Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

IL co·LLEGÌO DI SPAGNA Questo vasto, imponente fabbricato noto sotto la denominazione di Collegio di Spagna, che s'erge nel cuore della vecchia Bologna, precisamente in quello spazio fra l~ strada che ne prende il nome, la via Urbana e la via Belfìore, sorse nell'anno 1365 per opera del Cardinale Egidio Albornoz, una delle più nobili figure di condottieri chiericati del Trecento. Egidio Carrillo de Albornoz nacque in Cuenca, città della Castiglia. Dotato di un ingegno audace e creativo, eletto Arcivescovo di Toledo, era stato amico e consigliere di re Alfonso XI. Morto questo re, era successo al trono Pietro, soprannominato il Crudele. Questi, al contrario, nutriva verso Albornoz profonda avversione che si tramutò in odio allorquando l'Arcivescovo gli rimproverò di avere ripudiata la consorte onde unirsi a Maria Padilla. Fu allora costretto Aibornoz a esulare dalla Patria e a re~arsi in Avignone presso papa Clemente VI che lo nominò Cardinale. Assunto il comando dell 'esercito pontificio, con una guerra durata ben quindici anni, nella quale si rivelava valoroso condottiero, ricuperò alla Chiesa la Lombardia, la Romagnae le Umbrie. Consegnò un giorno le chiavi di tutte le città riacquistate a papa Urbano V, e n'ebbe lodi e favori. Nel giro delle sue conquiste, giunse anche a l3ologna dove venne fatto segno a manifestazioni di particolare simpatìa da parte di tutto il popolo e del Senato, e accolto come liberatore. Quivi si trattenne un po' di tempo a governare in qualità di Legato, e discacciò gli Ebrei, colpevoli d'infami usure, e di altri delitti. Presentendo vicina la morte, nell'anno 1364, in Ancona, Albornoz faceva testamento. Ottenuto il regolare permesso dal Pontefice, tutte le sue ingenti sostanze volle convertirle in opere benefiche. Tra queste, anche in testimonianza dell'affetto che nutriva verso i Bolognesi, volle fosse istituito un Collegio di studi a Bologna, per i nobili Spagnoli. Delegò per l'erezione Ferdinando Alvaro, vescovo di Valladolid e Alfonso di Fernando. Si recarono costoro a Bologna e si fermarono due anni onde acquistare i beni e le rendite sufficienti. a realizzare l'istituzione e compilare gli statuti del Collegio, attenendosi scrupolosamente alle volontà del fondatore. Questo carattere impresso al Collegio di Spagna si conservò immutato, con tutte le sue regole, attra ... verso i secoli. Si conserva anche oggi. E una gratitudine perenne ebbero i collegiali verso Albornoz. In occasione della venuta in Italia di Filippo V • . Biblioteca Gino • ,anca di Borbone, a cura del Colle~o di ,~pagna yeniv~ stampato un volumetto _dal titolo:_ La _fe_n1ce d1 Bologna " nel quale veniva post? ID versi 11 paragone tra la fenice e questo Collegio. Un interessante documento della venerazione verso Albomoz, è il seguente periodo iniziale di una descrizione fatta dal Rettore del Collegio, Don Gregorio di Parga, la quale è altresì un saggio de~la caratteristica ret- . torica spagnola : . · " Erano già scorsi gli Anni del Signore mille, e trecento, da che il Verbo Divino stabilì l'Iride di pace con l' ineffabile Mistero della sua lnc·arnazione, quando con sublime, e propizia provvidenza dispose "la nascita di quell' illustre Eroe, gloria unica · della nobilissima Città di Cuenca sua Patria, quel Tullio di eloquenza, quel T omaso acceso nell'amor del ' Prossimo, quel Castigliano Gedeone, che pose con il suo braccio invitto in fuga le tirannie, le discordie, le ribellioni, e l'eresie, e corteggiandolo i trionfi, si viddero a' suoi piedi umiliate le vittorie, quel gran Prelato, splendore della Chiesa, l' Eminentissimo e Reverendissimo Signor mio Signore Don Egidio de Albornoz, Cardinale della Santa Chiesa Romana, Arcivescovo di -Toledo, Vescovo di Santa Sabina, Gran Cancelliere di Castiglia, e Leone, e Legato Generale di tutta Italia, Prencipe in ogni parte Grande per la sua nascita, traendo la sua illustre famiglia le origini dalli Re di Leone, e di Aragona ... ". *** La costr.uzione dell'edificio del Collegio venne iniziata alla fine dell'anno 1365, sotto la direzione dell'architetto Andrea da Gubbio, detto il Gattapone, che assieme allo stesso Albornoz ne aveva .studiati i disegni, e continuò fino al 1370, anno in cui l'Istituto cominciò a funzionare. Questo fabbricato è con ragione ritenuto uno dei più belli e interessanti monumenti. trecenteschi esistenti. Con la sua alta cinta, la sua pusterla sormon- - tata da uno scudo araldico del re Cattolico la sua ~hiesa gotica, infine col suo aspetto di fortezza e d1 conve!lto a un tempo stesso, non ci dà, forse, questo singolare edificio, come ebbe a scrivere il Leicht, l' immagine viva della possente monarchia Iberica? , . Visital?do la m~le imponente, si riceve, profonda, I 1m_pr~ss1onedell austerità medioevale. Gli ornati graz_1os1 ell~ por~a d' ingresso, portano, sì, un lieve sorr1s~ d1 R1nasc1mento, ma se, come rilevò il Del Vecc~10, va~cate le duplici soglie, osserviamo il magnifico chiostro che ricorda il cortile d'armi della

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