-cieli' Anatolia, sull' inta-ngi 1 bilità del1 'Akfriatico da redimere. Ma anche questo prograimma ha bisogno di un'anima imperiale perchè d,ivenga carne ,della carne italiana e sia ili voto e lo scopo di ogni vita d'italiano. Questo programma ha il suo confine al Brennero, perchè il Reich solo dal Brennero può sperare di riprendere la ,marcia verso il sud, esso il bastar.do d!i Roma ! ,Ma ringraziamo j tedeschi. La .loro campagna suscita il ri,sveglio deU'i,dea più !Profond·a e più an.imatri,ce dellla razzia nostra. E se i nemioi d'Italia ili hanno aizzati, sappiano che hamo reso un pessimo . . ' . .serv1z10 a se ,stessi. Nulla arresterà il popolo italiano se congiungerà un'idea matrice di •trè civiltà, con •la matrice inesauribile di uomini. *** E poicnè l'idea imperiale ha un precipuo contenuto economico, il risu1 ltato della più recente statistica ci avvertì che vi sono quarantadue milioni d'italiani per i quali ,la casa comune non basta più. E allora non c'è neppure bisogno d'invocare l'i- · dea romana .per giustifi,care la fame di terre nuove che ormai arriva ad uno stadio intollerabi'le. È sintomatico che il problema cominci ad interessare. anche gli organi più pigri della pubblica opinione, per i quali la modesta impresa di Libia appariva già un'eresia d' avventurieri. E interessi da tempo gli stranieri i quali non possono soffocarci col loro non Sé!Cio . egoismo. Quan,do in Italia si parla di espansione colonia:le, · si suscitano due ordini di allarmi. Uno interno ed uno estero. Di demro, .il mai spento pan-ciaifìchismo immagina I VITA NOVA che i,Ibene•ficio di colonie di popolamento debba essere scontato oon sped·izioni guerresche. Di fuori, . . . . ' ognuno teme attentati a1 propri p1u o meno legittimi p0tssessi. La Francia ci vede già spuntare sulla Tu1ni,si.achesenza Ulllafrode e una dabenaggine colossa,li sareibbe nostra; l 'linghilteFra teme forse di dover cedere qua:l 1 ohe altro brandd'}lo dii 1Je,rramalaTi,ca da dover barattare con quaraintaiduemi.l:ioni di r.iverenze 1propiziartri.ci; la Germania intuisce che noi staremo zitti quan•d1'essa .reclamerà - come indu,bbiamente recl1amerà - la restituzione di una paiite del suo impero oltremarino. Il problema presenta, invece, anche qualche so'luzione pacifica. Basta aippel!latfsi alla Società delle N,azion•i ed ai precedenti storici. AHa Società per,chè, se non vuol proprio essere un' aoca~emia di buontemponi, prenda in esame i problemi demografici dei vari popoli come finge di fare per quelli del lavoro o della Croce Rossa. Fissati allcuni principii fondamen~lj di equità e d'interesse generale, si V·ed'.ràcome applicarli. Ai precedenti storici, per ricordare che la Francia acquistò per denaro la Corsica da Genova e che pacifici trapassi avvennero tra Germania e Spagna per le Isole Cairoline, tra A,merica e Danimarca per le Antilile Danesi, e stanno per avvenire tra America e Francia per alcune terre, senza importanza, pure nelle Antill'le : per non rammentare l 'esempio classico della cessione del1 'Alaska dalla Russia ali' America, per pochi milioni di dollari ! Orbene : c·hi ha terre da vendere a1 lll'ltalia? Un po' tutti, in verità. Ma c'è un popolo che, con appena quattro o cirnque milioni di abitanti, detiene un impero grande die-ci volte I' l,talia : e questo pc>poloè il PorB1bli teca Gino Bia co 59 togallo. Nazione simpaticissi~ e latinissima, non c'è dubbio, ed alla quale nessun italiano potrebbe pensare di recare offe,sa. Ma essa non può che amrminis•tiaremalamente il carico sproporzionato delle sue colonie, nelle quali è 1 spesso la procuratrice ,dell 'lnghiltena. Perchè uon dovreiblbe venderne o affittarne una parte aU'ltalia? C'è l'immenJSa · Angola-Benguela che già foima o~getto di cupidigia straniera come rivela l'affare della « Ban,ca d 'Angola » ohe si agita ora a Lisbona . La colonia potrebbe almeno parzialmenite essere affi 1 data all'Italia. V'è laggiù una zona interna di al- ,m,eno 600.000 l<,m. 2 (due volte l '1talia), spopolata e ricca di og1 ni ben di Dio, a principiare da un clima saluberrimo e temperato. Essa in mano nostra diventerebbe .I' Argentina d,ell 'Africa ; ,non è un delitto di :lesa uma,nità permettere l 'abbandono di una terra che non richiede cimiteri per la sua messa in valore ? li Portogallo è fuori questione. , Quella Colonia è destinata fatalmente a cadere in mano straniera ; per eh è non saremmo pref eri-ti noi, gente d'ella stessa stirpe e disposti - oredo - a r~conoscere una qualche fomtia dii sovranità all Portogai'lo? Ma 'la domanda va posta, prima che a Lisbona, al Governo Nazionale ; e prima ancora al popolo italiano che deve forimarsi U111a precisa coscienza delle sue necessità colonial i e ribellarsi all 'id·ea di essere l'eterno pioniere nei deserti altrui per riceverne in cambio della loro redenzione, catene da schiavi e barriere ol,traggiose. I cimiteri italiani de1 Brasile o ,del N,011dAmerica sono più gremiti che i cimiteri d'una guerra coloniale ! ARMANDO Looot.INI I • ,.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==