UN PRECURSORE DELL'ITALIAIMPERIALE (29 DICEMBRE 1914) ' ... Alla memoria di GUALTIERO CASTELLINI Ricordo la triste fine del dicembre 1914 ! Le ansie, le ambascie di quell'ora tragica per noi mentre tutta I' Europa era un mento di 'guerra. Gualtiero Castellini era venuto nella piccola città adriatica a portare la sua voce r -~-~----- suscitatrice, ma ben · scarso era in quell' epoca il terreno adatto per si.mìle semenza. Eravamo in pochi allora, e la guerra faceva paura a molti, la vigliaccheria pacifista aveva inondato le a- • n1me. La sera fredda, gri- • • g1a e piovosa pareva gelare anche il nostro • entusiasmo. Quando dopo la conferenza interventi- , sta di Gualtier~ ci riunimmo nel tepore di : una sala d' albergo ci • • r1an1mammo un poco; era da non molto uscito il libro su Crispi che il Castellini aveva scrittor- • mia to con amore e con fede. Mosso da questo inizio, l' argomento principale della conversazione fu la guerra e la posizione dell'Italia. Non so chi ricordasse il famoso libro di vcn Biilow : « Germania imperiale » che aveva fatto tanto chiasso a suo tempo. Improvvisamente mi balenò un'idea: Gualtiero, dissi, vuoi che scriviamo un libro : « Italia imperiale» ? Biblioteca Gino 81 Piacque a Lui quell'antinomia del titolo e la sera stessa (il Castellini era stanco da due giorni di viaggio e di conferenze e la mattina dopo doveva partire innanzi l' alba) rapidamente gettammo su alcuni fogli lo schema del volume che ancora con- ~----:=··--- servo fra le memorie .. ,. ; . ' p1u· care. « Italia imperiale >> era un titolo magnifico .. per noi ma che allora, eccetto l' esigua frazione nazionalista, anzi corradiniana, avrebbe fatto ridere di scherno. · . Nei nomi dei capitoli, ·dopo una breve rassegna di tutti gli errori passati, ci si lanciava senz' altro nell' avve- ' • n1re. Il cammino imperiale? Eccolo : l'Adria- • tico, il Mediterraneo, il Mondo ! Rompere . l'indugio, fare la guerra, impadronirsi del- · l'Adriatico, porsi alla testa delle nazioni balcaniche, estendersi nel1 'Asia Minore, occupare vaste colonie, portare ovunque la- rinata aquila imperiale troppo a lungo ratrappita nella gabbia del Campidoglio. Tutto ciò ci pareva facile ed era un sogno! Non ricordo chi di noi stendesse sulla tavola una grande carta geografica. Vi segnammo i nuovi confini: il Brennero, le Alpi Giulie, il Nevoso, le Dinariche e via, via, la Corsica, Malta, Tunisi, l'Albania .... ' •
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