Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

• e si muovevano col nome di Roma imperiale sulle labbra. Da tempo il popolo nostro attendeva l'uomo, il condottiero : e nasceva, il condottiero invitto della nuova Italia, dal popolo di . Bologna, dalla .Romagna. Questa tua gloria, o terra di Romagna, non tramonta e chiunque giunge a te animato dalla stessa tua fede si i'nchina con religiosa venerazione e ti saluta romanamente. /Ed ora, ~ signori, mi pare di leggere nei v~stri volti, nèi quali sono impressi i segni del vostro sentimento per la Patria, che l'argomento fascisticamente italiano che sono chiamato a trattare sarà di vostro gradimento. Propaganda vuol J dire azione, vuol dire battaglia, vuol dire vittoria e sono tutte cose famigliari a voi. L'Africa Settent~·ionale è un paese vicinissimo a noi, è ·10 sbocco immediato e naturale della nostra esportazione di merci, della nostra emigrazione di uomini, una terra feconda sulla quale un'immensa moltitudine di italiani vive costruendo col suo quotidiano infaticabile lavoro la ricchezza e la prosperità di altre nazioni. Vediamo dunque come e con quali criteri si debba guidare in pratica quest'opera di propaganda sulle terre africane. Prendiamo una carta geografica : da est ad ovest troviamo un 'Egitto costituito, come tutti sanno, in regno indipendente, poi la Libia, italiana geograficamente e politicamente, poi la Tunisia che dovr~bbe essere italiana per ragioni geografiche e sopra tutto demogra6che ma che è politicamente francese, indi · l'Algeria dove la popolazione italiana ~ scarsa·: e infine il Marocco mezzo spagnolo e mezzo francese, dove vivono nuclei di italiani i quali non costituiscono una colonia permanente. Per modo che quando parliamo della neeessi tà di far risuonare la voce -della Patria sulle terre africane che ancor ci conoscono per non aver dimenticato le glorie immortali di Roma, non possiamo intendere di usare un unico metodo di p,ropaganda, ma forme, sistemi, metodi diversi a seconda delle regioni nelle quali si vuol opera~e, a seconda dello scopo che si vuol • raggiungere. L'opera. di propaganda italiana ha in .Libia • carattere· politico per l'assimilazione spirituale di tutta la popolazione indigena sottomessa col valore e col sangue dei nostri italiani : il tricolore laggiù è saldamente piantato e nessuno riuscirà a strapparlo. Propaganda italiana, in Algeria, vuol dire espansione commerciale attraverso l'arte e la cultura; ibli e ·iarico I 3 • vuol dire conquista del mercato. Algeri, per non parlare che della capitale ·di quel vasto •possedimento francese, non domanda ché di assorbire la • nostra produzione intellettuale. Finora è stato fatto · poco o nulla, ma bastò che l'Italica vi organizzasse una stagione lirica per affermare quasi automaticamente la superiorità incontrastabile della nostra arte e dei nostri artisti ; in Algeri, oggi, non si domanda che musica italiana, che artisti italiani. Algeri conta una colonia italiana se non numerosissima nemmeno scarsa, ed io vi posso· dire per esperienza mia perso~ale che anche gli .italiani di Algeri non dovrebbero essere abbando·nati da noi se non vogliamo che rinunzino alla cittadinanza italiana, non solo, ma cessino di essere spiritualmente lega ti alla Patria. · Del Marocco non voglio pa1:lare perchè non I , lo conosco e specialmente · perchè iri questo mo- , · ~ ment~ è una plaga fuori ·della nostra influenza politica e commerciale, quindi non deve interessare la nostra opera. . . Se nell'Egitto, nella Libia, i,i Algeria, sia pure nel Marocco, l'Italia deve, attraverso la sua opera culturale, far sentire la sua presenza, dove ~ questa necessità è urgente ed assillante, voi lo capite, o signori, è in T~nisia. Non dimentichiamo una grande verità storica intuita anche dagli antichi ed espressa per la prima volta dal Bernard. Il · confine meridionale ·dell'~uropa non è il Mediterraneo, ·ma il deserto di Sahara. I paesi settentrionali dell'Africa hanno tutte le caratteristiche di quelli dell'Europa. Noi troviarqo nella Tunisia la temperatura dolce, temperata, le delizie della· nostra Sicilia ; ritroviamo il cielo azzurro che è purissima .' bellezza e gloria della nostra Italia. Ma ciò che determina l'appartenenza dell"Afrìca del Nord al sistema Europeo è la distanza infinitamente maggiore che passa fra l'Europa e VAfrica del sud, è il fatto che le terre africane, bagnate dall'Atlantico, sono separate dal deserto. mentre .quelle del Mediterraneo sono separate dal mare e voi sapete che il- mare ha sempre avvicinato i popoli . , Fino dai tempi antichi Roma arrivò alle sponde dell'Africa e non erano considerate le difficoltà dei ,trasporti marittimi non ostante la pochezza dei mezzi ; e sappiamo che Catone portava al Senato i fichi freschi presi da Cartagine, e fu I appunto questo l'argomento che decise la terza guerra punica. Le sue coste sono una cosa sola ' I I I •• • ' I

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