Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

ed amplissime braccia. Ma, c'è un ma: il Partito , in questi ultimi tempi, era diventato un po' il sogno di trc,ppi arrivisti; e che conversioni , ' ve ne possono essere, e vero; ma che proprio le conversioni, a sette anni di di·stanza daicchè esistono i fasci, debbano verificarsi con tanta frequenza è, evidentemente, alquanto esagerato. E poi, lasciata da parte la questione morale, il Partito deve inquadrarsi, dieve conta,rsi, deve, or.mai, marciare ad un più grande conquista. Chi c'è, c'è; basta. Il settimo annivei,sario segna, d1Unque, il punto ma~simo di perfezionamento. 1E, in effetti - al di là ed al di sopra di tutte le cose brutte, di tutti i tentati vi dei deril,itti, che non sanno ·darsi pace, di tutte le ignominie, che non scalfiscono ,nemm·eno e la coonpagine del Partito e l'ingente messe d'opere compiute, il fascismo segue una via ascendente - nella formazio,ne spinituale e nella sua dura, ma bella, esperienza politica. La quale ha dato l'Italia agi 'italiani. Ma e' è ancora, per gl 'italiani, di che desiderare e di cihe avere. E, speriamo, a volta a volta, di registrare i diritti realiz~ati in queste cronache, che segnain le tappe della nuova storia .italiana. . CARLO CURCIO POLITICA COLONIALE Tte imiportanti avvenimenti l1anno creato intorno aille nostre colonie un• atmosfera d'attenzione che, se continuata, darà certo ottiimi f.rutti. Il viaggio di S. E. il Ministro delle. Colonie .ne1la Cirenaica, doive è statia solennemente posta la prima pietra del porto di Bengasi, c1 he, attuato con metodi faisci-sti, riuscirà in breve .ad accogliere gran,di navi, ed a per.mettere - andhe durante mari cattivi - lo sbarco ; è stato -seguito dal viaggio in T ripolitania del Capo del Governo Italiano; è la prima volta che un ·Capo di Go- . verno, recandosi in colonia, consaRASSEGNE era con la sua presenza 1•attività in essa svolta, e consacra pure la fede netH'avvenire de·Ue nostre imprese coloniali. Terzo e n01nultimo avvenimento è la celebrazione in tutta .Italia voli\lta dal Governo d'ella Giornata coloniale. Benito Mussolini - con intuito geniale - ha voluto che tale celebrazione avveni,sse il 21 apri,le, N,atale di Roma : non senza un profondo signific1 ato è sta,ta scelta tale data. A,l rico1 rdo di Roma colonizzatri,ce, di cui si scoprono le ricche vestigia nell'Africa nostra negli importanti la:vori di soarvo che iJ Governo coloniale con tenacia allllllllirevole continua a Sabrata Vulpia ed altrove, spesse voJ1 te si richiamano gli i•taliani : Roma che - pur per fini diversi e con metodi che non cor.rispo1J1dono, e non potrebbero corrispond'ere, a quelli attuali - seppe crea.re nell'Africa del Nord effiicaci centri di romanità, e seipp·e warre •da quelle terre copiosi frutti, mercè i' opera dei suoi legionari che admati nella legio tertia augusta sapevano tenere e l'arma e la zappa, Roma ha detto ed ha insegnato che ·per costruire l'impero è necessiario una ferrea volontà, corroborata, sostenuta da un imlefesso lavoro. E nel 21 aprile si celebra anche la festa del lavoro italiano: per inten:si1ficare la vi,ta nelle nostre Calonie ora è necessario il lavoro, la,voro che solo può dare al ricordo d!i Roma imperiale una reale efficienza, e· fare sì che esso non sia un retorico ornamento di molte con- . . CIOill. Noi auguriamo che la cc Giornata coloniale » non si limiti soltanto alla intensità di un giorno : ma da essa de.bbono prend,ere vita iniziative contime, diutiurne, incessanti per realizzare ciò dhe la « gio,nmta coloniale » promette. Guarda,ndo, in queista sosta, il cammino percorso dall 'lta·lia, ma sopratutto riferendoci a ciò che i.I governo nazio~ naile ha fatto per le nostre coloni.e e per la nostra espansione, noi sentiamo intorno a noi crearsi un'·atmo,sfera di comprensione ,dei bi,so,gni e deHe necessità della nostra Patria, e, quindi, non possiamo dubitare Biblioteca Gino Bianco 43 dell'attuarsi del nostro avvenire di potenza. La « giornata co1 loniale », , deve ge1ttare le basi della soluzione di uno dei proble;r11i che si pongono davainti aille no1 stre •m.enti con cruda evidenza : il p,roblema de,mografico ! Recenti statistiche uffì 1ciali halllilo segnal,ato ancora una volta I' aumento della nostra popo,liazione : circa 400.000 individui aH'a·nno; e noi sappiamo che la nostra terra, traversata da catene di monti inadatte a cultura i,ntensiva, non può offrire ora a pane per tutto il no1 stro popolo, e meno lo potrà offrire in seguito: il nostro Governo, vigile a tutti i problemi nazionali, , ha recentemente bandito norme per la colonizzazione interna, ha dato impulso a;Ue.boni,fiche deHe quali alcune si atbuatDo sotto gli au-spici e la guida dell'01pera N1 azionaile ,dei Combattenti, e con altre diverse p-rovvidenze ha cercato di giovare ali' indluSitria nazionale per dare ad essa mod·o di lavorare in pieno, m~, di fronte ali' aumento della nostra popolazio 1 ne, tutto ciò non basta. Noi non d:isiootiamo se l'emigrazione, coime avveniva prima del,la gu-erra, sia stata un danno od un vantaggio per la nostra Patria : ma se danno è stato per i singoli emigrati ciò in moltissima parte è dovuto al modo di emigrazione ailora in voga e,d alla nessuna considerazione (è doloroso constatare ciò !) in cui iii nostro Stato era tenuto: il clic·hé dell'emigrante italiano era stato in Italia stesso di1 ffuso: nei paesi dove sfociavano le· nostre correnti emigratorie ta1 le olichè era ripreso, e, se anche i no- - stri conn'azional i riusci vano ad impor:si e a areare nuov,e fonti di ricchezza per i paesi che li ospitavano, l 'assentei 1 smo del nostro Governo, il teorismo li1 berale. del cc laS1ciar fare » inci,devano prof ond•i sol,chi fra la terra madre e gli . . e.m,1·grant1. Ma - a parte le dis•oussioni se sia meglio conservare in Patria le masse esuberanti - soho diminuiti, cau1sa le restrizioni di m~lti paeisi, · g,li sbocchi per la no1 stra emigra- . . z1one. Ed il problema d1 ella nostra po- .. •

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