Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

• • I 38 I '·Egitto durante il protettorato inglese. Noi comprendiamo come la F rancia, cui lo spettro dello spopolamento si fa sempre più terribile innanzi allo spirito, cerchi tutti i mezzi di acquistare cittadini : dalla politica di assimilazione praticata in colonie, anche di diversa razza, e di di verso colore, alle promesse ed aHa faci.Iitazione di ogni genere fatte agli immigranti in suolo francese perchè rinuncino .alla cittadi- . . . ' . nanza originaria, e tutto un sistema che tende a tale scopo. Ma noi non possiamo permettere ohe i cittadini italiani debbano rinunciare, per vivere, a ciò che deve essere il bene più prezioso dell'individuo; la sua nazionalità : e ciò ohe domanda l'Italia non è che ;la revisione di una convenzione per impedire che - con la rinno- . . . vazione, come ora avviene, ogni tre mesi - gli italiani abbiano sempre il timore che da un momento ali' altro taile convenzione non si.a tacita- . mente rinnovata e possano essere posti in condizioni anche peggiori delle attuali. Tutelare i propri cittadini, in qualsiasi parte del mondo essi siano è non solo un diritto per una Nazione forte e indipendente, ma è anche un dovere : e se I' esplicazio-- ne di taile dovere è tacciata di imperiailismofì di megalomania, da chi ci teme, non importa: J'Ita:lia ha coscienza che tale sua opera di difesa deUa italianità risponde aU'imperativo e formidabile della nostra . stirpe. U'GO BASSI POLITICA SCOLASTICA I nuovi programmi per le scuole medie. Credevamo che · a distanza di qualche anno non si sentisse il bisogno di stendere nuovi programmi, ma ,la nostra era un'illusione. Il nuov-o :Ministro delda P. I.· on. F edele, evidenèemente non poteva aco Gi • 1anco RASSEGNE cettare i programmi che i.I Ministro Gentile aveva fatti, per una ragione molto semplice, che essi erano stati pensati organicamente e con molto rispetto de'Ha libertà degli insegnanti. I quali dovrebbero essi ed essi soli avere la responsabilità de.I 1 loro insegnamento. Questa li'bertà che è responsabilità, e quindi dovere, non esiste più nei programmi nuovi, dovuti al Ministro Fedele. Ci duole il dirlo, ma qui noi non facciamo questioni personali, è bene che anche il Ministro Fedele ne sia persuaso, per eh è siamo soltanto mossi da'l,I'interesse della scuola e della scuola fasci sta, ohe ·astrattamente sussiste nei nuovi programmi, ma sostanzialmente ne è assente. Noi che abbiamo vissuto parecchi anni nelle scuole medie abbiamo provato una stretta al cuore scorrendo i programmi deH 'on. Fedele non tanto per le indicazioni che vi • sono contenute, quanto per lo spirito da cui esse sono perva.se. Con ciò .. non intendiamo dire che non vi sia molto di buono, ma per la rea,lizzazione deUa scuola fasci sta non è •ciò _che preme, -bensì qualcos' altro, cioè quella passione che ha di mira soltanto i,l bene della nazione. Ora appunto nei programmi nuovi per le scuole medie c'è una continua osci1lilazione fra il vecchio e il nuovo, i1 l vecchio rappresentato dalla mentalità democratico-clericale, i,l nuovo da que:IJa idealista e fascista. Da questa osciJlazione son venuti fuori dei programmi che sono un continuo tentativo di equilibri- , smo fra l'una e J'a1tra mentailità. li che mortifica enormemente lo spirito degli insegnanti e. specialmente di quegli insegnanti fascisti, che hanno seppe 1 Uito per sempre Ja men- , lità giolittiana fatta, com,e è noto, di mezze misure e di concessioni a tutti. Per es. i programmi di filosofia e di pedagogia sono stati stesi, con un empirismo e un eclettismo che noi non possiamo non deplorare. · Accanto ai grandi pensatori che figuravano nei programmi Gentide, troviamo alcuni grandi filosolfì crist_iani e scolastici. E ciò va bene. Ma que1llo che non va asso1 lutamen- .... te è· appunto que~to, che 11:nmediocrissimo scolastico come 1I Balmes, spagnuolo, figur~ fra i filosofi contemporanei, e un 1_n~ndlud_ente come Ausonio F ranch,1 sia additato così .autorevolmente allo studio della gioventù nostra. Se proprio ~i volevano includere filosofi scolastici· contemporanei, sarebbe stata cosa più saggia sceglierli fra ~li it~- liani, ohe, come per esempio, 11 1 T1apare1Ui, il Ventura, il Liberatore, vailgono molto di più dei tanti Bailmes. E poi se si voleva proprio far posto anche al Balmes, sarebbe stato meglio col1 locarilo fra i filosofi medievali, giacchè in lui, per quanto consta alla nostra modesta esperienza filosofica, non ci sono che le ~ solite rifritture scolastiche . N1è sappiamo spiegarci quali ragioni· abbiano indotto l'estensore dei nuovi programmi a ,prescrivere abbondantemente opere del Boutroux e del Bergson sacrificando fi- . losofì itailiani che, per consenso di molti studiosi, rappresentano qualcosa di più. Difatti di Croce è indicato s01 10 il Breviario di ;Estetica e di Genti:le il vo1 lumetto dei Discorsi di Religione. Di Giordano Bruno che è il più grande ,fi,losofo del R,inascimento, appena un diailogo; nulJa del Ficino, nulla del Campanella, ecc. Ma ciò che è curioso è que~to, che di due fiJosofi italiani lo Spaventa e il Fiorentino, l'uno è colilocato tra i fi,losofi deil secolò XIX e l'altro fra i filosofi contemporanei. Se non ricordiamo male, l' attività fi.l0S01ficadi codesti due nostri pensatori si svolse nello stesso tomo di tempo ! · Nei programmi di pedagogia come_ t_e~ti, si :badi .bene, sono prescritti :la Ratio Studiorum I' Anto- . , n1ano e Don ·Bosco. Evidentemente chi ha avuto la non fe Iice idea di consigliare questi testi al Ministro non li ha mai .letti. Perchè se li avessi letti avrebbe visto che la ~ali? S~diorum non risponde pià ai bisogni moderni ; che Don Bosco fu un grande educatore ma un pedagogista mediocrissimo e un pessimo scrittore; che ,}'Antoni1ano f~ un pedestre seguace dello spirito della controriforma.

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