Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

orie,ntarsi nel'la storia oscura e complicata d'egli scritti bruniani, è anche un, ottima guida per chi vorrà studiare la fortuna del.le idee del Bruno nei secoli sino a noi. Lo adornano molti faosimili dei &onte-spizi di opere rarissime, che l'A. ,ha potuto acquistare o vedere, e un bel ritratto del Nolano. *** 0ie·ci brave persone, dell'Uni- ~ersità d1i Cambridge, di Londra, di Oxford ,(unico, non inglese il nostro Aliotta) si sono messi insieme a far un volume col titolo Science Religion and Reality (London, 1925). L, argomento è, i,n fine, quello indicato dal secondo termine, e :imprigion,ato tra due altri, i quali vorrebbero essere due, e intanto l > uno prende continuamente il posto dèll 'altro: 1 la realtà è quella a cui guarda la scienza ; la scienza è la .. grande· depositaria del vero,.~ ciò oh, è reale. E la povera religione, Ìa quale pure qua1 licuno di questi scrittori vorrebbe metter in salvo, non sa dove trovar rifugio: perché, se essa non vuol svanire nel funtastico e ne.I mondo de-lJ,irreale, è costretta ·a dhiedere ospitalità a quel mondo eh, è oggetto di studio della scie.nza, e questa non sente ragioni : vuol le carte in regola : tutto dev, esser provato e di,mostrato con I' esperienza e con la log,ica. · C'è, dunque, chi studia qui il rapporto tra la magia e la religione, tra la religione e la sci~nza ne~la storia -moderna, tra la fisica la biologia la meccani~ e I~ coscie~ reliijiosa, tra la ps1colog1a e la religione ; e' è un' lntroduzi<?11~del BAL- . FOUR, e una Conchius1one del-· l 'INGE, la quale termina dicendo con Bacone, che poca e superficiale scienza allontana l'uomo dalla religione, e molta profonda scienza ve lo riconduce. La qual sentenza era bella, suggestiva, al tempo di Bacone ; oggi non ha più senso, semplicemente. E, se mai, la- istoria del pensiero posteriore, consiglierebbe d'invertire la sentenza : ché si vide la molta e prof onda sC'ienza dichiarare di non aver RASSEGNE nessun bisogno dell' « ipotesi >> religiosa, e questa .essere parto dell_a mera ignoranza. Sì che pare, anzi, l'ignoranza esser buona alleata della .fede. In verità ·la scienza, o poca o molta, guar:d:a a un mondo che non è il ,mondo credente. E l'ooo e l'altro hanno di comune soltanto i:l principio che li genera entrambi : il quale è lo spirito. Sì che il problema, così come se lo pone questa brava gente, non dà nessuna sodidisfazione a chi lo sente ne, suoi veri temnini, i quali giacciono a una prof on<lità di gran lun,ga maggiore : là dove la scienza, e non soltanto la scienza, ma andhe la morale, e l'arte, e la vita politica, e la storia tutta del pensiero moderno, a cominciare dal 'Ri-iiasci 1 mento, si sono orientate verso una concezione della vita in antitesi coo quella ecclesiastica <lei.:. la religaooe medievale, e hanno portato il conflitto d'entro l'atto stesso dell 'autoscienza, eh' è un atto costitutivo dell'uomo in quanto uomo, ma ,ne supera, insieme, l'umanità col ,suo valore assoluto. A noi cresciuti nella speculazione italiana il prdblema si p,resenta in un'universalità e gravità ignota a questi signori: come problema cioè, d1el rapporto tra la filosofia, scienza dello spirito, e la religione. *** Ho qui, sul tavolo, da gran tempo i Dibattiti filosofici, atti del V -Con.gres•so italiano di filosofi.a, tenuto a Firenze nell'ottobre del ,23 ad iniziativa della Società filosofica italiana (Il Solco, Città di Castello, ·J 925). ,E ne ho vedute già recensioni sfavorevoli: tranne le pagine, sempre di qualche interesse, del V arisco, den·tro a questo libro, come nell'aula in cui fu tenuto il Congresso, tutto spira odbr di muffa e di vecchiurne: pestano, pestano, e ,non escono, questi filosofi in arretrato, da posizioni ài problemi oramiai sor.passate, non più vive per chi ha oammin'ato imooz,i con la nuova corrente idealistica italiana. E, in verità, non vedevo da qual parte rifarmi per dire cosa diversa. Di qui il ritard,ato annuncio in questa Bibliotec Gin Bianco I 53 RaS1segtna.·Ma oggi mi è venuta u,na id,ea, non peregrina, m:a neppure tanto meschina da non poterne fare un dono al lettore : qui dentro e' è quasi ID;tto i,l fior fiore de,I_pen~iero italiano sopravisiSuto ali idealismo ~ocian.o e gèntiliaino, e non è bene chiud.ere gli occhi e gli orecchi a questo movimento ancora in vita e a queste voci che ancora parlano un altro lin·giuaggio. Non soltanto affiorano in alcuni di questi pensatori esigenze affini alle nostre; !Ila anche nei più lontani si trovano concessioni che in altri tempi mancavano; e talora il loro pensiero s'aggira intorno a problemi vecchi, e tuttaivia semtpre nuovi, ·i quali vogliono es-· sei ripensati daccapo anche dentro il nostro idealismo. Un problema, su'l quale insislie la riflessione di C<?- storo per diverse vie, è quello religioso, del rapporto tra filosofia e religione, tra il misticismo e l'idealismo. Qualche decennio fa, era difficile trovare tanto interessamento a questo problema. Non disprezziamo, com'è nostro costume, le cose nostre. Se no, gli stranieri, anche quelli che valgono meno dei nostri, ci gi,udichemnno dalle nostre stes.5eparole. *** La filosofia dell'identità di F. Schelling fino al 1802 di E. DE FERRI (T o:rino, Chiantore, 1925) è un'opera non improvvisata, ma frutto di lungo studio. C1 he il risultato muti molto quel che già si sa, non direi. Ma, intanto, è ,sempre un lavoro proficuo questo ripercorrere jl cammino del pensiero con la guida della storia e con l'esame delle opere. Il De Ferri è un appa55Ìonato deHa ,fì•losofiaschellinghiana, e qui · ne espone con molta diligenza j rapporti con il misticismo neoplatonico, con il naturalis100 di Bruno, con lo Spino,za, col Leibniz, con la filosofia kélllltiaina,con l' idealiS1Inodi Fichte e di Hegel, con il romanticismo. Un capitolo finale conchiude su l'importanza di Schelli•ng come filosofo e come naturalista. A. CARLINI \

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