Vita Nova - anno II - n. 4 - aprile 1926

\ I • • ' I ' ' I \ I ' • I 2 UNIVERSITA FASCISTA \ ) tutta quanta la nostra storia. Potrei dire che, mentre i Preside~ti del . Consiglio di· altri tempi erano mandatari della maggioranza parlamentare., Benito Mussolini è il fiduciario della- nostra storia. Ai nostr,i martiri, ai nostri morti era affidato dalla Provvidenza un compito nella nostra storia, . e ad altri uomini il compito è affidato per l' avvenire. Era molto che l'.aspettavamo il movimento, che si era in aspettazione dell'uomo nuovo~ genio e volon~à che coor :lina3se le nostre. energie, che ci conducesse veiso l' avv~nire nostro ; e tale è appunto quest'uomo che dopo la guerra ha ripreso ancora una volta · 1•antico suo compito di far conoscere la vita nostra, il no~tro ·passato, il nostro presente ; e quindi ha rifatto ancora un'altra volta la sua orchestra e ancora un' ~ltra volta è andato per terre vicine e lontane, tra le redente e quelle che sentono il potente alito romano, per far conoscere quello che è la gloria della musica italiana. La musica credo con Platone che sia la musa per eccellenza, la prima ispiratrice, il primo sogno che dalle divine forme ci solleva ai più alti en- • • tusiasmi,, la prima forza .datrice dell •entusiasmo dalla quale poi possono espand~rsi tutte le opere, tutte le arti, tutta la cultura. Ma non bastava certamente la conoscenza della cultura italiana ali•estero per far conoscere la musica nostra, e allora al Conte Visconti è sorta un'idea bellissima, qµella di ampliare, di allargare l'orbita dell'iniziativa che que~ta associazione poteva avere. Invece di essere sempli- ,., cemente un'associazione che ha lo scopo •di far conoscere la musica italiana si trasforma in " ltalic·a ,, cioè in. un'associazione che ha il compito di . far conoscere ali' estero quello che dalla cultura nostra è concretato nelle nostre arti, nella ·nostra letteratura e di far conoscere la letteratura italiana di tutti i terripi .nostri perchè a mi~ura che noi ·guardiamo entro la nostra storia ci a~corgiamo che laddove nella storia italiana vediamo delle ombre, non è che queste ombre ci siano nella storia italiana, ma ~ono dentro di noi queste ombre, e non perchè la luce sia mancata un momento. Ma a misura che la storia italiana si studia, ogni ombra si di~sipa e il, volto raggiante della nostra gran madre appare sempre più bello, sempre più radioso alle generazioni' umane. .' . Pensavamo, guardando alle opere del Fattori, che quando si parla delle opere italiane del 1800 si dimenticava che esiste una grandezza di prim'ordine e precisamente il Fattori. Si cliceva che del 1600, del 1700 le opere. erano da scartare e invece pochi anni fa si è constata~o. che quei due 1 secol1 hanno dato nuove opere di pittura prettamente italiane ! Bisogna che l'opera ~ostra sia conosciuta, che sia conosciuta la cultura /'italiana. All'estero non ci conoscono, dove c'è chi non ,, vuol conoscerci o è disposto a darci tutta la gloria antiça, ma non la moderna, come se la gloria dell'antichità della nostra vita non fosse capace di creare una vita nuova, quella che abbiamo conosciuta per mezzo del nostro Duce. , Oggi con la creazione dell' « Italica » ricongiungìamo il passato,· il presente e l'avvenire : quello che .la storia ha attuato e quelli che sono gli obblighi della storia nuova. L'associazione "Italica,, sorta per volere e col volere del nost_ro Duce, questo si propone. Noi compiendo quest'opera intendiamo di rivolgere un appello ad ogni persona · che qui volle intervenire, ad ognu'no di coloro che servono il nostro Duce per la grandezza della Pa- . tria nostra. Prende quindi la parola l'illustre conferenziere: · Signore, Signori, ' La mia prima patola è di -fervida gratitudine verso S. E. l'On. Balbino Giuliano per il magnifico discorso col quale ha voluto presentarmi a voi, discorso che dovrebbe paralizzare tutta la mia eloquenza, discorso che mostra tutta la sua vasta cultura, e, quello che più ci interessa in questo momento, il $UO fervido sentimento fascista ·e la nobiltà squisitamente gentile dell'animo suo : però ha avuto un torto, quello di esaltare troppo la mia· opera che è modesta come è modesta la . mia persoµa. La mia seconda parola è di sentito e èommosso compiacime_nto di trovarmi per la prima volta in vita mia in questa magnifica sala, in questo storico palazzo ricostruito dalla fede operosa e tenace, dalla generosità munifica dei fascisti, bolognesi ; in questo I superbo monumento che dirà alle genera~ioni venture quanto Bologna abbia dato di fede, · di sangue e di dénaro per la ricostruzione morale e politica dell'Italia. P erchè di qui, o signori, partiva la riscossa in ~uel giorno in cui pareva che l'Italia dovesse essere travolta. Di qui partivano le novelle legioni . ' r .. •

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