LE RIVENDICAZIONIDELLA STORIA , . Nei momenti di crisi politica e sociale accade spesso che i contendenti, anche i più umili, si appellino al giudizio della storia. E li vedete, piccoli gnomi, levarsi sulla punta dei piedi e minacciare, con gesto che vorrebbe essere tragico e non .è che pietoso, i fulmini del futuro topo di biblioteca che si accingerà a ricostruire la vita . di questa sciagurata . ' umanità. Hanno torto? Veramente, no: esagerano un poco, ecco tutto ; ma torto del tutto non hanno : la storia è più umana: spoglia delle passioni, scevra di preoccupazioni politiche contingenti, essa è sempre molto più benigna dei contemporanei i quali pare si preoccupino solo di dar ragione alla sana e ironica filosofia manzoniana : essere, cioè, uno dei vantaggi di questo mondo quello di poter odiare ed essere odiati ... • senza conoscersi. E · guai se non fosse così ! Ricordate? Quando l'unità d'Italia era un sogno di pochi, nessuna accusa si risparmiò loro. Garibaldi?, un filibustiere; Mazzini ?, un imboscato ; Cavour?, un criminale che mandava a morire i soldati italiani in Crimea, per una causa ingiusta. Vi prego di leggere i resoconti parlamentari di allora : sono istruttivi : " Qual motivo - gridava sdegnato l'on. Brofferio - qual motivo abbiamo noi per fare guerra alla Russia? Che cosa ci ha fatto la Russia? ''. Ed il deputato Chiala definiva Cavour '' l'uomo fatale ali' Itali a '' ; entrambi non avevano capito nulla dello scopo cui mirava il grande Tessitore, che doveva sospendere il sottile e tragico giuoco diplomatico con tutta l' Europa coalizzata contro il piccolo Piemonte, per difendersi dagli attacchi delle opposizioni, ch'erano, come tutte le opposizioni, dominate da prevenzioni e da apriorismi nocivi più a sè che agli altri (le lagrimevoli vicende aventiniane lo dimostrano). " L'Eco du Mond-Blanc, L'Armonia, Il Cattolico - rilevava il Conte di Cavour rispondendo al Brofferio e disputando col Conte di Revel - attaccarono il trattato con ingiurie più veementi ancora di quelle che lanciarono contro il ministero i giornali, dirò, della demagogia ... Sì, o signori: L'Eco du Mond-Blanc fu più violento della Maga a questo riguardo ... ". Non sembra cronaca recente, l'eterna cronaca politica? E Francesco Crispi? Non dovè fronteggiare una " campagna morale " lui che lottava per dare al proprio Paese vigoria di muscoli, che cercava di infondere una forza " morale " negli italiani per trattare non più con atteggiamenti servili, ma alla pari con le potenze? E invece cadde, allora, vituperato: solo Giosuè Biblioteca Gino 81a co . Carducci .levò la testa leonina per mandargli il suo saluto solidale ... 1 Che farci ? Bismarck, che aveva provate le carezze dei giornalisti di opposizione, non perdè mai la sua calma: li disprezzava, però. Nel novembre 1862, ad una deputazione dell' isola di Riigen, diceva che la stampa avversaria era in mano di ebrei e di spostati ; ma ciò non faceva ristare la campagna furibonda delle • • • oppos1z1on1. . . La storia però ha giudicato e non certo a favore dei denigratori: questi, nel giudizio dei posteri, .trovano scarsa considerazione. I I .. Guardate, infatti: che non dissero, che non misero in circolazione i libellisti del tempo contro Lucrezia Borgia? Ogni vizio più turpe, ogni crudeltà più raffinata le fu attribuita. E per lungo tempo l'opinione pubblica se la rappresentò come un démone piovuto dall'Averno per fare l~ vendette del principale. · Man mano però le fosche tinte s1 attenuarono. impallidirono, fìnchè venne il Gregorovius, che con paziente indagine sciolse il groviglio, diradò la foschia, sceverò la verità dalla diffamazione e ci fece apparire la figlia di papa Alessandro come una bella, potente donna non migliore nè peggiore di quelle del suo tempo. Tempo in cui il virtuosissimo e piissimo cardinale Ippolito, perchè una signora, eh' egli amava, espresse la sua ammirazione per gli occhi del fratello, lo fece accecare ... Eppure qualche neo doveva avere Lucrezia Borgia se il suo terzo marito, Alfonso d'Este, si indusse a sposarla solo per il contratto stipulato dal vecchio Duca di Ferrara col Papa; ma non le scrisse mai, nè mai volle vederla fìno al suo arrivo nel castello bentivogliesco del Poledrano. La sposa, seguìta da quattro cardinali e da mille cavalieri, era partita da Roma e dopo un viaggio trionfale aveva voluto riposare nel vecchio Maniero che vide lo sfar-zo di madonna Ginevra e di Giovanni Il. Era ormai la mezzanotte quando dal rivellino del castello e dai cortili scoppiarono grandi evviva al nome di Alfonso. Questi, di fronte al. .. fatto compiuto, si era indotto ad andare incontro alla sposa, Lucrezia rimase attonita; '' nondimeno, scriveva Gherardo Saraceni la sera stessa al vecchio Duca di Ferrara, ricolse sua S.ria con tanta reverentia: et bona gratia: che non le debbe esser dispiaciuta: Nò se poteria dire la leticia: ch'ni ha ricevuta tutta la sua cometiva: ala quale non è mancho spiaciuta et la persona e ..
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