- • ... J ' ... • - PROF. GIUSEPPE SAITTA " -- ' ST0RIA·~DELLAPOLITICA ✓ I • _,. ,, I. ( LA POLITICAGRECA e • t ( _, D A O M E RO A D · A R l S-T O F A: N E - . Il ~riterio supremo, che è poi il nostro concetto fondamentale, per la trattazione storica della scienza politica, è tutto racchiuso nella raffigurazione della scienza politica come un graduale cammino verso il momento più alto ·della spiritualità • ,.concepita ·come coscienza della nazione che è. lo · stesso Stato-potenza. Quindi il o~mpito che ci prefiggiamo consiste nel far vedere attraverso quali er- -rori e quali verjtà I9umanità si è sollevata a ciò che per noi costituisce il culmine della politica. Ma per costruire una tale storia è ne~essario che noi cerchiamo di rifarci dalla Grecia antica e da. . . Roma, a cui siamo debitori di buona parte della nostra civiltà o della nostra politica. Dell 'or_iente non crediamo opportuno occuparci, perchè .in esso troviamo dottrine che concernono la moralità, ma , non l~ politica come vera e propria scienza dello Stato. . La vera culla, almeno per noi occidentali, della scienza po!itica è la Grecia, dove lo'"Stato -· dalle forme più primitive ·od •ingenue assurgè len- -- tamente a forme più orga~ich_e,più perfette. Infatti in Omero la forma dello Stato è costituita dal gove~o paternale, che è un governo assoluto. Non . per nulla Aristotile ~ice che in codesta età eroica i re erano ~d un tempo sacrificatori, giudici e condottieri d'eserciti. Essi riunivano nelle loro mani ; il potere militare, giudiziario e sacerdotale, Ond~ "teca Gino Bianco· - . non può stupire se Omero· chiami' i Re figli di Giove, nudriti da Gioi,e e dichiari che il governo ~ dei molti è malvagio. La regalità rappresenta ìl governo ideale, perchè la vita della comunità è assicurata se è guidata da un solo capo. , Che è certamente uri ~ concetto iiigenuo, pia dentro cui ,è il germe d"una grande verità. Noi siamo lontani dalla concezione d'una regalità patriarcale, che pensa a tutto, provv~de a tutto e che quindi presenta un che di idillico o di ripos~nte, ma _non· possiamo negare che la rappresentazione dei re come pastori di popoli (poiménes) contiene 1;1n principio' di eticità dello Stato, che si' traduce in un rapporto, im~ediatamente intimo fra sudditi e re, e però in. qualcosa di irrazionale~ Nè si può dire che fino ad Erddoto ci sia un -- sentore della peculiarità della forma statale. In Esiodo, nei poeti gnorpici e nei Sette Savi s'inèontrano sentenze morali degnissime, ma nessuna idea pro- -. pria-mente politica, che accenni ad un concetto dello Stato. , . Negli stessi Preamboli di Zaleuco e Caronda conservatici da Stobeo la politica si traduce nella comune moralità. Solo in Erodoto per la prima volta troviamo la divisionè delle varie specie di governi che sono paragonate fra di loro. Nel 3° libro delle sue Storie egli riferisce la I .. ... I ... . • .. ( >' ., , , ..
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