Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

, , BOLOGNA 7 di verò, perchè i libri del diritto dovettero venire I senza dubbio da Ravehna-. ;- ma quando e perchè e· in che modo, 'resta ancora incertò. Pensa il Gaudenzi che tale trasporto di libri dovesse avvenire per effetto del Concilio di Guastalla, il quale, sottraendo Bologna dalla dipendenza di Ravenna, dava un gran colpo alla cultur~ e alla vita di quella città, per favorire in Bologna il nuovo centro che andava affermandosi e che già si imponeva. Comunque, certo è che a Ravenna • esistettero scuole di diritto ove dovevansi leggere i libri venuti da Roma o da Costantinopoli, e che per effetto della fama e della forza che in Bologna veni vasi affermando, tale scuola e tali libri dovettero essere ·diffusi presto anche a Bologna. Bologna come città di confine - l'abbiamo l'altra volta indicato - sentì più fortemente che non le altre città questa missione di difesa della romanità. Qui perciò i libri vennero più curati, i - libri vennero più studiati e diventarono oggetto di una nuova· e potente cultura. , J Gli· antichi document~ parlano di un Pepone; certo è che il primo a insegnare è I rnerio, forse per ordine della contessa Matilde. lrnerio si trovava, oltrechè con la contessa Matilde, in ottimi rapporti con l'imperatore:· di cui fu cancelliere ; e a lui venne per questo doppio fatto autorità e fama. Lo Studio nasce e prospe~a dunque con lui sino dai primi del 1100 e dovette in breve tempo assurgere ad alta im_portanza e a fama certamente non comune se l'imperatore nella Diet~ di Roncaglia del 1158 chiama a giudicare delle contese che egli aveva coi feudatari d'Italia quattro dei giuristi dello Studio bolognese. L• Habita contribuì essa pure a recare notevole importanza allo Studio in quanto che diede ..al medesimo riconoscimento imperi ale, nella stessa guisa che il co- ' mune l'aveva avuto per la sua stessa fo_rza di iniziativa e di espressione. Lo Studio di Bologna, · in quanto illustra e ' legge i libri di. Roma, ha con sè un'idea universale. Come Roma ebbe· il ·concetto del diritto u- • mano e naturale ; col quale concetto ·Bologna innesta quello della giustizia. su tutti e per tutti, giustizia ·che tocca e che si riferisce anche ai bar- . bari ; . e petciò · ha un' espressio1'e altamente naturale ed ampia e quindi altamente civile. Non è più dunque una legge regionale, una legge nazionale nel significato che davasi nel secolo JX e X ; ma la legge universale che viene cila quell'altra Bi iotec Gi o Bi. neo concezione di stato e di umanità che Roma aveva. I Lo Studio è costruito, rispetto al suo . essere e al suo funzionamento, nello stesso modo del Comune. Ha com'esso una piena indipendenzà; è in sostanza un comune dentro il comune,, o, . come diremm_o ora, uno stato dentro allo ~tato ; perciò ha un'assoluta indipendenza ·dalle vicende esterne. Ed è un grande beneficio; perchè g\i · studi non -sono così continuamenfe turbati dalle condizioni ~ amministrative e dalle dissenzioni che, come abbiamo visto, vigevano 'acerbe entro i' confini della città e a poca distanza dalla medesima. , \ La fama dello Studio di Bologna, per il riconoscimento sopra tutto dell'impero, si estese .. talmente, che qui accorser~ da ogni parte d'Europa stu~ denti. Non è esagerato cettamente il ripetere con le molte testimonianze che possediamo, cpe gli studenti raggiuns'ero la cospicua cifra di 12 a 1·5 mila. Le scuole non erano separate l'una dall'altra; vi era però un quartiere dove più specialmente si trova vano le scuole dei giuristi e u~ altro quartiere dove si raccoglievano le scuole degli artisti ossia delle discipline che non si attenevano al diritto. Gli studenti erano uniti fra di loro in corporazioni, dette anche nazioni, avuto riguardo ai lu9ghi ,donde . derivavano. Dapprima può dirsi che le nazioni · fossero ~ue, una dei cit~montarii, ossia italiani, l'altra degli ultralnontani, ossia s~ranieri ; ma poi così i primi come i secondi si- suddivisero, e costituirono parecchie attive nazioni che crebbero di1 numero via via ~he ·1•Università decadeva. Così, mentre da principio, le nazioni superarono· dì poco le 1O, nel 1600, il secolo del maggior decç1dimento, le nazioni raggiunsero il cospicuo qumero di 39. O- • ·gni universiià ( e ce ne furono almeno due : dei giuristi e degli artisti) aveva . a capo un rettore, scelto tra gli studenti, il quale aveva il dominio sopra la vita e il funzionamento della nazione stessa, nello stesso .modo che a Parigi abbiamo il " ma-- gister ,, . Accanto al rettor~ ci sono i rappres~ntanti delle singole nazioni, detti consig~ieri o consiliarii ; ogni nazione poi ha modi, costumi e statuti propri._ Tra le nazioni ebbe un particolare interesse quella dei tedeschi. . , • I Da principio i professori non erano pagati dallo stato, ·ossia dal comune, ma dai singoli studenti ; solo più tardi, quando il numero degli stu-- · denti diminuì, e per. attirarne in maggior quantità, si vollero rendere più leggeri gli eneri, il comune .. I ' j f I • . ' 1 I • •

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