LA "CENGIA MARTIN!,, ED IL V. CHISONE gallerie, molestavano continuamente le posizioni austriache di V. Parola, e, con . . . . . una cocc1utagg1ne caratter1st1ca, s1 appresta, neanche un mese dopo il secondo fiasco, ad iniziare i lavori per una terza .lo Laga • mina La nuova minaccia sembra più seria delle altre. Essa mira infatti r.d ir.abissare l' intiera sporgenza rocciosa costituente la trincea avanzata, la cui galleria delle dimensioni di metri 2 X 2, avea conseguita un'estensione ta!e da preoccupare il nemico. Un attento esame de1la situazione persuade i nostri che una contromina preparata tempestivamente avrebbe potuto, se non neutralizzare completarr_ente, per lo meno attutire gli effetti di questa nuova e davvero colossale mina nemica. I lavori vengono iniziati nell'aprile con ritmo febbrile e intenso. Quattro perforatrici vengono messe in azione dai nostri, i quali resero possibile il brillamento di varie centinaia di mine ordinarie al giorno. Ed altrettante vengono impiegate dagli Austriaci. Le due parti in lotta si sorvegliano e si ascoltano a vicenda col telegrofono, seguendo ansiosamente, traverso le pareti di roccia, il reciproco ritmo di avanzata. Era una gara a chi avrebbe fatto più lesto : una lotta tremenda ed angosciante svolgentesi nelle viscere del monte col sussidio della tecnica moderna più perfezionata. Sarebbero gli Austriaci, questa volta, riusciti nell'intento? La loro galleria continuava ad inoltrarsi sotto la nostra trincea avanzata. Il comandante del settore ordina lo sgombero di questa. Ordine, che, l'allora Tenente Col. Martini comandante del sotto-settore e del battaglione esegue, non senza aver avuto cura, che tutti gli elementi di detta trincea rimanessero sotto il nostro efficace controllo. , L'episodio stava ormai per avvicinarsi alla fine. Tanto più si centuplica l'attività del comandante del battaglione presente ovunque, calmo sereno e sorridente ai suoi alpini, che sentono in lui un capo ed un padre al tempo stesso. Verso il 20 di maggio si ha l'impressione che I' epilogo sia vicinissimo. Il Biblioteca Gino Bianco lavoro delle perforatrici nemiche si affievolisce, rallenta e cessa, più tardi riprende, ma a vuoto, e poche mine ordinarie eppure sJlo delle castagnole vengono fatte scoppiare. Evidentemente il nemico sta già caricando la grande mina, ma vuole ingannarci fingendo di continuare il lavoro di scavo. . Il 22, non funzionando perfettamente per cause ignote il telegrofono, si .rendono indispensabili le ascoltazioni vicine, ma queste sono ormai pericolosissime e le eseguono (onore sia reso ali' ufficiale italiano) solo gli ufficiali tecnici e naturalmente, con essi, il comandante del battaglione. Questi però vuole, solo per se, l'onore dell'ultima ricognizione e dell' ultima as~oltazione. E, sull' imbrunire dello stesso giorno, da solo, col sigaro acceso in bocca ed a passo lento, si spinge fin nella parte più alta della galleria. Un sinistro silenzio domina intorno. I cuori di tutti sono sospesi. È, in tutti il presentimento, che, fra poco, debba accadere l'inevitabile e tutti tremano per la sorte del comandante, che, con sublime sprezzo del pericolo, compieva quest'atto non necessario in sè stesso, ma dal quale si riprometteva, com' egli modestamente scrive, un effetto morale. Alle 19,45' il comandante rientra e dal petto dei soldati e degli ufficiali esce un sospiro di sollievo ed un grido represso di ammirazione. Il comandante ordina, che nessuno si avventuri ormai nella trincea t
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