Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

i mezzi necessari, perchè il problema sia veramente risolto. Que-sto lavoro ha suscitato polemiche, perchè qualche pensatore di grosso calibro ha sotenuto che non può esi'Stere un imperialismo spirituale essendo una contra-d<l1izionein termini. Ma la po1 lemica mi pare che sia stata su,scitata più che altro dal ti,tolo del lavoro, poichè nella trattazione non si affenna un imperialismo spirituale vero e proprio, ma si delineano le possibilità di quello che ·si potrebbe chiamare il bisogno della nostra espansione artistica nel mondo : intendendo per espansione artistica l'influsso d~lla musica, del teatro di prosa, delle arti decorative, della scultura, della pittura italiana sugli altri popoli d·ei mondo, che dovrebbero conoscere non indirettamente ma direttamente e sopratrutto genuinamente le nostre produzioni nei vari campi speciali dell'arte. Da questo punto di vista a libro inizia -una simpatica battag.fia e formul~ un progr~mma pratico, che merita approvazione. *** Il lavoro del Ciarlantini si accampava nella zona di confine fra i problemi econom-ici ed i problemi estetici: queMo di PIOLI-: La religione del servizio sociale. Quaderni di Bilychnis, n. 21, I925 si accampa sul terreno di confine fra i proble 1mi religiosi ed i problemi economici. Già in questa stessa rassegna mettemmo in evidenza come esista presso i grandi capitani della _. industria contemporanea una corrente che tende a considerare la funzione dell'industriale non come una funzione meramente economica mirante soltanto a creare ricchezza, ma anche come una funzione altamente sociale e quasi religrosa, in quanto organizzando il lavoro, dà una disciplina all'operaio, crea in lui l'amore della precisione, del1' ordine, dell'igiene, della pulizia, dell'attività serena, che è, in fondo fonte di elevazione morale. Ma che cosa è precisamente questa religione del servizio sociale ;> Ce lo dice esplicitamente lo stesso RASSEGNE Pioli nella prefazione del suo lavoro. << Ognuna deille grandi religioni mondiali se ne va per il suo vecchio solco della salvezza eterna dell'individuo, e degli interessi de.Ila pro.pria organizzazione : e intanto la società è in preda a innumerevoli malanni, e non è cosa rara trovare neHe stesse vicinanze dei tempi, delle chiese, quartieri popolari orribi1li, in cui imperversano le malattie e le cattive condizioni sanitarie sono abituali. Ecco perchè molti di noi, pur restando fede li alla religione a cui appartengono, sentono il bisogno di crearsi una religione propria, que,la del sewizio sociale, che dia soddisfazione ad alcuni aspetti della loro natura che non trovano risposta nella religione in cui sono nati e allevati. Il servizio sociale possi~de la più alta caratteristica della religione : quella di presentare un ideale vivente che è se·mpre presente alla coscienza 1del suo fedele. Essa gli fa vedere il suo rap1porto alla comunità, come quello di una unità, e gli serve da bussola per orientarsi neHe sue ambizioni e aspirazioni. Anzichè quello di porsi in « giusti rapporti con Dio » come vuole la Teologia, il problema od·ierno è assai più quello di porsi in « giusti rapporti con l'uomo ». · . Al concetto del servizio sociale si ispira l'opera di GEORGE C!ADBURY, industriale, dominato dalla idea di « rendere la vita degli operai e delle operaie più degna di essere vissuta ». Da un te,mpo in cui non si parlava ancora o solta:nto vagamente di << Città Giardino », George Cadbury concepì il piano di un organismo edilizio e sociale affatto nuovo, in •cui le case non f oss-ero ad:clossate le une alle al tre, come nelle vecchie città industriali. Ma ogni famiglia operaia avesse la sua casetta e il suo ampio orto e la sua parte di sole e di aria pura e non ostante la presenza di tutte ,le comodità richieste dall'economia operaia e dall 'igiene i fitti fossero modesti, benchè tali da pagare un modesto dividendo al capitale i1mpi,egato. E fra le case, vasti ·spazi di terreno riservati Biblio eca Gino Bianco 47 ai giardini ,ai parchi, agli alberi, ai fiori, ai viali. Il grande esperimento fu compiuto, con successo e sorse la << Città Giardino » di Bournville, presso il grande stabilimento del Cadbury. La costruzione della casa dell 'operaio fu per il Ca,dbury la prima tappa nella realizzazione del suo grande sogno giovanile. La sua esperienza gli aveva insegnato l'importanza dell'aria del sole, de.Il' am1biente sano, gaio, attraente, per lo svilup,.. po ,deJla vita, fisiologica, ma gli aveva anche insegnato l'i,mportanza della luce, dell'atmosfera inteUettuale ed artistica per una sana educazione spirituale. « Ed egli si accinse a daTe un esempio di ciò che un duce di esercito di lavoratori può e ,deve f~re, perchè i ,suoi operai trovino nel lavoro stesso, nella « odiata » fabbrica, abboind'ante nutrimento ai loro ·bisogni spirituali. 'Il suo concetto dominante fu, c!he gli operai non sono destinati a COQJ>erare con il ·proprietario di un'industria per il consegui,mento dei suoi scopi di lucro; ·m1 a che piuttosto lo starbilimento offre a un conduttore ed. educato di uomini il privilegio di poter in.fluire alla formazione di « anime di buona qualità ». Più ancora, ~gli concepiva l'industria, e gli operai e i capitani dell'industria, come dedicati ad una missione unica, inscin- , d'ibile : un gran servizio nazionale e umano, sia fabbricando prodotti perfetti di utilità 1massimaper la comunità, sia e molto più p.fa9mando anime ,di utilità inco•mparabilmente maggiore ; per la comunità universale ed eterna degli spiriti : e questa missione voleva che i suoi ope- . . ra1 sentissero. Egli sottoscriveva pienam1ente al V angelo di Ruskiin : L'unica ricchezza è la vita: la Vita, con tutte . le sue capacità di amore, di gioia, di ammirazione. Quella Nazione è la più ricca, la quale nutre il più gran num,ero ,di creature umane, nobili e felici ; quell 'ind'ividuo è il più ricco, il quale avendo adempiuto nel più a1 lto grado i suoi doveri personali, esercita anche l'influenza più vasta e più salutare sulle vite altrui, sia per mezzo della sua opera personale, sia per mezzo dei suoi .,

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