, .. ... I 68 DOCUMENTI DELLA STORIA DEL FASCISMO • legge. La quale infine non fa che promettere e garentire agli studi italiani nuovi e cospicui sussidii. Si argomenta f aci1 lmente dal contenuto della stessa legge ; è in modo esplicito assicurato dalla Relazio- . ' . na con cui essa e stata presentata al Senato ; al nostro Ufficio centrale è stato formalmente confermato in una speciale comunicazione che esso ricevette da parte del Capo del Governo. Saranno mezzi larghi e adeguati ai fini assegnati alla nuova Accademia, che' dovrà giovarsene in vantaggio di tutte le istituzioni, onde si promuove o si può promuovere il movimento intellettuale della Nazione : in vantaggio delle scuole, delle biblioteche, delle· grandi inizi_ative, scientifiche o artistiche, che han bisogno dell'interessamento o del favore dello Stato, comprese quelle vaste pubblicazioni che il Ciccotti rammentava come il vanto delle più illustri accademie straniere ; e in vantaggio delle attuali accademie italiane, ohe il nuovo istituto non mira a soppiantare, ma soltanto ·ad aiutare in ragione dei mezzi che il Governo attraverso la nuova Accademia vuol destinare agli studi italiani e della competenza che a questa Accademia intende pur conferi re, senza, per altro, limitare o come c'he sia, ferire l'autonomia delle Accademie già esistenti, la quale, secondo quanto dispone il · disegno di . legge, rimarrà intera e perfetta. Non veggo pertanto la ragione per cui il senatore Ciccotti si preocèupa di non so quale dittatura intellettuale, che verrebbe attribuita alla Reale Accademia d'Italia. Nessuna dittatura. Ed io sono interamente d'accordo col collega Ciccotti che la dittatura intellettuale è un controsenso ; e che nel campo degli studi, della scienza, del pensiero non si vive se non di libertà e di autonomia. Ma nella legge in discussione non vedo parola che ~i~~cci menomamente questi princ1 p11. Nell'art. 2, è detto che l'acca-· demia deve promuovere e coordinare il movimento intellettuale itaBiblioteca Gino Bianco liano: due parole di perfetto conio italiano, di cui credo possa esser soddisfatta anche la scrupolosa coscienza dell 'oh. Garofalo; e di chiaro significato, e perfettamente conformi, per que·l che chiedono alla futura accademia, ai sani princ1p11 invocati dall'onorevole Ciccotti contro la temuta dittatura. Giacc·hè, se è vero che ogni iniziativa di cultura, ogni idea, e insnmma quel che si dice movimento in- -tellettuale non sorge per imposizione o proposito, è pur vero ed evidente che non si può nè promuovere nè coordinare quel che già non ci sia, -e possa perciò, pel suo più felice sviluppo e miglior rendimento, essere soltanto meno in condizioni di esistenza e di vita più favorevoli. Questo può fare· un istituto o una legge ; a questo si mira con l'istituzione della nuova Accademia. ' L' on. Ciccotti fa il viso de1 ll 'arme a questa legge ... perchè la trova vaga, indeterminata, e in questa indeterminatezza, minacciosa dell'avvenire delle altre ~cademie italiane, delle quali io non ho capito se e quanto egli sia contento. - Perchè, egli s'è domandato, perchè non limitarsi a coordinare -le attività delle accademie che già abbiamo ? - Ma come ? Se -è proprio questo l'ufficio del1 'accademia, che intanto Eila non vuole ? Se crede che le attuali accademie ahbian bisogno di coordi- ·nazione, voti dunque per la presente legge, la quale riconoscendo come altamente -benemerite degli studi le accademie italiane esistenti, mira soltanto a integrarne i lavori e coordinarli. Ecco perchè dicevo di non ve- · dere per qual motivo l'onorevole c~llega Ciccotti non si senta di aderire al concetto a cui s'è ispirato il decreto, che oggi si propone al Senato di convertire in legge ' Egli ci 1 ha detto : le accademie sorsero quando anche nel lavoro intelilettuale si sentì il bisogno di associare gli sforzi dei vari individui. . Ma questo scopo si crede più tardi di meglio conseguire con le università ; e il lavoro delle accademie passò a queste e la ragione di essere delle accademie venne meno. - Ora io mi permetto di osservare all'on. Ciccotti, che è quell' i,Ilustre storico che i colleghi sanno, che è accaduto proprio il contrario di quel che egli ci ha detto. Le università sono istituzioni anteriori di parecchi secoli alle acca-:- demie ; e quando queste nacquero, per opera degli umanisti, rappresentarono nella storia della cultura .un reale progresso, che non è coa- . testabile. D'altra parte lo stesso on. Ciccotti ha creduto di richiamare alla memoria del Senato le benemerenze delle accademie anche in età posteriore a quella in cui la direzione del lavoro scienti 1 fìco sarebbe passata alle università: non soltanto deMe ita!liane, sulJe quaili ha creduto di sorvolare, ma delle stranie-. re, per merito delle quali si son potute a·1ere grandi callezioni rese possibili dalla disciplina che strinse più generazioni di studiosi intorno a ·un comune programma con un regolamento comune . S'è affrettato bensì a ricordare c,he .l'Italia deve aUo sforzo d'un solo, del gran Muratori, la maggiore raccolta di fonti storiche che essa possiede ; e che parimenti alla volontà tenace d 'ua salo, il rimpianto Fiorini, deve pur la ristampa coraggiosamente iniziata e felicemente proseguita dei Rerum ltalicorum scriptores. Ma poichè è entrato in questa materia, non so perchè non abbia pure ricordato la raccolta parallela a quella muratoriana che da quarant •anni vien pubblicando con grande onore e utilità degli studi l'Istituto Storico Italiano (che è una sorta d•accademia), al quale lo stesso Fiorini riconobbe da ultimo l'opportunità di associare l'opera propria, e al quale, morto il Fiorini, è affidata pure la continuazione della grande ristampa, che esso condurrà certamente a termine attirando a sè, coordinando e indirizzando il lavoro di un gran numero di studiosi. In conclusione, I' on. Ciccotti non ci ha detto perchè 1• istituzione ~eU~ nuo~a Accade~ia non possa r1usc1re utile a quegli studi, a di-
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