Vita Nova - anno II - n. 5 - maggio 1926

• I . . ' \ . ( • l ' r # lJNlVERSIT A FASCISTA f ,\ \ vano a iscriversi nella carboneria, se già non vi appartenev~no, e li rendevano accessibili alle idee rivoluzionarie ; mentre il concordato del 1818, restauratore della gerarc·hia ecclesiastica nella sua antica potenza, offendeva gli animi illuminati o dai ricordi muratiani o da' primi raggi della letteratura nazionale. Così in questo térreno le sètte non solo allignavano, ma fiorivano potenti. Se, per -molti rispetti, come le condizioni ·sociali e l'esistenza ,dell~ sètte, cui ade1iva molta parte di ufficiali e anche dei più# elevati di grado, il Regno , delle Due Sicilie s• assomigliava a quello di Spagna, era naturale che il ,moto spagnolo nel, 1820 fosse la scintilla che dètte fuoco alle polveri nel suolo ~ I' meridionale, minato, in ogni senso, .dalle sotterranee società carbonaresche. Fra il 2 e il 6 di luglio la rivolta militare obbligò Ferdinando I a concedere la invocata costituzione di Spagna, formando così ·una monarchia costituzionale, che doveva durare pochi niesi (8 luglio 1$20-24 marzo 1821) fra le . incertezz~ interne e la lotta autono~ista in Sicilia, mentre l'Austria, assicuratasi nel convegno di· L~ .. biana l'adesione di Ferdinando I, invitato e intervenuto, occupava, in nome della Santa Alleanza, il continente meridionale, quasi senza colpo ferire restaurandovi la monarchia assoluta e riconducendovi il Re spergiuro. Quando Ferdinando I fu rimpatriato, e si sfuriò la reazione, il Metternich potè vantarsi d'aver spento la rivoluzione " con un buffettJ sul naso ,,. Mentre a Nàpoli agonizzava il movimento carbonico e milita~e, scoppiava quello piemontese ; specialmente in correlazione coi carbonari lombardi, dei ·quali il capo · &i poteva dire ' il conte Federico Confalonieri. Esso aveva degli scopi più complessi di quellt napoletano. I fede- 'Tati, (così si chiamavano i carbonari piemontesi e lombardi) rion si restringevano a volere la costituzione, ma anche la guerra· all'Austria per conquistare la Lombardia, aspirazione trisecolare sabauda, che forse si sarebbe attuata nel congresso di Vienna. se gl'impegni britannici con l'Austria -non l'avessero impedito. I fatti di Napoli affrettarono gli eventi : la carboneria piemontese, che sembra avesse iJ suo centro in Alessand-ria, si veniva preparando soprattutto sotto la guida di Santorre di Santarosa. La cospirazione carbonaresco-militare si conduceva quasi alla luce del sole ; la polizia fingeva di non ie n'accorgere, perchè quelli che più lavoravano. ·.occ:ipavano gradi elevati nell'esercito o erano parenti di alti ufficiali e di. ministri. I congiuratori . . I andavano in traccia d'un capo autorevole, che potesse trascinare l'esercito ; e si rivolsero ·al generale Alessandro De Rege, conte di ·Gifflenga " provato e colto veterano degli eserciti napoleonici ,,. Eg]i però, consapevole dell'impossibilità che il tentativo riuscisse a bene, non favorì, nè consigliò i carbonari : i quali f ~cero capitale soprattutto del principe Carlo Alberto di C_arignano, ventiduenne, erede presuntivo del trono. Car~o Alberto, .'nominato, dopo il suo matrimonio -con Maria Teresa di Toscona, " Gran maestro d'artiglieria ,,, da vari anni in rapporti con carbonari, caro ad essi per i suoi bollori antiaustriaci, e per la disapprovazione di certi atti governativi, si arrese alle calde esortazioni dei cospiratori di , fare da '' mediatore ,, tra i carbò~ari ed il Re ; ma ben tosto -li invitò a contromandar l'ordine del movimento. Cioè non fu possibile o non si volle ; fa~to sta che il pronunziamento militare riuscì. Vittorio Emanuèle I, posto ,nei bivio, dacchè si riteneva impossibile ~ominare il moto militare, di subire la costituzione spagnola o di andarsene, preferì abdi-. care, e, poichè il fratello Carlo Felice si trQvava a Modena presso Francesco IV, lasciò la Reggenza a Carlo Alberto, che naturalmente concesse , la c06tituzione di ?pagna, come volevano i carbonari più rumorosi, mentre i .moderati preferivano . , quella spagnola. Così si iniziava l'effimera monarchia costituzionale sabauda ( 14-23 marzo . 1821), la quale fu solennemente repudiata dal nuovo B.e, subito ricorso all'aiuto dell'Austria. Truppe austriache e quell~ sabande fedeli rimisero in breve, senza troppe difficoltà, le cose come stavano prima dell'inane tentativo, dacchè la grandissima maRgioranza della popolàzione rimaneva indifferente ed ostile ; e Carlo Alberto, cacciato dal Piemonte e inviato a Firenze. presso il suocero F erdinanclo III," ,, sentì gravare sulle sue spalle i peccati e le accuse de.. carbonari,. e le accuse e i rimproveri de' lealist.i . Certo la figura del principe di ·Carignano è davvero singolare nella nostra storia: su lui si sono dette e scritte le cose più disparate e, spesso, insensate ; un punto rimane i~concusso, questo che nell'anima di lui l'idea dell'indipendenza italiana e della guerra contro l'Austria fu sempre vigile e salda, da quando, giovanetto, apparve a Gino Capponi imprudente nei suoi bollori antiaustriaci a q~ando, in grige chiome, .nel fàmoso ·memoriale " Ad maiorem Dei gloriam,, affermerà che l'idea ·dell'in~ipeadenza non la può rinnegare e che il Biblio e no • 1an o •

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