antinglese - che la Russia persegue, e perciò si può credere che i tedeschi siano in buona fede quando assicurano che i ,loro nuovi rapporti con ,la Russia non significano l'abbandono della politica di Locarno. In verità, fra l' Europa occidentale e la Germania, è ancora questa che ha bisogno di quella, e non viceversa. w. CESARINI SFORZA POLITIC-A INTERNi\ · Addì 8 aprile una straniera scellerata ha attentato alla vita del ·Duce. *** Usciva, Mussolini, da un congresso di scienziati, quando una pallottola lo ferì al naso. In un baleno per Roma e per l'Italia tutta si apprende la nuova : ed un fremito· solo agita il popolo e lo riversa nelle vie, per poter esprimere in un atto insieme e l'indignazione e la · gioia. ,Ma il Duce pensa: è nulla ! Il tempo stringe e non conviene lasciarselo scappare. Siccome la storia la fanno gli uomini e la violentano secondo la forza, di cui dispongono, bisogna acciuffarla, se tenta sviare e riporla sulla ~ia che si vuole. Così fa il Duce. Alle undici è ferito, alle quatì:ro pronunzia un discorso ai gerarchi del Partito, insediando il nuovo Direttorio; il giorno dopo è a Fiumicino. S'imbarca sulla gran nave « Cavour », consiglia ai dirigenti centrali e provinciali del P'arti-c:o di « allargare il respiro » ; e su,bito . dopo voJge la prora verso il mare nostrum. L'undici è a Tripoli ; ove gira, visita, osserva, annota; la colonia gli offre uno spettacolo meraviglioso. Più che l ~ accoglienza calorosa, la vera meraviglia sta nella constatazione dello stato della terra. La te~ra, infatti, è promettente e 1a·mano degli uomini - degl'italiani - l'ha dissodata, sì che l'impronta nuova non sia indegna del1 'antica. Ai pionieri, ai fascisti, agli arabi, ohe lo acclamano a mano a mano che passa, Mussolini • RASSEGNE esprime la sua soddisfazione. V a bene, infatti ! E cinque giorni dopo, di sera, risale sulla nave ammirag]ia, per ripigliare la strada del Tirreno. Viaggia di notte, per guadagnare tempo. 11 17 è a Roma, al lavoro. Alla folla di Gaeta, che vuol sentire la sua voce, esclama : non è più tempo di parole, ma di azione. Ai romani che, al suo arrivo, gli chiedono insistentemente di parlare, risponde semplicemente così : sto bene ! La parola è data. È il tempo del'l 'azione! Il J 9, inaugurando l'Istituto Internaziona:le d'Agricoltura, chiama il popolo alla cura della terra : qui è la salvezza. Bisogna lavorare, infatti, oggi più che mai : e' Lui ne dà pieno 1 'esempio. Ecco una sua giornata : il 31 marzo, nel pomeriggio, presiede un• Jaiborioso Consiglio dei 1Ministri ; alile J o· di sera presiede il Gran Consiglio Fascista, ne·l quale accetta le dimissÌoni del segretario generale del Partito e del Direttorio, nomina il nuovo Segretario e il nuovo Direttorio, si discutono probilemi d'importanza capitale - dalle banche a1 lla riforma del Senato - fino alle 5 del mattino. Poi, dopo una breve sosta, dì nuovo al lavoro : per tutta la giornata. Il ritmo è incessante e laboriosissimo. Non c'è tregua di sor- . ta, mai. Quest 'è, infatti, e questo dev' ess:re _, lo sprone all'Italia, ag,l'ita1lian1, 1n questo tempo nuovo. *** Perc 1 hè, in realtà, noi siamo ancora oggi ad una svolta ; aH'inizio di una strada nuova : la quale è assai più vasta di quelle precedenti, di più largo respiro e· di più sconfinato orizzonte. Siamo sulla strada della più grande conquista, non già solo economica o materiale, ma, I quel ohe più conta, spirituale. Affrontiamo, con la volontà d'imporre questa nuova civiltà al m•ondo ed alla storia, il giudizio dei secoli. Vogliamo creare ed imporre la storia, infatti. La breve e densa cronologia, che s'è tracciata poco fa, non è più già cronaca, ma storia ; nel senso che essa è talmente lioteca Gino Bianco 35 viva e pulsante, gravida di eventi e volontariamente attuata, che lo svolgimento dei fatti e delle idee è in essa già in atto; che l'avvenir.e è già dis~gnato e già in fermento. Perchè il Partito s'è rinnovato nella sua gerarchia centrale ? Non forse perchè id tempo esigeva nuovo impulso e nuovi criteri nell'opera dei fascisti ? AlJargate il vostro respiro, ha detto .ai gerarchi sulla nave ammiraglia il, Duce, mostrando il mare ·e guardando al sud. Quest' è i'l monito dell'ora. Bisogna costruire l'Italia ora, non già più politicamente, in senso stretto ; mat se mai, sotto un certo aspetto, bandendo proprio quello ohe c'è di peggio nella politica, mirando cioè, alle opere fattive, al.le cose grandi, che innalzin9 lo spirito e potenzino la patria. Un nuovo compito s'impone ai fascisti : un compito, che deve innanzi tutto partire dall 'interiorità di ciascuno, per attuarsi come la più bella prova di volontà. Il Partito è il centro vitale della nazione, il fulcro propulsore della vita italiana. La sua missione è impervia : deve dettare l'educazione . morale e politica alla generazione, che viene : e niente è più difficile ! Il metodo cangia : rientriamo in noi, in una concentrazione, che vuol essere di sacrificio e pensiero, che si fa azione. Perciò il Duce, parlando ai gerarchi a Palazzo Vidoni nel giorno dell'attentato·, ha detto che occorre soprattutto una disciplina morale. . Questa vuol dire comprensione, coscienza, intimità. Fuori di questa disciplina c'è la bega di personalismo, l'ambizione e la critica infeconda. Invece no: bisogna mirare a:l fine, ohe ci si prospetta davanti, in una difficile ascesa ; tutti compresi dalla volontà di arrivare, bandendo lotte infeconde e provincialismi dannosi. Dimenticare le cose piccole per ·le grandi, quest' è la ~ divisa. Siamo alla prova suprema. Il fascismo, movimento, che vuol trascendere la mera competizione politica nel paese, assurge a forma di civiltà dell'avvenire, a nuova forza, non solo politica, ma spirituale del mondo moderno. La sua . ' •
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