Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

10 GIOVANNI LORENZONI =-----=~~~~~=~~~:-:----=--~=.=---=--~--::;:=-::-::-----:~~--=---=-:-----,-~.... men ti, ripr end~re il . fu?co_. Dieci , (. r,rt>,. mesi dopo gli Austr1ac1 ritentano Il sospetto che si stesse preparando una prima mina sorse il 3 dicembre 1915 quando si sentì il picchiettare sordo di una perforatrice dalla parte austriaca, alla .quale presto se ne aggiunse un 'altra. Ma, sia che si dubitasse che invece di una mina si volesse aprire una feritoia, sia che mancassero i mezzi per aprire una contromina, non si provvide altrimenti che rinforzando, più che fosse possibile, le difese e tenendosi pronti contro ogni eventuale sorpresa. Alla mezzanotte precisa dell' ultimo dell' anno 1915 l'arcano fu svelato. Si trattava veramente di una mina. Un terribile fuoco tambureggiante si rovescia sulla cengia, con lancio di bombe e di barilotti di Denarit. .Innumerevoli razzi illuminano la scena, nella quale spicca la fosca mole del S~sso di Stria. Poi quest'inferno tace, ma, dopo 20 minuti, il pauroso silenzio vien rotto da un rombo cupo e continuato. L'aria si empie di sassi e di polvere. Crollano massi immensi di roccia e le artiglierie riprendono la loro musica. La mina, la prima delle mine austriache del Lagazuoi, era scoppiata; ma fu il caso di dire « parturiunt montes nascetur ridiculus mus )), · chè quasi nessuna perdita ebbero i nostri; e persino gran parte del trincerone rimaneva salvo. Tre provvidenziali spuntoni di roccia chiamati: il Gendarme, la Guglia ed il Dente Fiìipponi, avevano miracolosamente arrestato i blocchi più grossi. Solo qua e là valanghe di pietre aveano interrotto le nostre trincee, ma, dopo un'ora di intenso lavoro, esse vennero nuovamente sgombrate e rimesse in efficenza. Cosicchè, con somma meraviglia e dispetto del nemico, i nostri alpini potevano, dagli antichi appostaBiblioteca Gino Bianco - ..,,. __ la prova con ~n' altra mina, c~e dovea essere più potente della prima, ma, questa volta, i nostri avevano pronti i mezzi per controbbatterla. E cominciano, quasi contemporaneamente agli _Austriaci, l~ scaYo di una contromina. I lavori degli Austriaci e quelli dei nostri procedono quasi di conserva; ma gli Austriaci non sembrano rendersi conto nè del percorso esatto della nostra galleria contromina, nè della sua reale portata, chè altrimenti avrebbero capito di aver sbagliati i piani. Continuano invece, come nulla fosse, il loro lavoro fìnchè .. due giorni di pausa annunziano, che si sta caricando la camera di scoppio. Ed alle ore diciannove del 14 gennaio 1917 la seconda grande mina austriaca brilla: ma sebbene fosse di maggior mole della prima, i suoi effetti sono ancora inferiori. Il Bollettino del Comando Supremo può annunciare che « Sulle pendici meridionali del Piccolo lagazuoi, dopo lungo ed arduo lavoro in galleria, la sera del 14 il nemico fece brillare una poderosa m"inasotto la nostra posizione di Cengia Martini. L'efficace e tempestiva preparazione del nostro lavoro di contro1J1ina rese assolutamente nullo per noi I' effetto della vasta esplosione, determinò invece il crollo della galleria scavata dal nemico, producendo sensibili perdite fra le sue truppe ». « lncidit in foveam quam fecit », nota il Col. Marti~i, che ama citare i ( lassi ci, dei quali è buon conoscitore. Ma anche questo scacco non fa desistere il nemico dalla sua idea fìssa di far saltare questa terribile Cengia l\1artini, dalla quale un pugno di uomini, aggrappati alle roccie come aquile e annidati nelle

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==