Vita Nova - anno II - n. 2 - febbraio 1926

,.. Lo spartiacque dell' impero, idea imperiale e pre.ssione demografica, il problema coloniale e la sua soluzione pacifica. Anche ~e al momento della , pubblicazione :di queste note, il rumore per la così detta questione dd Brennero sarà dileguata, non sarà men vero che lo spartiacque alpi,no continuerà a rappresentare il termine divisorio di una perpetua contesa. Diciamo questo senza la più lontana idea nè di esagerare, ntè <li ,drammatizzare. Crediamo anzi fermamente che la campagna antitaliana scatenatasi all 'improvviso in Germania, non sia che la rivel,azione d'Ulilra bas•sa manovra nazionalis,ta che .i1 nostro Governo stroncherà - se non ha già stroncato - con la .massima f.acillità. Ma, 1per noi, non si tratta di seguire i tedeschi nella di,scussione se i loro centottantamila compatrioti, nostri sud:diti, siano più o meno felici. ·Basterebbe rispondere che noi siamo .in quelle terre gli eredi dell'Austria, della felix Austria, come dicevano al tempo di Maria Teresa, capaci ,di sposare non solo ,nu1olei d~ razze, ma razze . 1.ntere. Ripassino le Alpi e tornecemo fratelli : ma le ripas~ino da turisti, in senso inverso a que'llo loro imposto dalle armi d'ltallia, da Bezzecca a Vittorio Veneto ; e vedranno dhe i centottantamila allogeni non aspettano un Oberdan o oo Sau1 ro e che lo stesso Andrea Hof er ·è un articolo del paesaggio. Per noi, dunque, la questione è ben altra. E' proprio, come dicevamo, nel sentire che il Brennero divide due concezioni del mondo politico eus·blioteca Gino Bianco ropeo ; due concezioni- nelll~ quali senza retori 1 ca e senza sforzi cer~- b1ali, riaipparisce un'idea_ eh~ !~ Europa e fors' ainco in Italia, 1 p1u credono tramontata pe1 sempre : l'i1dea imperiale rom,ana. La ,campagna italof oba delJa Baviera e della Prussia può essere alimentata da mille in-confessabili pretesti. Vi può essere il col'leg~- mento col .fronte unico anti-fascista, il cui comando sup·remo risiede in Francia, ma -che deve ormai pensare a trovarsi i più inverosimili alleati dopo le crepe del --Cartello di casa. V.i può esse1e l'intrigo iugoslavo preoccupato - malgrado le .ingenue dichiarazioni di solidarietà antitedesca - d-~ll'evidente nostra spinta verso oriente. ,Non è da escludere neppure un serrato gioco di governi : di quelli, per esempio che sognano un'impero danubiano cui affidare la missione che aveva quello absburgico contro <li noi ; nel qual· gioco la buona Austria, mend,icainte, attraverso la iepubblica dei monsignori e d'ei Miglioli i,n cocoHa, l 'indulgenza piena.ria del Governo Italiano non e' entra. Lo diciamo wbito a scainso di equivoci e per tranquiUizzare il Sant 'Uffizio, in que- . . . . st1 g1orn1 assai ,nervoso. Ma a1 I di sopra o al di là di tu·tto questo, e' è la giogaia del Brennero che separa l'idea del Rei eh dalla idea imperiale della nuova Italia. E le separerebbe anche se le due nazioni ivi idealmente confinanti ed ivi real.m-ente cozzanti, fossero ' de jure aJ!leate. Orbene: questo fenomeno pdlitico deve riempirci di orgoglio. È ,la p,rova - se esiste una legge natura1e deHa vita dei popoli - che la nostra 1 Penisola non è se non i,l centro d'un più vasto destino. A che servirebbero, altritl}enti le Alpi ? A cingere una breve p~anura, esse c1 he sarebbero deg,ne di coronare ,metà de'l mondo ? A dar vita a fiumiciattoli che un modesto fìum•e d'America •rilfiuterebbe come affllruenti ? Vi' potrebbe essere nelI 'ordine della natura una sproporzione più assuida, una disannonia più stridente? ,Ma se noi immaginiamo le Alpi ohe dividono il Mar del Norddal Mar Nostro, l'amnonia, l'ordine, la proporzioni si ristabiliscono ; se noi esaminiamo la questione del Bren-- nero, non dallla finestra d.i un albergo alpino, ma navig~do il Mediterraneo, la verità ci .sarà palese. Lo spartiacque deHe Alpi ·si,gnifica il possesso del Mare, il dominio nel nome di. cui un'idea, ma anche in quel1 lo à' interessi ben tan-- gi,bili, c()(ffie 11 'assor,bimento del commercio .svizzero, o la fortuna degli empori di Amburgo e di Trieste. Bisogna aver l'anima meditena- .nea per comprendere Ila temi,biljtà dell'ambizione del Reich e la legittimità della nostra e-redità romana. Perchè per noi i!l Mediterraneo è la ragione della vita, per i germani è il respiro sul mondo. . L'impero romano non fu che lo svolgim1ento di un destino geografico. Fatto centro nella Penisola italiana, Roma conquistò il mare e i confini ohe difendono il mare, i quali, com'è intuitivo, non sono le spiaggie, ma le montagne che cingono gli imperi che dal mare tra·ggono alimento. Per ciò l 'Africa cominciava pei romani oltre l 'Egitto, la Libia, la Mauretania; Rerciò le Alpi non sono che il bordo · superiore di un bacino marittimo. Noi non sogniamo conquiste e pensiamo solo al diritto che i nostri quarantadue milioni di cittadini hanno su metà allmeno dell'Africa mediterranea, sulle terre barbare

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