\ 4 GIUSEPPE BOTTAI· l territorio nazionale· sono quasi desertiche e di sorpreSe crudeli. Vendiamotutto quello che vorremmo andare a colonizzare, cioè, nel non è in Africa '' • • senso vero della parola, a disseminare dei L' incubo del dottor V allet è l'Indocina. coloni, nostri compatrioti, sur una sùperficie Non suo soltanto, ma di molti suoi compa-- territoriale ventitrè volte superiore alla F ran-- trio ti, i quali fanno grandi accoglienze agli · ) '' scritti alle interviste, ai sospiri del giovane eia. . , Questa tesi riecheggia il ragionamentO che annamita Nguyen--an--ninh, che, ~n.un articolo alla " megalomania " di Crispi opponeva spesso comparso l'anno scorso s~ll~ nv1sta Europe: la gelida sapienza liberale o democratica del-- . minacciava : ' 'L •assen~a. d1 !1bertà elementari l'opposizione parlamentare dei tempi dell' im-- unisce tutti gli Annam1tJ colti per- una com~ne presa eritrea. Si ricordi il discorso di Ruggero rivendicazione. Qualche avvenimento pross1m·o Bonghi, nel maggio dell' '89: " Sono lieto di in Estremo Oriente potrebbe provocare la essere deputato di un collegio che mi dà l'espe- rivolta della massa. Pensi la Francia a tutte rienza della più selvaggia parte dell'Africa senza queste forze tese! ''. eh' io ci vada. Ebbene che cosa vuol dire ciò, o E la Francia, o, almeno, molti francesi ci .. Signori) Vuol dire che voi avete modo di eser- pensano. Scrittori come ·Leone Werth e come citare un'operosità grande educativa ed econo- Monet si sono fatti propagandisti delle concemica senza uscire dai confini dell'Italia. Voi non zioni di Nguyen-an-ninh, che tendono a svigoavete bisogno di cercare che qui i mezzi di essere rire la forza di presa della Francia sull'Indoe apparire grandi ''. cina. Quando il problema coloniale, che è pro- Nè la vendita dell'Indocina, " vendita al , blema esteriore per eccellenza, di espansione,· più forte e ultimo offerente, come avviene in di diffusione, di energia morale e di potenza ogni vendita all'asta'', spiega il candido dottor · . politica, si rovescia in un problema di politica Vallet, basterebbe a soddisfare tutti i vendiinterna e viene prospettato come una partita tori di colonie che pullulano in Francia. La di dare e di avere, come una questione di popo- discussione dai libri dilaga nei giornali, intelamento o di bonificamento, che può risolversi ressa la pubblica opinione, nè il colpo d'arresto con indifferenza oltre o dentro il confine della datole dal Ministro delle Colonie nell'ultima Patria, segno è che un male sottile rode l' in- discussione alla Camera --Francese, vale a fretima vigoria d'un popolo. Noi abbiamo cono- narla, chè un. Senatore autorevole, Marcel sciuto · questo male, eh~ ci ha sopraffatti e Régnier, di recente, in un giornale di provincia, stremati proprio negli anni della formazione Le progrès de l'Allier, la riaccendeva vivacedei grandi imperi coloniali. mente. " Noi abbiamo delle colonie - scrive ancora E interessante riferire in modo ampio il il dottor Vallet - affatto estranee alla nostra pensiero del senato.re Régnier. civilizzazione,. che non le si approssimano nep- . '' La catastrofe finanziaria che ci minaccia pure, che discendono da altre razze umane non ci obbliga a mobilitare, a realizzare tutte che non sia la nostra, verso le quali esse sono le risorse possibili, per evitare alla madre patria implacabilmente sospinte, che non hanno con un disastro di cui è difficile prevedere l·e formi-- noi alcuna affinità, che non accetteranno la dabili ripercussioni? nostra cultura che alla superficie. Che interesse " E si è tanto spinti da questa imperiosa abbiamo a conservare tali possessi? Sembra che, necessità di salvare le finanze del Paese che a questo proposito, noi ragioniamo col nostro taluni non esitano a domandare la cessi~ne a . sentimento piuttosto che con la nostra ragione Società finanziarie, anche straniere, dei mono-- pura. li miraggio del nostro impero coloniale poli, di cui alcuni interessano grandemente la ci abbarbaglia. Non abbiamo che una colonia nostra vita nazionale e la nostra sicurezza. • dall'avvenire sicuro, è l'Africa, che può ancora " Quanto a me, io penso che è più utile appartenerci per dei secoli, dalla quale noi pos-- e meno l?ericoloso,_per quanto molto, pelloso, siamo tutto aspettarci, senza tema di rischi o cercare d1 trarre vantaggi finanziari importanti Biblioteca Gino ■ 1anco
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