Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

,., ' . , I nell'anima. Anche se domani.Egli µti sm~ntisse e tni condannass~,·io·g· li o·bbe9_i r'eis,i, ~a non gìt cl'bderei. ,· , . - I ; • _. J. • •• ... •• ~. t • ,. ' . Il . teorema é, questo : Roma non potra riessere, ·non potra, nel gran simbolo dantesco attuato, dominarè e ·rinnovare il mondo, se prinìa· n-onabbia avuto il suo logico sviluppo là··regge che, nei cie~ie sulla . terra, regola il fenomeno imperiale, la legge per la, quale il molteplicesi riassorbe nell'uno: se prif!la, cioè, no·n sc9"mpaiad'intorno a Roma quella mol- . tepUcita_che si formò quando la sua u_nitàs' i decompose : quella formazione storica che, ~ . necessaria e meravigliosa, l'ha tenuta in vita e l'ha protetta, l'ha confortata e illuminata, le . ha dato le sue linfe il suo sangue la sua gloria, ma ·che, da oggi ha compiuto --la sua missione: se prima, cioè, Signori, l!ltalia, coi suoi cento borghi gloriosi, da Stato, che ha in lei la sua capitale, non ·sia tornata ad essere quello che già fu : la prima, la più umile • e la più fedele Provinci_ad!i Roma. . · Signori, sento tutta la grandezza, e taluno ' .dica pure l'enormità di quel che dico, come ne sento, intera, la responsabilità : ma per la mia fede, per l'amore feroce che mi arde da quando son vivo, per il . sogno mio, che è quello, confessato, da· Dante e dal Machiavelli, e, inconfessato, di tutti gli altri maggiori spiriti nostri, sento di poter essere ascoltato., ·Potrei, Signori, accettare il soccorso di cento immagini che mi balzan vive alla mente e che avrebbero forse su di voi, potere di suasione maggiore: ricordarvi la quercia Car- .du;ccian.a. . A cui• d'alleg,a giovinezza il tronco - l'edera veste: \ col raschietto e la cera e vi troviamo sotto' capolavori or~ai detur.pati per sempre : potrei ricordarvi ·fino il sepolcro che Cristo abbattè perché Lazzaro si svegliasse ; ma non vòglio. Come, un chir.urgo, sento di ferire, di doyer ferire la vostra carne viva{: la vostra e la . . . mia stessa. E siamo tutti tali· da non aver I bisogno di punture anestetfzzanti. Vi darò la puntura opposta : la feroce parola del nemico. • La parola del· nemico è la sola alla quale gli uomini forti dan- peso. Il nemico_può mal giudicare drIIe virtù: non vederle:ma vede sempre f difetti. Ù nemico colpisce là dove .. è la vera debolezza.. Ora il nemico disse un giorno che l'Italia è una espressione geografica. Non urliamo contro di l•ui,nè · contro tutti .gli altr,i ~ che anche oggi, se non lo dicono più, lo pensano e seguitano .perciò ad ostacolare il~ nostro · cammino nel/ mondo, a « non riconoscerci • .~ Non urliamo contro di loro. Recliniamo un'istante la fronte e pensiamo.· · · · Quando è_nata l'Italia? Lo . abbiamo già·, visto:· quando l'unità dLRoma si, decompose. La nazione, o meglio la nazion~lità •italiana :~: cosi co111efatto spirituale che e.tnico; :-si· é?- formata allora. La formar.on~ :gli ste-ssi bar~ · bari. Non potendo, per' definizione, diventare . romani. divennero italiani. Ancor oggi, su ; cento di noi, ottanta ci chiamiamo con nomi . - . di barbari. E ancor oggi la nostra stessa · lin-~ • 4 gua, che è nata con l'Italia, porta un ·du~ . / plice segno della disfatta. Il , p~imo nei suoi _venti dialetti - molteplicita contro unità - :· in ognun dei quali i barbari d'ogni terra han lasciato il lor veleno : i tedeschi nella Venezia; . ~ nella Lomba!dia, i celti nell'Emilia, i francesi nel Piemonte e in Liguria, gli spagnoli nel napoletano e perfino gli arabi ~ in Sicilia. Il veste, protegge dai venti, salva· ·forse dall'ac- secondo,..ancor più profondo, nello stesso no- - cetta dell'uomo,•ma lentamentel'µccide: potrei stro vocabolario aulico ; in cui, come su due: ricord~rvil'intonacobiancocolq_ualenel Seicen- _ fiumi, cerrono parole d'origine nostra·e parole to i frati coprivandi calce gli affreschidei chio- d'origine straniera : ma purtroppo le nostre stri perchè non divenisser bersaglio alle colu-. indicano soltanto tutto ciò che, sia pur di. brine e allo sterco dei Lanzi,m·a che oggi, da -nobile ~ di alto, rimase ad un popolo vinto quando il pericolo è cessato noi stessi togliamo, e rassegnato: le al:~e, le, straniere, r.tutto •ciò· ,.. . ' , • I Bibliot e .....

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==