Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

L' ORIGINALITÀ DI FRANCESCO D' ASSISI 27 ione e l'annullamento di tutti i legami attra- , verso i quali gli uomini possono asservire i loro imili, significava, pertanto, la conquista della ssoluta libertà spirituale. La minaccia d' impoverimento non può preoccupare chi vuole essere povero sino alla nudità, nè i '' nocchieruti bastoni '' possono aver presa su chi possiede il dono divino di trasformare la sofferenza in un godimento inesauribile dell'anima. Ma colui il quale vuol perdere la propria anima la ritrova più vasta e più doviziosa di prima. Chi ha rinunziato a tutto diviene il signore di ogni cosa e in ogni cosa egli sa trovare motivo di gaudio e di ebbrezza. Uno dei più infiammati discepoli di F rancesco, innamorato della Povertà, frate Jacopone da Todi canterà più tardi : Povertade è nulla avere - e nulla cosa poi volere ed omne cosa possedere - en spirito de lib.=rtade. Povertà alto sapere -· a nulla cosa soiacere en desprezzo possedere - tutte le cose create. Questa è la libertà vera, questa è l' ignota ricchezza e il ben ferace dei figliuoli di Dio, Solo chi possiede questa libertà sconfinata è capace di trovare bella la vita, di vedere tutte le cose sub specie dei, di amare prodigiosamente le cose, e di trovare in ognuna di esse una viva fonte di • • g101a. Questo fu,. per Francesco, il segreto della ''perfetta letizia''. T aie era stato il cristianesimo primitivo : la religione della letizia. Liberati da tutte le servitù spirituali, da tutto il ciarpame dei convenzionalismi e delte ipocrisie, fiduciosi nella provvidenza del Padre, i primi cristiani apparvero, e tali essi • amarono con ingenua Fu la religione della letizia perchè fu la religione dell'amore, di quel vincolo di frater_., nità cristiana che nel memorando inno della lettera di Paolo ai Corinzi, appare un dono più alto di quello delle lingue, della sapienza, della profezia, della fede stessa e che si riversa e dilaga su tutto 11 genere umano senza distinzione di condizione e di stirpe. Instaurando in pieno i valori del Cristiane 4 simo apostolico, Francesco ritrovò istintivamente i motivi essenziali della gioia e del1 'amore. In tutto il tempo della sua breve ma travagliatissima vita egli fu perennemente gaudioso e comandò nella Regola ai frati che sempre si mostrassero ilari e pieni di quella spirituale letizia che è la migliore difesa contro le astuzie di Satana. Nessuna letizia fu mai più perfetta perchè mai fu più cristiana di quella che egli. rivelava, con accenti che sembravano partire da un universo interamente rovesciato, a frate Leone, pecorella di Dio, e che gli immortali Fioretti ci hanno conservato. Cristianesimo assoluto, assoluta letizia, assoluto amore. Tutta la sua vita è intessuta di gesti di miseri- - cordia e di opere di carità. I poveri sono i suoi f fratelli maggiori, essi hanno su di lui ogni diritto; essi raffigurano il Cristo. Egli dà in pieno inverno il suo mantello a chi ne è privo; dà anche I'unico Salterio dei frati e gli oggetti del culto e gli ornamenti della ' Madonna quando non gli rimane null'altro da dare, perchè la carità vale di più della preghiera e del sacrificio. Mai av'rebbe u·sato insistenza chiamarsi : i '' Figli della gioia ". SAN FRAl\CESCO DONA IL MAl'-TELLO AD UN POVERO CAVALIERE (GIOTTO) scortes!ia a cre~tura umana. AI guardiano che rudemente aveva respinto tre briganti che chiedevano ricovero, egli comanda di raggiungerli,~di_ por,tar Bibt·oteca Gino Bianco ... ,

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