Vita Nova - anno II - n. 7 - luglio 1926

BOLOGNA 3 . rusalemme dei documenti del 1000 e del dopo 1 000 abbia un'origine assai più recente, e non debba riferirsi a S. l?etronio, ma al desiderio di riprodurre i luoghi santi secondo le tradizioni venute dai visitatori dei medesimi, in particolar modo per mezzo delle crociate. Lo stesso catino di Pilato variamente interpretato dagli storici e archeologi n6n /ha ancora offerto le prove sicure che il luogo ove 'si trovava e si trova si chiamasse Sancta Jerusalem. · Da S. Petronio,- o meglio dal secolo V, comincia dun9ue per Bologna \.!Da nuova funzione. Essa non è più il municipio romano, ~on è più una città tra le mille dell'impero, ma vien~ acquistando per la sua posizione una funzione nuova, una vita sua particolare, che ha occasione di svol- .gere nei vari aggruppamenti e possessi che si vengono stabilendo in Italia. L~ funzione storica di Bologna nell'alto medi~ evo diventa notevolissima e, starei per per dire, determinante dellé! romanità· nell'Emilia-Romagna~ a cagione sopra tutto della ua posizione di confine. Essa allo sfacelo di Roma rima~e unita all'Esarcato, soggetta in certo modo a Ravenna ; ma appunto perchè Bologna è al confine stesso dell'Esarcato e perchè Bologna è. nel1' immediato contatto coi possessi del regno longobardo, acquista un' espresione di· forza in quanto deve fino a quel punto mantenere la romanità e per di più difendersi dai vari attacchi che i longobardi fanno per irrompere nell'Esarcato e per muovere verso Roma. E' noto che i sentimenti nazionali si fanno più vivi e determinati verso il confine, là dove le idee, le tendenze, le forze si possono misurare e guardare I' ùn l'altra in faccia. Bologna, che si trovava in ·tali condizioni, potè meglio e più di qualsiasi altra città sentire intimamente la differenza che passava tra la tradizione · romana e la irruzione barbarica, e pur mantenendo dell'una quello che era possibile e che era vitale e pur prendendo dall'altra ciò che costituiva un elemento nuovo di vita per il futuro ·popolo italiano, seppe costituire un punto fermo di conservazione e di incontro e seppe dare (e lo vedremo più tardi studiando l'università e il comune) un 'intonazione nuova e possente alla vita dell'Italia superiore nei secoli che seguirono. Ma prima -di procedere oltre, è necessario che noi stabiliamo approssimativamente la topografia di Bologna, così nel periodo romano, come in quello b~rbarico che seguì, è indispensabile ·no Bianc che vediamo le modificazioni che la città nostra dovette subire durante i primi secoli del medio evo, per effetto della dimora dei longobardi sopratutto e degli altri che seguirono nella nostra regione. Secondo gli studi di egregi storici, e in particolar · modo di monsignor Testi .Rasponi, la Bologna romana può limitarsi con questi quattro angoli : quelli formati dall'incontro delle attuali vie Farini e T oschi, Mentana e Moline, Borgo Casse e via Reno e a sud Barberia e piazza Malpighi. Le fosse attorno erano circondate dall'acqua che veniva o ' dall'Aposa o dal Reno. Due grandi porte erano a ~st vicino a Porta Ravegnana e a bvest all'inizio di Piazza Malpighi e da queste due porte si irradiavano due fasci di strade che ancor oggi manifestamente si possono identificare. A est via Zamboni, via S. Vitale, via Mazzini, via S. Stefano, via Castiglione ; a ovest via Lame, via Aurelio Saffì~ via Pratello. Altre port~ e posterle _devono esistere qua e là nel ci, coito dell'antica città romana. Se non che documenti assai antichi, intorno al mille,_fanno spesso menzione di una Bononio Rupia, di una parte della città cioè distrutta e, a quello che pare, di una grande parte · della città stessa. Quando e per opera di chi avvenne tale distruzione ? Ecco la domanda che molti si sono posti, ottenendo risposte affatto diverse. AJ,-i I cuni hanno pensato alle distruzioni opérate dalle . invasioni barbariche del secolo IV e del secolo V e hanno citato in proposito il noto passo di · S. Ambrogio che, attraversando l'Emilia, trovò i castelli e le città abbandonate e semi distrutte. Altri hanno pensato 'agli U tlgheri, che indubbiamente fecero gravi danni all'Italia supe1;iore.Ma io penso (abbandonando lél:fantastica distruzione di Bologna , operata da Teodosio) che la Bononia Rupia e cioè la distruzione di URa gran parte della citt~ debba riferirsi ali'incursione operata da Liutprando, il più grande re dei Longobardi, nel 227 o· nel 228. .Chi conosce il modo d'àgire nelle conquiste 1 dei Longobardi, chi ha presente alla memoria l'iscrizione che fu posta sul sepolcro ·di quel re, . iscrizione che parla del suo valore in armi e della I sua ferocia nella conquista delle regioni e 'delle città, e· ha presente ch'e in essa iscrizione sono ricordate tra le città che ebbero a sentire più gra- . vemente l'insult<.,della forza di Li:utprando furono Bologna, Rimini e Spoleto, non può non concludere che ad esso e alla suà :violenta conquista si • .I J 1 • ! I \ I

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