Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

' BOLOGNA 5. Si racconta· anche questo episodio, che prima che arr~vassero le truppe francesi un alto impiegato .mandasse a chiamare il Console d'Italia perchè dicesse ·al suo paese di occupar~ la Tunisia mandando Garibaldi coi suoi soldati. Questo dimostra l'affetto e la simpatia di cui era circondata l'Italia, e a noi il fascino che esercitava l'Italia con -la sua epopea e il leggendario nome di Garibaldi. Che l'italiano vi fosse amato era naturale perchè rappresentav·a la classe dirigente, di cui molte famiglie dal 1830 al 1835 avevano trapiantato in T unisi_a lo spirito nostro. Gli italiani eh.e vanno in Africa ci restano lì per tutte le generazioni : sono famiglie di medici, avvocati, insegnanti, uomini di cultura, di pensiero e di azione che si sono fatti amare dalla corte, dalla borghesia, dal popolo. Fervidi patrioti e alcuni discepoli e amici personali di Mazzini vi avevan.o costituito il primo nucleo I , di italianità che non venne a cristallizzarsi più tardi per , l'emigrazione di sardi e specialmente di siciliani. Questi sono giovani poveri, vaghi di spe- .. ranze, che contano di trovare nell'Africa la loro America. Ora, la Francia che è ,una nazione che ha tradizioni meravigliose ed è governata d_a uomini avveduti, capì subito fin da principio che bisognava modificare la situazione e contentarsi di amministrare con un governo non suo. Dissi già che la colonia è amministrata da funzionari francesi ed aggiungo che la Francia seppe procedere sicura nella sua opera di coloniz~azione, tanto che è sasolutamente padrona del territorio, anche se lascia sussistere la larva del potere mussulmano sotto il titolo 'çli reggenza tunisina. Infatti si legge nei proclami : "Noi... Pascià decretiamo,,: poi "dopo avet ottenuto il consenso del governo francese,, e per omologazione sono firmati unicamente i residenti di Francia. Ora, se la Francia possiede il territorio possiede ·anche la popolazione ? Ho già detto poco fa presso a poco la prop~rzionale. La Francia si diede attorno per attirare tanti francesi e· ristabi- , Jirvi l'equilibrio, si provò di far venire degli agricoltori e degli operai dalla Francia, ma il tentativo dovette fallire miseramente ! Dove trovare gli uo- .mini per popolare le nuove colonie quando le sue terre sono deserte ? l..a. Francia non cerca terre ma cerca uomi- , ni : noi invece non cerchiamo uomini ma terre ; • , . I ... quindi la nostra emigrazione in Algeria, in T unisia, nel Marocco è necessaria. Ma dobbiamo per questo 1inunziare al sa_cro orgoglio che questi italiani siano sempre nostri figlioli e mandarli laggiù · per perderli ? Ora, se questi due popoli hanno potuto camminare fino ad oggi e insieme lavorare e produrre lo dobbiamo alla famosa convenzione del 1896, convenzione di cui tutti . in Italia oggi più o meno parlano, ma di cui molti non cono- ·scono perfettamente la lettera e lo spirito. I diritti. che l'Italia aveva in Tunisia in quel momento erano un complesso di diritti che risultavano dal fimoso trattato del 1868 oltre che da certi trattati e I da certi usi anche anteriormente stipulati da Bey con gli stati preesistenti al regno d'Italia. Era una specie di protettorato. Una modificazione fu introdotta soltanto nel 1884 e con essa si · venivano a sopprimere le giurisdizioni consolari. Però ~l trattato del 1868 diceva c.he la convenzione resterebb~ in vigore 25 anni : esso fu denunciato nel 1896 quando eravamo a pochi mesi dalla disfatta di Adua ·e pendevano le ·trattative per la liquidazione di quell'impresa italiana. Il marchese Visconti V enosta, allora ministro degli esteri, nella sua indiscussa saggezza, pensò di prolungare la convenzione_ del 1896. L'idea prin-. cipale era- questa: l'Italia riconosceva lo stato di fatto creato dall •occupazione dei francesi, lo riconosceva di fatto se non di diritto, ma per compenso domandava e imponeva che fosse riconosciuta la nazionalità dei suoi sudditi. In altri termini l'Italia rinunciava alla clausola di nazione più favorita, clausola che riguardava vantaggi di carattere economico e commerciale, ma si assicurava il rico- ; noscimento della nazionalita dei suoi sudditi. Senza di questo sarebbe successo quello che .è avvenuto . in Algeria e ci.oè l'assorbimento automatico della nostra .colonia, e questo appunto per la famosa legge che il figlio di uno straniero nato in Francia . deve esseré francese. Quest'accordo ha giovato moltissimo a mantenere i rapporti cordiali- che in -fondo sono quelli di lavorare per uno stesso scopo. Se vi fosse stato un governo forte e risoluto da saper far valere la lettera e lo spirito dell' accordo ! Purtroppo il diritto non esiste se manca la forza, se chi governa il popolo non è pronto a interven.ire contro tutti i tentativi di sopraffazione .... se non cerca di impedire agli altri di calpestare, di alterare i diritti statuiti, non vale niente , . I • I .. ,,; I • •

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