Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

• Bi 4 GIUSEPPE SAITT A da parte degli uomini di scienza, se noi li teniamo a ,distanza, se de.magogicamente non riconosci.amo loro nessun n1erito, se non c,i preoccupia,mo fervidamente e seria,mente dei problemi della culrtura ? · Poichè la ,cultura è cosa seria, molto seria, e non si può raggiunger,e se non da chi umilmenrte, cioè colla coscienza dei propri lin1iti, lavor,a giorno per giorno in mezzo ,a difficoltà e a travagli che spezzano talvolta la vita. Ma fare osservare questo ai gazzettieri che si credono pe~sino lecita qualsiasi insolenza ·contrro gli stessi studiosi f1 ascisti., è forse inutile : essi continueranno a gridare che ciò che o~corre è la cultura fascista. D',accordo. Però la ... sciate ,che ad essa, che non s'improvvisa come una qualsiasi cerimonia, lavorino con tr.anquillità e sere~ nita di spirito quanti sentono vivo il ,pungolo d'una · scienza che sia veramente nazionale e quindi f orzia pod,erosa del1 l 'attuale regime. .Servirsi ancora di certi ve~chi concetti che noi abbiamo deplorato nei vecchi partiti è, ,per •lo meno, ,da incoscienti : la cultura v,era quale noi sentiamo e vagheggiamo, non ,conosce co-desti demagoghi in ritardo .che pur cr,edono di essere la quintessenza dello spirito fascista. Siochè ipotecare ·come essi hanno fatto per fini ,proprii o contingenti il problema della cultura fascista., ci se·mbra molto pericoloso, se si consid,e:ri che coloro che tentano di far questo non rappresentano nulla nel campo degli studi, talchè nulla hanno da dire tranne le solite sci,pitaggini ch•e ripetono in1- .. , ' • , ■ ■ ca 1no 1a mainca,bilmente in ogni articolessa. È il dilettant,ismo che bisogna fustigare a sang~e se ~i vu~!e eh~il problema spirituale del F asc1s~o s1 a~vn r~p1da~ m,ente alla sua soluzione. E perciò crediamo sia venuto :il tempo di mostrare i,n tutta la loro nu,dità, cioè in tutta ila loro crassa ignoranza i famosi competenti idei Fascismo che assumen1 do I'.aria della più intransigente ortodossia tir.ano tutto al proprio mulino, che .è ancora purtroppo quello dell'anteguerra. Giacchè siamo i;>recis~mentea questo : ~e paUu~liette di u~ tempo che s1 facevano compatire per 1 loro grossi spropositi di politica e di cultura, a furia di sbandierare la loro competenza, specialm-ente in politica estera, sono state credute, e giudicano e mandano, e così sono riuscite a creare un'atmosfera che toglie il respiro, un'atmosfera da quacqueri. Questi quacQueri d,el Fascismo che tal volt.a scim,miotteggiano Papini o quel l'altro stinco di -Giuliotti vogliono e non .vogliono la cultura : la vogliono in quanto espres- .siorie del loro m1 isoneismo nazionalistico o reazionario che si riduoe a zero via 2;ero; non la vogliono ,se per caso in essa scorgano ,}'omhra odiata .... di non so qual filosofo stranie~<o,cioè dell'idealismo di cui saranno sempre incapaci di intendere un solo concetto. Ora e' è bisogn,o ,di 1 di:<ea certi imbecilli più o meno selvaggi_, i quali affettano di ca.pire, che I' id,ealismo nostro è squisi<t,amenteitaliano e che non .c'è nulla in esso ,di tedesco? È quello che dimostreremo ·nel ,prossimo articolo. (Continua) GIUSEPPESAITTA

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