70 DOCUMENTI DELLA STORIA DEL FASCISMO i Lincei : due accademie glonose, ma cadute entrambe quando la scuola galileiana decadde e tramontò. Le Relazioni del Governo, . ' con cui e stata presentata questa legge ai due rami del Parlamento, prendono le mosse dal fatto nuovo. che lo storico on. Ciccotti non vorrà negare. Si chiami rivoluzione o come altrimenti si· vuole: è una nuova realtà spirituale che cerca la sua via. E nessuna meraviglia, on. Ciccotti, se ha ancora del vago e indeterminato. La vita, quando si sveglia; ed è nel maggior vigore deHe sue energie, e più promette, non -è ancora determinata, e nJn ha dato quei risultati, da cui potrà esser definita. L'art. 2 della legge ordirando l'Accademia a promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano aggiunge: « conservando puro il carattere nazionale, secondo il genio e le tradi1ioni della stirpe ». Parole che possono suo- ~are come semplici parole per gli animi non dispo~ti. Parole tante volte ripetute, abusate e logore per l'uso e per l'abuso. Ma ben chiare per la grandissima maggioranza degli ita:liani d'oggi. E con ciò credo di· aver risposto a una domanda di chiarimenti rivoltami in proposito dall'onorevole senatore Vitelli. Al quale non ho nessuna difficoltà a rispondere che anche le accademie italiane esistenti si sono sempre ricordate di essere italiane; ma aggiungo pure senza esitazione che e' è modo e modo di ricordarsene, e che il modo in cui l'italianità del pensiero italiano dovrà esser tenuta presente dalla nuova accademia potrà essere anche un modo nuovo se diventerà un criterio fondamentale ispiratore : di quel! i che possono informare tutta l'attività di un'accademia, come possono inforBiblioteca Gino Bianco mare tutta l'attività di un individuo. Che se il senatore Vitelli desidera qualche cosa di ben pr~~iso e quasi tangibile, che stabilisca una differenza tra la nuova Accademia e le altre, lo prego di é\,VVer-- tire un carattere del nuovo istituto, che è stato passato sotto silenzio in tutta questa discussione. La Reale Accademia d'Italia, a differenza di quante finora ne abbiamo avute, ab.braccia nel suo ambito non soltanto le scienze~ ma anche le arti. Troppe volte abbiamo dovuto sentire che gli st~ssi nostri scrittori più insigni (e non parliamo degli artisti, che ne furono sempre ecl usi) se han potuto yarcare la soglia delle accademie, in cui la Nazione radunava le sue m~ggiori intelligenze, lo hanno potuto, quei pochi almeno che han potuto, pel fatto che essi non erano soltanto poeti o scrittori, sia pure di valore grandissimo, ma erano anche studiosi di poesia, di lettera- . . . ' . tura, stor1c1e perc10 1n certo tempo anch'essi scienziati. La Reale Accademia d'Italia raccoglierà nel suo fuoco tutti i raggi più luminosi dell'intelligenza nazionale. E in questo senso sarà la p~ima grande Accademia veramente nazionale, che ab1 bia mai avuto l'Italia. Accademia della Nazione, .che ha nello Stato la sua forma praticamente più alta e la sua forza più potente. Il senatore Crispo1 lti, secondo l'interpretazione che, forse per una delle solite maliziose piacevolezze di cui ama compiacersi, ha fatto del suo discorso il senatore Vitelli, desiderebbe aperta la Accademia d'Italia anche ai cultori degli studi teologici. E qui il senatore Vitelli ha ricordato le vecchie facoltà di teologia soppresse nelle Università italiane cinquant'anni fa, e chiamato al paragone le fiorenti scuole teologiche del1le Università germaniche : e ha chi e-- sto, mi pare, che accademia e università aprano le porte alla teologia. Voti non accettabili per un ordine di considerazioni, che mi limiterò ad accennare con la massima discrezione. Basta infatti avvertire che il paragone tante volte tentato in questa materia tra i paesi p~otestanti e l'Italia è impossibile appunto perchè l'Italia non è protestante. L'Università tedesca rispecohia la cultura e la storia tedesca ; dove lo stesso cattolicismo ha caratteri di versi che nei paesi cattolici ; e gli ·studi teologici trag- .. gono nelle Università protestanti e nelle stesse cattoliche incentivo e alimento dalla natura dei rapporti tra lo Stato e Chiesa e dagli· atteggiamenti della coscienza che non . . . c1 sono e non c1 potranno mai essere ir. Italia. Dove perciò queste materie rimangono· e devono rimanere esci usivo dominio della Chiesa. lo non voglio più oltre tediare il Senato. Voglio finire con I' osservazione con cui comincia la mia relazione: motivo principale, per cui · il vostro Ufficio Centrale vi propone di dare il vostro suffragio ali' istituzione della Reale Accademia d'Italia. Onorevoli senatori, questa Accademia è un atto di f ede .' Istituendola, l'Italia afferma il risveglio della sua coscienza, delle sue energie interiori, promessa di una vita intellettuale degna della grande potenza che l'Italia vuol es- ' . sere e sara, e a questa vita appresta il suo organo supremo ( Vivi e generali applausi). GIUSEPPE SAITTA Direttore responsabile Bologna - Stabilimenti Poligrafici Riuniti
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