• 28 ANTONINO DE STEFANO , loro il suo cibo e la sua bevanda, di chieder loro perdono e di pregarli da parte sua di non vol~r fare più il male. I tre briganti divennero frati. Per convertire i peccatori egli non conobbe altro mezzo che l'amore. A frate Elia, ministro generale, diceva.: " In questo voglio conoscere se ami lddio e me suo servo e tuo, se farai questo che non siavi mai frate al mondo che abbia peccato, per · quanto il suo peccato sia grave, il qual'.e, dopo aver veduto i tuoi occhi, parta, se domanda misericordia, senza il tuo perdono. E se quello non la domanda, chiedigli tu se vuole misericordia.. E . . ' . se poi ti tornera ,innanzi agli occhi mille volte, amalo più di me per poterlo condurre al Signore ". Per convertire gli infedeli alla fededi Cristo egli non seppe altra arma che l'amore. E partì per la sua meravigliosa avventura d'Oriente che lo portò davanti al Sul- . . tano, senza altre armi spirituale e relativa di tutta la Chiesa cristiana: ra ttutto perchè il poema dantesco e ma sop . . . . . d. essenzialmente un'opera. d1 gmstiz1a e ,• ':endetta e non di amore e d1 p~rdo~~- Esso e pm!- tosto l'opera d'un grande _mqms1tore domemcano che quella di un .umile ed amoroso frate • m1nore. Ma il gran cuore di Francesco non abbraccia solo l'umanità, esso comprende anche tutte le creature ani ... mate ed inanimate. In un irrefrenabile e sublime impeto di comunione fraterna, egli in- .. serì nella vita umana la vita di tutte le creature facendo di tutte le vite una stupefacente vita universale. che quelle della parola, senza altra forza che quella dell'amore. Egli SAN FRANCESCO DINANZI AL SULTANO (GIOTTO) , Quelle creature che già in san Paolo trasalivano nell' attesa di una redenzione cosmica, furono in certo modo liberate da F rancesco dal loro antico stato di .servitù e dal gravame della loro passività. Esse non sono più le serve dell'uomo, padrone di tutte le - . cose create, non costi..., voleva far dei cristiani, non distruggere dei musulmani. Ancora una volta l'amore gli faceva sovvertire ti:itto il programma politico e militare dei papi banditori delle crociate. Se il tratto distintivo dei cristiani è I' amore fraterno, nessuno fu più di lu~ cristiano. Ecco perchè io non credo alla così detta ispirazione francescana della Divina Commedia. Non solo perchè la povertà, grazie alla quale Dante vuole superare l'ostacolo principale all'l salute umana: la cupidigia dei beni terreai, simboleggiata dalla lupa, non è la povertà materiale ed assoluta di r·rancesco - comune del resto in principio anche ali' altro Ordine Mendicante dei Domenicani - bensì quella Biblioteca Gino Bianco tuiscono più lo scenario, lo sfondo e le comparse nel grande dramma della vita, in cui solo l'uomo è l; attore, ma diventano con Francesco d'Assisi le compagn'e, le sorelle e le collaboratrici dell'uomo. Egli non concepisce la natura come un Tutto in cui gli esseri anneghino e si perdano, non è un panteista, ma con i suoi prodigiosi occhi di fanciullo egli anima e drammatizza la natura, individua tutte le creature, sente che questo asino è suo fratello e che questa rondine è sua sorella. Tutta la n?tura. è per lui piena di presagi, di messaggi d1 voci; tutta la natura è dotata non solo di attitudini psichiche ma anche di qualità etiche. Il fuoco è giocondo e robustoso e forte come
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==