POLITICA INTERNA Mese denso d! fatti, quello di marzo : e - perchè no ? - anche di idee. Le idee sono state espresse in parole e cioè in discorsi, questo è vero: ma, a scanso di equivoci, è bene dir subito ohe quesl'i discorsi non sono mai stati programmatici o . . . . retoc1c1o campati 1n ana; ma, quasi sempre, o .hanno rappresentato un consuntirvo di opere ~ià co1 mpiute, ove; cioè le idee si son vagliate alla stregua della realtà; o, quanto meno, hanno illustrato nuove leggi, che, essendo ormai in atto, sono pure realtà viva. lnsom,ma fatti ed idee stanno sop·ra uno stesso piano ; e si danno aiuto, ancora una volta, per una valu~azione piena del fasoismo al go.vemo. Una eccezione può esser, forse, rappresentata d'al discorso tenuto dal M•inistro Guardasigilli on. Rocco a Bari : il quale ha rifatto, in sintesi quasi vichiana, ,il processo storico deJ.la formazione unitaria, sboccata nel fascismo. È 1 'altro aspetto del discorso di Perugia : I ì il filosofo riallacciò le correnti ideali dello sVii 1luppo unitario e nazionale; qui ha visto il processo delle forme storiche, -dalla disgregazione di Roma al Risorgimento : camrruno penoso, nel quale, ·contro le correnti disgregatrici ha finito per triolllfare lo spi11itoordinatore di Roma, lo spirito politico per eccellenza latino. Il ,Ministro, in fondo. drammatizzando quindici se-coli cli storia, ha detto che dalla lotta tra le epidemie di·ssolvitrici e le sane correnti unitarie, statali, queste ultime han vinto. È vero, almeno in linea di massima ; è vero -non solo nel senso che storicamente il processo storico si può dire avviiato ad un perfezionamento massimo, nel quale si cog1 lie un frutto piantatt> da secoli e -sbocc·iato tra le più strazianti con.tese ; ma, pure, in un significato più immediato, più aderente alla realtà della nostra formazione politica. Insomma l'unitarismo rappresenta insieme e il travaglio di- una stirpe, infine superato nella vittoria, nel- ■ ■ RASSEGNE I' affer,mazione ; e il carattere più spiccato della nuova realizzazione politica. Il fascismo è la conclusione vera della storia millenaria e agitator d'Italia; ma, ancora, attuatosi, ha impresso aJla realtà politica un senso unitario schietto, intransigente, fomn1 id1abi,le. E unitarismo vuol d:ire Stato forte, Stato accentrato, Stato-nazione. Così .il processo storico esaminato dall 'on. Rocco sbocca alla significazione più notevole dello Stato, che si fa, che è già lo Stato fascista; unitario per eccellenza, unitario in tutt,i ,i suoi aspetti, unitario nella sua struttura e nei suoi ideali. *** Caso strano! Possiamo bene, a riprova, esaminare gli avvenimenti del mese sotto questa lente uni tari a : nè sarà difficile, dhè, anzi, proprio iri questo tempo si sono avute le riprove più tangibili di questo indi- . rizzo i,deale e pram-matico. A com1inciare d1al pri1no discorso del Ministro degl 'Interni a Milano. L 'on. Federzoni inaugura u,nvessillo ,de.Ila provincia; ed era, natural.mente, tratto a parlare dei rapporti tra enti autarchici e Stato, fra Provincie e Stato. Ebbene, qual, è il succo di tutto il discorso ? Questo: il fascismo è unitario. lo Stato è uni tari o al massimo grado. C'è voluto tanto a far l'Italia ! Ora ci siamo: la fusione, la compattezza, la disciplina degli organi dello Stato, nello Stato non vanno menomate. I regionalisti, gli autonom.isti . . . . e via via sono serviti. Ci ,sono ancora, forse, degli antiunitarii in Italia ? Diciamolo pure : il regionalismo ha avuto un quarto d'ora d1 i fortuna dia noi : 1 e - nientemeno ! - dopo le esperimentazioni teoriche di una schiera di operosi fattori del Risorgimento, conclusosi, d'altronde, perfettamente diverso - proprio ali' indomani d,ella guerra, quando maggiormente doveva sembrare anacronistico e distruttivo - fu ripreso ,dal partito popolare. Popolari e repubblicani, in fraterno accordo, ne sono stati gli ultimi patrocinatori. Ma con quale risultato, però ! Bi 1n 1 neo ( 41 Ed è logico : le esi1 genze di uno Stato moderno, che voglia esser forte e capace ; e, soprattutto, le necessità storiche dello Stato italiano non possono tollerare criterì regionalist~- ci o - quanto n1eno - decentral1sti. Del resto, il decentralismo, attuatosi in gran parte in un momento trag•ico della vita italiana come disperdimento del potere centrale e come sopravalutazione di interessi e di ,begh~ politiche locali - ha già compiuta una nefasta esperienza. L'unitarismo, che 'ha fatto l'Italia, è compiuto ora da un perfeziona1nento massimo: il fascismo unificatore, che ha dato l'Italia agl'italia~i. Questa è la conclusione del secondo discorso F ederzoni al Cova. • Vi,vaddio ! Il fascis,mo ha dato la patria agi' italiani, il senso di nazione ai cittadini, fondendo in un ideale tutti i più sani indirizzi ; riassumendo in una disciplina tutte le energie; plasimando in una sola passione tutte le passioni: Così la nazione, fattasi Stato, è co•mpiuta. I dissi dì, i contrasti, le opposizioni idea.Ii non d'evono e non -possono esistere: no. Il centro è lo Stato, dal quale parte il moto propulsore ; la vita s'accentra, per distribuirsi, infine, a gradi, in un' amonia di ritmo e di lavoro. Questa è la realizzazione unitaria, fasci sta. *** Un'altra prova? Il Senato ha approvato, nella ripresa ,d,el mese, la legie sui sindacati e sulla ,magistratura del lavoro. Mussolini, illustrando il progetto, ha detto che è questa, la più grande e la più rivoluzionaria legge ,del regime. Verissimo! Si pensi: ideologicamente la lotta ,di classe e i conflitti tra capitale e lavoro scompaiono; sul terreno della realtà il lavoro acquista, attraverso un co,dice ben formulato, una sua disciplina ferrea e ·razionale. Altro che sindacalismo rivoluzionario ! I.I sindacalismo, muta vestiti e s',appalesa, invece, come il guard.iano dell'ordine e il fedele della produzione. Il contrasto è eliminato; dei d'ue fattori in lotta - il capitale e il lavoro - s'è tro- (
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