Giulio II, definitivamente alla Chiesa. Ci furono, è vero, .dei tentativi da parte dei bentivoleschi per ritor-. nare nella perduta signoria, ma i tentativi furono · inutili, peggio ancora, recarono alla città due gravi sciagure, perchè determinarono la distruzione di 9ue grandi opere d'arte: il palazzo di Giovanni Bentivoglio e la statua di Giuli9 Il scolpita da Mich~langelo. Quando poi nel 1529 e 1530, proprio in Bologna, ebbe luogo la incoronazione di Carlo V a imperatore .per le mani del Papa Clemente VII, · allora si ebbe la prova definitiva dell'assoggettamento dell •Italia al predominio imperiale e straniero e dell'assoggettamento di Bologna, senza discussioni o limitazioni, al governo pontificio. Col 1530 comincia dunque per Bologna un lungo periodo, purtroppo, di un piccold interesse politico. ' E naturale, perchè con quella data finisce la « città-stato » nell'ultima sua espressione di signoria o di pseudo stato locale, e comincia la condizione comune delle città soggette a uno stato ; e gli stessi stati d'Italia continuano presso a poco tutti · nelle stesse condizioni dal 1530 sino al I796. Per Bologna si passa dunque dalla storia alla cronaca. Ma ·anche questa ha il suo interesse e anche questa ha di tanto in · tanto delle luci che j la fanno brillare di vita propria e danno, se non lo splendore del potere politico, quello della sua forza ·artistica o intellettuale. Così, ad esempio, se col secolo XVI viene meno il fattore politico, ... . iotec Gino Bianco sorge un'affermazione artistica di Bologna che grandeggia in guisa 9a dominare ·alla fine di quel se- ' colo e nel ··secolo XVI tutte le scuole di pittura , italiane, da avere una parte cospicua nell'affer~azione dell'arte europea, col nome di scuola bolognese. I fondatori sono i tre grandi Carracci ; ac- · canto e dopo di essi vengono Guido Reni, l'Albani, il Domeniéhino, il Guercino e più t~rdi an- / cora il Cignani e il Crespi. Nessun nome fu nel secolo XVII più noto, più celebre, più considerato, di quello del divino Guido : si volle dare allo smagliante pittore bolognese il nome di. battesimo, per definizione, nello stesso modo che si era detto Raffàello e non Sanzio, o Leonardo e non Vinci ; e il divino Guido va per tutto il XVI secolo non solo in Italia ma in Eur6pa, ammirato, venerato ; e il re di Francia potè a un certo momento vantarsi ~i possedere, come supremo e grandioso tesoro, ben 25 ·quadri di Guido nella sua privata galleria. Accanto all'arte, abbiamo sulla fine del '600 e nel principio del '700 una grande fioritura lettetaria. Il '700 bolognese, coi Manfredi, cogli Zanotti, coi Preti e con mille altri, costituì un bel saggio di quella « bella letteratura » che andò fa- · mosa in quef secolo ; mentre nelle scienze abbiamo la grandiosa affermazione di professori dello Studio in astronomi~ e in fisica, e dal ceppo bolognese salgono in alta fama i nomi di Gian Domenico Casini, dei Guglielmini, dei Cavalieri, de- • I

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