Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

• • • FAUST E LA .LEGGENDA Faust non è solamente il personaggio chiamato alla vita dalla fantasia creatrice del genio, ma è anche l'idea, il simbolo che prende le forme della, carne nella leggenda e nella storia. L'arte di Goethe, sappiamo, s'invaghì di questo misterioso personaggio, lo plasmò a sua immagine, ne fece l'eroe di una tragedia ove il divino e l'umano, la natura e l'arte, la passione, l'amore si unificano e si compenetrano tanto da meritare all'opera il titolo di '' vangelo del panteismo ''. Vediamo ora chi e che cosa era Faust prima di essere immortalato, dall'arte del sommo Tedesco e come in lui stesso si operò ii processo di trasforma- . z1one. La leggenda del mago, dello stregone che rinnega le credenze avite e si getta in braccio a godimenti sensuali è antichissima: sembra anteriore persino al Cristianesimo, degna dei miti anglo-sasson!. celebri per la loro paurosa spettralità. Rimane però per vari secoli sopita per risorgere nel '500 e mettersi così al servizio di un grandissimo avvenimento religioso-sociale: la riforma di Lutero. Allora il carattere di Faust cominciò a ben delinearsi assumendo tinte diaboliche; l' intenzione ·fu polemica contro il cattolicismo. Il dottore, anelante di godere e di sapere, stringeva il patto col Demonio infernale che, a dir vero più servizievole d'oggi, accorreva spontaneamente ad ogni chiamata. La leggenda ebbe tre fasi : fu prima orale con fervorino per introduzione, poi si fece racconto popolare, poi ancora dramma. sempre ad edificazione dei fedeli. In ultimo per opera di Gottesched, ingloriosa fine, si rifugiò nel teatro delle rr.arionette accanto a Pickelharing e Kasperle. Ma anzitutto esistè Faust? Sì. Fu contemporaneo di Melantone ed esercitò magia a Cracovia ed Jngolstadt. Lo si descrive individuo di pessimi costumi, sprezzatore della religione. dedito al libertinaggio ed alla scienza. Il suo nome figura nei regis~r1 dell' Università di Wittemberga: Johann Faust di Muhlberg. Nessun 'altra notizia della sua vita: e questo contribuì a diffondere la credenza nel popolo che Satana se lo fosse portato via nelle regioni infernali. Ecco il primo illustre anonimo ne lancia la narrazione. Il titolo è un po' lungo: il vezzo del tempo, ma significativo: " Storia di Don Giovanni Faust il celeberrimo mago e negromante.' Come strinse il patto col diavolo per un teII1po cieterminato, di q11ali strane avventure egli fu in questo intervallo di tempo spettatore ed attore fìnchè finalmente ricevette la sua ben meritata ricompensa ". " Raccolta e stampata i lioteca Gino Bia co in massima parte dai suoi scritti rinvenuti dopo la sua morte per servire di terribile esempio e fedel~ ammonimento a tutti gli uomini sup1:-rbi, tracotanti ed t!mpi ". " S. Giacomo IX: " Siate sottomessi il Dio e resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi. ( 1 l In questa prima quanto ingenua narrazione stampata da G. Spies, Faust viene paragonato ai Titani. Untaltera brama di conoscere "la natura misteriosa anche in pieno meriggio " unita a un desiderio sconfinato di godere lo spinge a stringere il patto col diavolo che, come si rileva da una brillantissima incisione dell tepoca, gli sta innanzi magnifico, irresistibile in atteggiamento di tentatore: mentre Faust posa solennemente sµ una poltrona cattedratica coi capelli bianchi pioventi a fasci sulle spalle. berrettino rosso aderente, intabarrato in un mantello che gli scende ai ginocchi; in eleganti pantofole puntute. Intorno a lui una selva di libri di teologia~ d'alchimia e di magìa: uno in terra spiegato éol terribile segno del tetragramma; ancora sotto al camino affumicato, illuminato appena dal lume __fi.oco della lanterna, una clessidra, alambicchi e storte è i liquidi misteriosi in bel contrasto colla fredda serenità di un pezzo di cielo visibile attraverso una monofora gotica che l'arguto hguratore si compiacque di collocare nella parete della stanza di studio. Il demonio porta scritto il nome che tanto affaticò i dotti filologi tedeschi: Mephostophiles. La narrazione dovè produrre il suo effetto se non molti anni dopo, e precisamente nel 1593, un altro illustre scrittore si sentì in obbligo di accordargli come seconda parte la storia del famulo Wagner Cristiano '' temerario ghiottone e malvagio pezt' zente . Widmann di nuovo (siamo nel 1599) la riprende e perde l'eroe per la sola sensualità. Palese invece l' intento religioso e il malanimo [contro il cattolicismo nella rifazione del buon medico Pfizer di Norimberga. Sentiamone il titolo: " L'empia vita e terribile fine del malvagio maestro stregone· J. Faust narrata accuratamente molti anni or sono da e~ R. Widrr.ann~ e ora di bel nuovo riveduta e aggiuntovi nuove memorie e gravi quesiti e storie per ammonimento a: malvagi d'oggigiorno", che ridotta da" un buon pensante " capitò forse nelle man.i di Goethe giovinetto. Ma c'è di più: lo stretto contatto intellettuale e commerciale del popolo tedesco e inglese fa sì che la leggenda sbarchi anche nella Britannia e per (j) Per la traduzione rr.i ~cno valso dell'ottimo studio di Augusto Foà: Faust e il Par,i/al. Firen1c, Su'Cc. Le Monnier. a cui rimacdo i I ettori che desiderano ulteriori inf<'rmizicr.i.

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