Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

.. .. .... 12 GIOVANNI LORENZONI avanzata e neppure si spinga ad osservare od anche solo a curiosare nel trincerone. Ordine tempestivo e provvid~nziale, che, da ~ì a poco, e precisamente alle 21, 15 la terza ~rand1osa mina austriaca veniva fatta saltare nella ttp1da -notte di maggio due giorni prima dell'anniversario della • nostra entrata 1n guerra. . « Come per fortissi rr. a scossa di terremoto» scr1v~ il Col, Martini, sussultò l' intiera montagna, che s1 coperse di densissirr.a polvere, la quale rLolestava le nostre vie respiratorie e ci toglieva la vista e l' orientamento. La trincea avanzata rirraneva distrutta , per intiero e precipitavano p'-!re le due formidabi!i punte chiamate la Guglia td 11Ce~darm~. ~nche 11 Dente Filipponi crollava, ma, adag1andos1 1n senso . . . parallelo al trincerone, veniva a cost1tu1rè un nuovo eccellente baluardo a difesa. Rirr.a~ero ostru~ti e danneggiati gli imbocchi delle gallerie.arretrate e l' intiera viabilità vtniva sconquassata e distrutta. , « Contemporaneamente si apriva, contro le quattro fronti della nostra posizione, un violentissimo fuoco di ogni arma e di ogni calibro, accompignato da lancio di bombe incendiarie e ad alto esplosivo, e da gas lacrimogeni ed asfissianti. Granate da 240 battono sulle rocce sovrastanti e staccano valanghe di pietra, le quali trascinando con sè i n1olti rr.acigni fatti saltare dalla mina, precipitavano, sui nostri appostamenti, con immenso fregore. Centin~!a di razzi illuminano la scena fantastica, paurosa, infernale. « I nostri, .ripiegatisi sulle posizioni prlstabilite, aprivano, da queste, un nutritissimo fuoco di interdizione; l'artiglieria, i bombardieri, i lanciamine appogriavano l' opera degli alpini del V. Chisone, in soccorso dei quali altri reparti alpini erano saliti da Base Can.ne di Falzarego. Tutti, prosegue il Col. Martini, si sentivano attratti dalla curiosità e dàlla brama di ammirare I' imponente spettacolo; tutti accorrevano per partecipare alla furibonda azione non altrimenti, che se si fosse trattato di uno d<:ipiù lieti e suggestivi convegni >>. Alle 23,45' si rallenta, da ambe le parti, la violenta azione e risulta ormai chiaro, che, anch~ questa volta, gli Austriaci non aveano conseguito lo scopo voluto. Distrutta bensì la nostra trincea, ma non s~riamente intaècata la capacità difensiva td offensiva della cengia. Poche perdite da parte nostra. Il tentativo d'invasione nemica prontamente rintuzzato. La partita si chiudeva col nostro attivo. Ed ecco, . che, u.n po' prima della mezzanotte, dalle nostre posizioni si spande, per I'aere ancora infoscato e ' I Bib ioteca Gi·n Bi neo I d li t f n fara e si eleva il vibrante i suono e a nos ra a canto d;i n·ostri alpini: Sul cappe Ilo che noi portiamo C'è una lunga penna .nera Che ci serve da bandier~ Su pei monti a guErregg1ar ... Gioia e lttizia nei cuori d~i reparti ~icini, che temevano per il valoroso V.· Ch1sone, rabbia e ~urore dei nemici, che sfogano il lo~o malumore con riprese di raffiche di fuoco. Alle 24,50' arriva, al comandante del sotto-settoi·e Ten. Col. Martini, il seguente _fon_ogra~ma _d~l comandante del settore: « Invio a lei, a! suoi uflìc1ah, ai suoi alpini, i più vivi rallegr~ment1 >>. E c'era davvero di che. Il rimanente della notte sul 23 veniva spesa a_rimette~e i~ .e!~cenza la posizione, ccsicchè, grazie ad un att1v!ta 1nte~sa .e feb_- brile, alla quale tutti erano lieti d1 con.tribuire, !l ~ mattino del 23 si trovavano, come per incanto, ricostruita la prima linea e ristabilite tutte le comunicazioni. Il 26 maggio il c9mandante del settore teneva a Vervej alla presenza del Tenente Generale Cerri, una 'conferenza agli ufficiali, nella quale elcgiava grandemente le truppe del 2° sotto-settore ed una particolare lode rivolgeva al loro com~~- dante Ettore Martini, « che avea, con solerte vigilanza e previdenza, salvato la posizione da un disastro e• portato sollecitamente i suoi alpini, colla virtù dell'esempio e malgrado le più gravi difficoltà e pericoli, sulla nuova linta di res:stenza più avan.- zata >). Gli annunciava, inoltre, di averlo proposto per una medaglia d'argento al valore, per concessione immediata. . Poche settimane dopo il V Chisone riceve il cambio nelle posizioni su cui, da due anni, aveva tanto combattuto lavorato e sofferto e veniva inviato a riposo nei pressi di Udine. La quarta mina austriaca scoppiava il 16 settembre 1917, quando, su Ile posizioni della cengia, vi erano altri reparti alpini, ma di essa (stbbene ne fossi testimone, trcvandomi per caso nelle vicinanze), non è mio compito discorrere. A me basti aver segnalato, all'ammirazione d.egli scarponi e sulla scorta di documenti inediti, i ~aldi cuori dei conquistatori e difensori della Cengia Martini, dei valorosi alpini, cioè,· del V. Chisone. Agosto 1925. Prof. GIOVANNI LORENZONI I \

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