Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

LA BADIA DI MONTESCAGLIOSO 9 sulle belle colonne marmoree descritte dall'abate !imoteo e nascoste nei quadrati pilastri - è della seconda metà del quattrocento. Ed a questo glorioso periodo della rinascita appartengono: il pozzo a sezione poligonale con le facce incavate ad arco, adorne di vasi fioriti scanalati a spira, di stelle " micans sydus " - " simboli dello splendore del cenobio " - di arcangioli armati di spada; un tronco di colonna riccamente fogliato ; i frammenti di una fontana - ora nell'orto adia- - cente - composta d'una vasca marmorea che era sorretta da un blocco quadrangolare ed aveva'' nel centro una colonnina fregiata di ghirlande '' sulla quale si elevava " una seconda vasca breve. dalla quale sgorgava il getto dell' acqua "; e molti capitelli dei due chiostri - vero tripudio multiforme di quella scultura monumentale che intrecciava sui capitelli mirabili gli antichi motivi romani. • nei marmi delle solenni cattedrali della Toscana da Nicola d'Apulia e. dai maestri delle scuole di Pisa, di Siena e di Firenze. Ma da quale artefice, verso la fine del quattrocento, fu repristinata questa severa abbazia di schietta impronta classica? I • I . I • 't' ' .,, . !'/'' ~ .·~/UK;· !\~ l! ' . Il monumento caveosano risente - scrisse il poeta Giuseppe Lipparini-l'influsso austero dell'arte di Bramante. Giambattista Guarini, pei tratti caratteristici della decorazione durazzesca mescolati con gli elementi della Rinascita. pensò ad artisti meridionali. Il " genio sottile e melodico dell'arte '' del Rinascimento trionfa in quèsto sacrario. I chiostri sono sostenuti da arcate concentriche a tutto sesto e da colonne monolite sormonCAPITELLO DEL SEC. XV La Rinascita, con le sue conquiste umanistiche, quasi non tocca la Calabria, che addobba di trine gotiche la fronte del San Domenico a Cosenza e, solo nel 500. riveste a nuovo il chiostro di struttura palladiana di Serra San Bruno ed il tempietto di San Michele di Monteleone eretto nel 1515 da Baldassarre Peruzzi; nelle tate da capitelli corinzii sui quali si intrecciano, fra i fogliami, gruppi di vezzosi putti, teste di donne e di mori, festoni di grappoli di frutta e fiori. Gli archi a pieno centro; i capitelli vigorosi finemente scolpiti; i ·fascioni ricchi di girali, di catene di putti, di delfini, di frutta; le finestre a " puro arco rotondo, racchiuse da pilastrini eleganti ionici e corinzii scanalati e a modanature, architravate e ricche di trabeazioni e di fregi svariatissimi "; ed il leggiadro cornicione di aggetto coronato di mensolette brevi, · che sostengono fughe da ar- . chetti trilobati, si accordano in un perfetto senso di proporzioni, si vestono di intagli gentili e mantengono viva la classicità delle forme dell'arte campano-pugliese con le espressioni del rinascimento della seconda metà del quattrocento. Puglie ricche di monumenti greci, romani e medioevali "l'arte nuova - osserva Adolfo Venturi - eleva, al limitare del quattrocento, la guglia della cattedrale di Soleto superba nel sontuoso apparato di merletto greve '' ; '' nella Campania I' architettura subisce la tradizione angioina e aragonese, che dà I' impronta tipica al rinascimento di Napoli. e raggiunge Castelnuovo glorificato con l'arco di Luciano Laurana ". Ma mettiamo a confronto la scul- -----tura ornamentale - che raggiunge finezza di cesello nel sacrario basilicatese per opera degli artefici chiamati dall'abate fiorentino Luca Antonio Romuli - della Congregazione Patavina e dal munifico protettore dell'arte Pirro Del Balzo (1484)- con alcune opere cinquecentesche delle vicine terre di Bari e di Matera: e più propriamente con i delicati intrecci dei festoni della cattedrale di Gravina (fine del secolo XV e principio del secolo XVI); col mausoleo della principessa Orsini eretto nel 1518 sotto la volta dell'ex convento di Santa Sofia di Gravina ; con le trabeazioni, che furono rivestite di grazia semplice e lieve nella cattedrale di Mola Una breve ombra di medioevo sotto la vivace, leggiadra e nobile fioritura della Rinascita dinanzi alla pianura palustre vigilata dai colonnati giganti di Metaponto greca. Il ricordo del)' arte classica di Noslo de Remerio, di Ruggero delle Campane e dei magistri benedettini, in questa basilica, si ricongiunge alla clas - sica purezza dell'arte eternata IL POZZO A SEZIONE POLIGONALE . · di Bari ( 1545) da Francesco Biblioteca Gino Bianco

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