I te ; Sr357 Y .- -- -r-n ---- ,_ 7 .. . . . .. . 13 BOLOGNA suo cuore a questo pensiero palpitava allora come ' quando· aveva vent'anni. E una miseria andar faticosamente rintracciando quanto in questo sentimento vi sia di patriottismo disinteressato e quanto di calcolo dinastico, perchè quel che preme si è che l'affermazione di Carlo Alberto corrisponda alla realtà storica ; ed essa corrisponde indubbia- . ment~. Questo movimento, assai oscuro nelle origini e nello svolgimento, che in sostanza si riduce . a uno sforzo inane, ha un valore grandissimo, se lo guardiamo nella connessione con gli eventi posteriori: esso è in compendio l'anticipazione del 1848. Il decennio successivo alle rivoluzioni carbonaresche e militari, ad un tempo, fu un decennio di reazione, in tutti gli Stati nostri e anche nel Lombardo-Veneto, dove la caccia a' carbonari diventa accanita e si svolgono quei processi, contro di essi, celeperrimi per gli uomini che ne furono le vittjme, Pellico, Maroncelli e Confalonieri, Palavicino, T riulzio. Questi processi iniziano anzi un mutamento notevolissimo nell'opinione pubblica .contro il Governo austriaco, fin allora considerato tutt'altro che male, e tutt'altro che odiato. Indubbiamente l'amministrazione austriaca, ordinata e • rigida, era molto superiore a quella dello Stato pontificio e del Regno· delle Due Sicilie ; curava l'istruzione pubblica, e gl'interessi materiali della popolazione, e, anche nella censura, era più ragionevole delle altre censure nostre, almeno di quella sarda e pontificia. Con tutte le repressioni . . e le cacce alle baracche e a' carbonari, il tenebroso lavorio della setta seguitava e si allargava ali' estero, finchè la rivoluzione parigina del luglio 1830, che detronizzava Carlo X e insediava sul trono il Re delle barricate, Luigi Filippo, si ripercuoteva in tutta Europa, dal Belgio alla Polonia e finalmente ali' Italia. Se si può attribuire alla manìa rettorica 'la frase che, l'anno dopo, il presidente · del Governo provvisorio di Bologna pubblicava : " La posteritA grata porrà a lato a' sei giorni della creazione le tre memora~ili giornate di Parigi ,, ; era però indiscutibilmente vero quanto scriveva Arrigo Heine : " I popoli furono elettrizzati dall'odore del sangue di luglio ,. ; e il Borne fu uµo dei tanti, cui le lastre delle vie, le quali avevan visto la " grande settimana ,, parvero " sante ,, . Certo sulle . rive della Senna fu celebrata dal liberalismo europeo una specie di festa d'affratellamento generale. A' curiosi entusiasti s'ac- ' compagnavano profughi, esuli e apostoli di libertà Bibliotec d'ogni popolo; il ritrov·o de~ quali era la casa ospitale del Lafayette. Egli ne incoraggiava i, propositi patriottici e liberali rimettendo a nuovo la ~ leggenda della · sua gioventù che cioè la Francia aveva la missione storica d'aiutare tutti i popoli d•Europa a spezzare le loro. catene. L'estesa cor- . rispondenza di lui ne rincalzava le eccitaziqni e gl'incoraggiamenti. Insieme con la diffusa. e profondamente radicata contrarietà per le frontiere del 1815 questa propaganda rivoluzionaria accumulava una materia infiammabile molto pericolosa per la pace europea. In questa atmosfera il Governo francese proclamava che si sarebbe opposto alla violazione " del principio del non intervento ,, ch'era in sostanza, una sfida alla teoria e alla pratica della Santa Alleanza. Tutto stava nella maniera dell'opposizione se diplomatica soltanto o no. Attorn~ a questo fatto centrale ~'aggira la 1congiura · carbonaresca dell'Emilia; congiura ch'ebbe il suo centro 1n Modena, e uno dei principalissimi dirigenti nel carpigiano Ciro Menotti, e un agente ali' estero, il modenese Enrico Mislei, fiduciario di Francesco IV, duca di Modena. Perchè, sebbene, dato il brevissimo tempo, che ho a mia disposizione, e lo scopo di questi che vogliono e·ssere solamente d~gli accenni, io non possa dilungarmi intorno al moto emiliano del 183.1, non posso però tacere che il movimento carbonaresco, a cui si lavorava da molto tempo, con la complicità di Francesco IV, in relazioni molto strette non solo col Mislei, ma anche col Menotti, ebbe, almeno in u~ primo momento, un· procedimento tale che (e i documenti ultimamente pubblicati lo confermano) la si può battezzare come congiura estense. La ri- . voluzione di luglio, in un certo senso, raffreddò e mutò l'animo del duca. In ogni modo, il tentativo carbonaresco si fa, senza, anzi- contro il Duca ; e, riuscito agevole nell'intera Emilia e nella Marca, nelle quali regioni i vecchi Governi cadevano come . fossero edifizi di cartapesta, era soffocato dall'io-.' teryento austriaco, che ristabiliva quasi subito le cose in pristino : tostochè il ministro presidente del consiglio, Casimir Perier, ebbe dinanzi alla Camera francese affermato ( 18 ·marzo 1831): '' Noi sosterremo il principio del non intervento da per tutto con trattative diplomatiçhe ; ma soltanto l'interesse o la dignità della Francià ci potrebbero · · far pigliare le armi ; poichè confessiamo francamente che nessun popolo ha il diritto di costringerci a combattere per la sua causa, e che il ,I ' f '
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