Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

' , · 12 I Annibale è liberato miracolosamente dalla sua prigionia per mezzo del Marescotti, con uira spe_- dizione che ha veramente del favoloso e che commuove, ma tor~ato a Bologna fra il trionfo dei suoi partigiani, colla calorosa accoglienza di tutti i cittadini poco dopo, ne1 1445, è trucidato dai Canetoli, i. quali anch'essi aspiravano al predominio in Bologna. Il· modo della soppressione commosse gran..demente, e tutti i cittadini, può d~rsi, diventarono bentivogliesèhi ; ma non essendoci alcuno in vista qui a Bologna nella famiglia Bentivoglio, il popolo si rivolse ad un oscuro figlio naturale di Annibale che viveva in Firenze, denominato Sante Cascese, giovine ancora di 22 anni, lo trassero da una fabbrica di panni ove prestava l'opera sua come operaio, e lo condussero in Bologna prim'o cittadino e quasi signore. Comincia da questo punto il governo bentivogliesco vero e proprio in Bologna. Sante Bentivoglio fu il vero istitutore e fondatore della potenza e della signoria bentiv'olesca da noi. [gli ebbe tutte le qualità e le ·seppe contemperare in tal guisa da farsi primo cittadino senz~ parere, da comandare senza aver bisogno degli attributi · del comando : egli , seppe_ inoltre allearsi, e con servizi prt:stati e con parentele, coi maggiori signori che attorno erano : gli Sforza di Milano, i Medici di Firenze, i Malatesta di Romagna, cosicchè quando egli nel 1462 lasciò al suo fortunato nipote Giovanni Bentivoglio il dominio dellà città e l'ancor giovane sposa Ginevra Sforza, potè ben dirsi che per Giovanni egli aveva preparato un dominio tranquillo, sicuro, onorifico, qualora Giovanni I stesso avesse saputo conservarselo. . Si suol magnificare, e non è senza ragione, il periodo di Giovanni II Benti voglio che va dal . 1462 ·al 1506 come uno dei più grandi di Bologna e come una di quelle affermazioni signorili che trovano riscontro a Verona, a Ferrara, a Firenze, a Milano. Invero Giovani Il Bentivoglio si trovò in • I a Gino Bianco • una condizione oltremodo favorevole ; ma se la sua fo'rtuna è meritata in gran parte, grazie alle belle . qualità che egli possedeva di valente soldato, di abile conservatore, di astuto monopolizzatore delle cose cittadine, dobbiamo ricon~scere che egli fu inferiore ai grandi vicini e che la maggior. parte del suo successo era stato costituito prima da Sq.nte Bentivoglio, E' indubitato che in Bologna, per la cultura, per l'arte, per il rinnovamento edilizio, per le feste , sontuose, per i rapporti festosi con gli altri signori d'Italia, ci fu un periodo di- molto splendore, splendore che era reso più agevole -e più grande dal superbo palazzo costruito nella via~di S. Donato, in qùel luogo che ora chiamasi il Guasto, fondato già da Sante e da Giovanni, e col contributo di superbi architetti e pittori, condotto a compimento. La sua storia e la valutazione dell'opera da t lui compiuta sarebbe stata senza dubbio più- favorevole e più splendente se avesse chiuso i -giorni di, fòrtuna sua in altro modo. Quando Giulio Il, novello Albornoz, si mosse da ·Roma per ricon- · quistare alla Chiesa le terre che ad essa appartenevano, e dopo che ebbe preso le città dell'Umbria e delle March '=, e distrutte le sign9rie che ivi si erano col volgere dei tempi annidate, quando, dico, Giulio II si presentò dinanzi alle po~te di Bologna, Giovanni Il Bentivoglio non lottò, non si oppose, non andò contro al guerriero pontefice con quelle forze che gli era facile radunare nella . ~ città, nei dintorni, e presso gli amici ; preferì · fuggire, preferì affidarsi a quegli stessi francesi i quali lo avevano prima tradito. · È una fine la quale distrugge tutto quel complesso di feste, di tradizioni, e di gloria che intorno al suo governo si era affermato specialmente, per ,gli scrittori, per gli artisti; che in ogni modo avevano magnificato questo periodo dell'umanesimo e del rinascimento, il quale è grandioso per -tutta ritalia e anche per Bologna ha delle pagine immortali • - , I / . 1 •

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